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Monday, May 5, 2014
Generazione Amazzonia: il Futuro di un Popolo, il Futuro di un Pianeta
Il 15 Giugno del 2009 MaremmaCinghiala pubblicava un articolo sulle lotte degli indios Peruviani contro il proprio Governo che vendeva pezzi di Amazzonia a compagnie estrattive straniere. C'erano stati violenti scontri nella Nazione, specie a Bagua, tra Indios e forze di polizia, con diversi morti da ambo i fronti. Da una parte l'Amazzonia ed i suoi abitanti, dall'altra il Governo che tutelava, oramai un classico della globalizzazione, le multinazionali straniere, vendendo al miglior acquirente il futuro di un paese.
Il rappresentante del gruppo indios era Alberto Pizango, in prima linea nella lotta per la sua terra.
Questo il link di quell'articolo dal titolo "La lotta degli Indios Peruviani."
Dopo quasi 5 anni cosa sta succedendo nel paese?
Quello che succede in molte aree amazzoniche: leggi applicate solo formalmente, garanzie e promesse dei colossi energetici puntualmente mancate, oleodotti che condiscono suoli ed indios con i loro veleni. Governi che parlano di "progresso irrinunciabile". Nativi sempre più esasperati e inascoltati che prendono la strada del sabotaggio e della protesta di strada.
Il Governo peruviano ha visto cambiare il suo primo ministro, dal super liberalista e grandemente responsabile della situazione nel 2009, Alan Garcia, al "nuovo" Governo di Ollanta Humala. Cambiano gli attori, ma la sostanza rimane invariata.
La legge approvata sul finire del 2011 ha sancito il diritto degli Indios di essere consultati in caso di progetti minerari, estrattivi, energetici, che interesseranno il loro territorio.
Una legge di facciata che non sembra mettere al riparo un'altra fetta amazzonica ed i suoi abitanti, decine di migliaia di persone. Si parla, secondo "Amazon Watch", impegnata nella salvaguardia di questa distesa di verde e di vita dal 1966, di 50 miliardi di dollari di investimenti tra le varie Compagnie straniere: gasdotti, oleodotti, ruspe, rischiosi trasporti via fiume, disboscamento, camion, uomini ed il loro "progresso" senza futuro in uno dei santuari della biodiversità.
La nuova legge permetterà davvero agli Indios di avere finalmente una voce in capitolo? L'Art. 15 pare rispondere a questa domanda ribadendo come la decisione finale spetti al Governo Peruviano. Una sorta di legge per permettere alle autorità di spiegare agli Indios la bontà di ogni singolo progetto estrattivo in Amazzonia. Dei bambini da educare, non cittadini con il diritto di decidere per la loro selva.
Qui essere ambientalisti non serve, basta avere buonsenso e leggere i continui incidenti che avvengono nelle aree interessate da questo tipo di "industrie".
Appena il 25 aprile scorso oltre 500 indigeni hanno bloccato la più grande Compagnia di Petrolio nel loro paese, l'Argentina Plus Petrol, accusata di avvelenare silenziosamente fiumi e suoli. Carlos Sandi, che guida la protesta denuncia la presenza di Cadmio nel cibo e nelle acque.
La protesta è poi rientrata quando Sandi ha accettato il patto della PlusPetrol (già condannata a pagare 13 milioni di dollari per contaminazione ambientale) di pulire l'area, compensare economicamente le popolazioni locali e costruire ponti e scuole. Ma sicuramente la battaglia avrà ulteriori capitoli.
Le misure Governative, inoltre, per avere un disboscamento controllato, si sbriciolano davanti alla corruzione, alla mancanza di un monitoraggio effettivo e capillare, in un terriorio vastissimo. Almeno il 70% delle concessioni Governative per il taglio di alberi, sono illegali (fonte "The Guardian").
Oltre il 60% del territorio peruviano appartiene alle foreste, quasi 70 milioni di ettari, l'11% dell'intera amazzonia. Prima foresta al mondo per biodiversità di uccelli e terza per quella di mammiferi. Ogni anno se ne vanno circa 300.000 ettari, un lento stillicidio, un virus silenzioso che divora il futuro di un pianeta.
Tutto questo mentre una proposta di legge del Ministro dell'Energia Eleodoro Mayorga Alba prova a rendere meno "burocratica" la strada per le Multinazionali di ottenere i permessi per estrarre nella foresta.
Intanto comincierà tra pochi giorni il processo in Peru per i fatti del 2009 a Bagua, citati all'inizio di questo articolo. Cinquantatre cittadini, tutti leader indigeni, che rischiano pene fino a 35 anni. Il diritto di protesta viene travestito da crimine, la repressione si mimetizza con la giustizia, qui come nel resto del mondo. La torta per le risorse del pianeta ha fette sempre più sottili, ma la fame aumenta. Dai tempi dei "Conquistadores", responsabili di veri e propri stermini di massa, alle "conversioni religiose" forzate con la croce di Cristo in Latino America, , fino agli abusi "legalizzati" delle Multinazionali di oggi. La casa è distrutta, il tuo futuro negato, i tuoi figli si ammalano e chi ti dovrebbe proteggere è la causa di tutto questo. Protesta violenta?! Hanno invertito i ruoli tra colpevole e vittima.
L'occidente contamina con i suoi bisogni spesso inquinanti, l'occidente attrae con le sue promesse di felicità usa e getta, l'occidente impone il suo modello come un tatuaggio forzato.
Credere che il tema centrale di questo articolo sia l'Amazzonia e un gruppo di Indios è altamente riduttivo. Il Sistema attuale ha forgiato milioni di diffidenti, si è preso cura delle paure e delle ansie dei suoi abitanti, foraggiandole, alimentandole, creando barriere mentali, dove il "mio" prevale su ciò che è "nostro", dove le distanze diluiscono le minaccie. Prima di essere cittadini, siamo abitanti di questo pianeta ed ogni singola azione avrà un effetto più o meno immediato e più o meno riscontrabile su di noi o sulle generazioni future. La foresta sotto casa o il polmone verde sudamericano sono le due faccie di una stessa medaglia, le lotte per la precarietà del lavoro e quelle per salvare una porzione di foresta, hanno in comune il desiderio un futuro sereno. Il nemico è uno, dal Perù al Giappone, da Dakar al polo Nord, il nemico è prevaricare su altre specie solo per il gusto di abusarne, il nemico è sfruttare, il nemico non vuole limiti, il nemico ha mille faccie, mille slogan, mille incantesimi e trucchi e si alimenta di ignoranza.
Che senso ha coltivare il proprio orticello se siamo circondati da discariche e deserti? Visioni globali, pertecipazioni globali, amore per un pianeta di cui facciamo parte, perchè quando tutto intorno sarà compromesso ed avvelenato curare l'orticello sotto casa sarà alquanto ridicolo...maremmacinghialaaaaaaa
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Sunday, November 24, 2013
Filippine o Sardegna. Stessi errori, Stesso "Progresso"
Le Filippine e la Sardegna non sono poi così lontane. Un monito che viaggia migliaia di km tra due realtà apparentemente differenti ma protagoniste di un copione già visto: l'uomo e il suo passo pesante sul territorio. Il classico elefante nel negozio di cristalli o se preferite un effetto domino che non conosce barriere, passaporti, lingue e religioni. Non esistono più paesi in via di sviluppo e paesi avanzati ed industrializzati, esistono scelte urbanistiche scellerate e onnivore, costruttori che parlano di infrastrutture, PIL, pezzi di terra ancora da riempire, volumi di investimenti, disinformazione mascherata da opportunità di crescita, popoli da educare come dei bravi alunni, educati, ma non informati, c'è una bella differenza.
Il sito web "Footprintnetwork" ci dà un esempio della pressione che 7 miliardi di persone stanno esercitando sul pianeta. La data del 20 agosto di quest'anno è il bollino rosso per quello che l'uomo consuma e quello che la terra, in termini di risorse può offrire. In pratica ogni anno la razza umana ha una sorta di budget da utilizzare: aria, acqua, agricoltura, allevamenti, quantitativi di Co2 immessi nell'atmosfera ecc. questo capitale dovrebbe bastare per un anno, ma in realtà viene esaurito molto prima. Ciò comporta uno stress per il pianeta che viene letteralmente spremuto come un limone per i restanti mesi. Sostanzialmente adesso servirebbe una terra e mezzo per soddisfare le richieste di queste 7 miliardi di persone. Questa data di "esaurimento scorte" si va riducendo di anno in anno (è una data approssimativa, non esatta al 20 agosto, ma il principio è quello di un uso sproporzionato delle risorse terresti che aumenta annualmente), nel 1993 questa data era fissata circa il 21 ottobre, nel 2003 era il 22 settembre. I paesi più famelici sono la Cina, la Francia, l'India, gli Stati Uniti, l'Egitto, la Grecia, il Regno Unito, l'Italia, la Svizzera, il Qatar ed il Giappone che addirittura necessiterebbe di ben altri 7 "Giappone" per bilanciare la sua fame di risorse! L'Italia si ferma a 4.
La specie "uomo" ha drasticamente accellerato un altro elemento chiave, la deforestazione. Secondo decine e decine di organizzazioni ambientali ( per citarne una la "United Nations Framework Convention on Climate Change") questo fenomeno, concentrato drammaticamente nelle foreste tropicali, contribuisce per il 20% all'effetto serra con il relativo riscaldamento globale. Questi "immensi" polmoni verdi forniscono il 30% del totale di acqua fresca del pianeta, stiamo lentamente chiudendo il rubinetto di uno degli elementi primari del nostro organismo. Tra i vari paesi più in pericolo troviamo : Malaysia, Sri Lanka, Laos, Congo, Ghana, Cina, Colombia, Brasile, India, Indonesia, Myamar, Messico, Thailandia, Nigeria. Le cause principali sono dovute con circa il 48% per "Agricoltura di Sussitenza", al 32% troviamo "Agricoltura Commerciale", al 14% uso del legname per scopi commerciali ed al 5% per fini energetici. Il Madagascar ha già compromesso il 90% delle proprie foreste nell'est del paese. Per i maniaci del PIL questo vuol dire circa un 7% in meno nel PIL mondiale entro il 2050. Le promesse di sviluppo, di lavoro, di prosperità per questi paesi sopracitati, hanno lo stesso effetto di un fiammifero, una bella fiammata iniziale, ma sul lungo termine nessun reale profitto, ma anzi un danno irreparabile a biodiversità, fiumi e conseguentemente mari, erosione dei suoli e nessunu turista disposto a spendere più un centesimo.
Qualche governo cerca di correre ai ripari, in El Salvador tra il 1992 ed il 2001 la foresta tropicale è aumentata del 20%, in Cina la percentuale di foreste, in alcune aree, sembra sia cresciuta di qualche punto percentuale, in Senegal una organizzazione di giovani è stata capace di piantare oltre 6 milioni di mangrovie. Ci vogliono ancora più esempi virtuosi, i Governi mondiali dovrebbero sostenere e promuovere la crescita delle foresta invece che siti industriali e PIL.
Per il 2030, secondo uno studio comparato della "Banca Mondiale" intitolato "Costruzioni Resistenti: Integrare lo sviluppo con i rischi ed i disastri Climatici", saranno 325 milioni le persone a rischio maltempo solo nei territori dell'Africa sub-sahariana e del sud Asia, con la perdita di un trillione di dollari, con costi per la ricostruzione più alti del 50% rispetto ad una costruzione iniziale. Sempre secondo questo studio la tendenza tra eventi climatici eccezionali e sfollati è in costante aumento.
La corruzione spesso è il vettore chiave per infrastrutture qualitativamente scarse, costruzioni in aree ad alto rischio idrogeologico, permessi rilasciati senza nessun tipo di studio di settore. L'opinione pubblica ha sempre più il ruolo di spettatrice passiva laddove sono già state prese le decisioni più importanti. "Volete questa autostrada, costruzione, svincolo, palazzina, qui o 50 metri più avanti?" Si fa crede alla gente che hanno ancora la possibilità di scegliere, la caramellina per gli stolti, mentre chi si oppone in toto è considerato contro il progresso. I posteri sono l'ancora di salvezza di questi speculatori-politicanti, lo scorrere del tempo farà dimenticare il responsabile di quell'opera risultata dannosa ed inutile. Nessun colpevole, nessun testimone, tutto ed il contrario di tutto.
L'esempio italiano in Sardegna è l'ennesima dimostrazione di un paese che non vuole e non deve prendersi nessun tipo di responsabilità. Ci sono ancora paesi da ricostruire per terremoti o inondazioni degli anni passati, ci sono ancora processi in corso per disastri ambientali talmente datati che la gente non si ricorda più la cause. L'emotività per un evento drammatico ha una durata breve, il tempo di rimuovere le foto degli sfollati dai giornali, di qualche crollo in diretta su youtube, le urla di protesta si affievoliscono e nessuno ci pensa più. Eppure in Italia ci sono 1.200.000 immobili fantasma, figli dall'abusivismo, tra il solo 2003-2011 sono state costruite 26000 strutture abusive, su 46760 richieste di abbattimento solo 4956 sono state effettuate. L'Italia è il paese dei numeri magici: dal 1956 ad oggi la popolazione è aumentata del 12%, ma il numero di case è aumentato del 50% (fonte l'Espresso). Ci vorrebbero 40 miliardi per la messa in sicurezza ma il Governo propone appena 30 milioni all'anno, le priorità sono gli stadi di calcio nuovi con centri commerciali e colate di cemento per addomesticare un pò di più il popolo lobotomizzato. Nel paese dove ci sono ancora opere incompiute dai mondiali di calcio del 1990, non voglio nemmeno immaginare come andranno le cose con questa nuova brillante opera del Governo. "La parte di Olbia più colpita, è di case edificate nei canali e condonate da quella politica che oggi vuole cancellare il piano paesistico. La stessa politica che, osannata dalla gente con Berlusconi sul palco a fare da testimonial ai candidati del centro-destra, voleva fare Olbia 2, sono gli stessi comitati d’affari continentali ed internazionali che flirtano con un autonomismo populista di facciata che in realtà è un neocolonialismo mascherato", sottolinea l'architetto Stefano Boeri su questa vicenda. Il Governo italiano continua a spendere oltre 12 miliardi di euro tra sussidi diretti ed indiretti per fonti fossili, così Legambiente denuncia in un suo dossier ed un articolo sul quotidiano "Repubblica". Ai dati di Legambiente ha replicato Zanonato (ex sindaco di Padova, quello del muro di via Anelli, opera di lungimirante ed attenta azioni politica), ministro per lo sviluppo economico del Governo Letta. "Non esistono sussidi per fonti fossili per 12 miliardi". Per il ministro i dati di Legambiente sono balle senza fondamento, dati gonfiati. Su questo link potete farvi un'idea. Un Ministro che non supporta le fonti rinnovabili ma anzi le considera quasi un peso per il paese che razza di ministro è?! Una politica che investe ancora in armamenti, senza aver il coraggio di diversificare la spesa, dove un referendum per l'acqua pubblica è ancora ignorato dai più, dove i giovani che scappano dall'Italia sono un esercito, secondo i dati dell' AIRE (Anagrafe degli Italiani all'estero) +30% nel solo 2012, senza considerare quelli che se ne vanno ma continuano ad avere la residenza in Italia, dove non ci sono i soldi per introdurre una forma di reddito minimo, l’Italia, assieme alla Grecia, è l’unico Paese dell’UE dove non esista una misura simile. Non una parola, però, sul tassare gli oltre 100 miliardi di euro rientrati con lo scudo fiscale e in buona parte frutto di elusione ed evasione fiscale, se non di peggio.
Questa è l'Italia che cerca disperatamente nella politica le risposte ad un presente sempre più caotico. Un popolo totalmente immaturo che segue senza "se" e senza "ma" il politico di turno, schiavo di una ideologia, di un credo impresso con una croce su un pezzo di carta, che non ha il coraggio di cambiare idea, di immaginare, di criticare, di mettersi in gioco e di lottare perchè il sistema (corrotto) insegna e addomestica.
Italia riflesso di un mondo con troppe brutte copie e sempre meno pezzi orginali......maremmacinghialaaaaaa
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Saturday, November 9, 2013
Da Fukushima al massacro delle balene. Il deserto liquido
La montagna di notizie inutili è sempre più alta, rischia di venire giù e sommergere una massa di ignoranti e presuntuosi umanoidi distratti ad arte ed incatenati da luoghi comuni e stereotipi. Una razza evoluta dovrebbe affrontare temi che riguardano la sua sopravvivenza sempre più a rischio, dovrebbe trattare temi inerenti a pericolose crescite demografiche, ad un progresso che viaggia di pari passo con l'inquinamento, alle generazioni future, a cancellare le armi dalla lista spese dei governi mondiali, a trovare modi per cooperare con altri paesi senza vecchi e polverosi spiriti colonialisti sotto la giacca.
Eppure i Media preferiscono discorrere di politici sempre più noiosi, di politiche sempre più opportunistiche, di uomini e donne che non valgono nulla ma continuano a decidere delle sorti del Pianeta. Prime pagine di giornali dedicate ad incensare i padroni, gli imperi che lanciano mode e stili di vita pericolosi e senza futuro, dibattiti sulle potenzialità del nucleare, sulla frase razzista dell'ignorante di turno, sugli ultimi modelli di auto per sfrecciare via dalla realtà, su "guerre giuste", su uomini "giusti" che fanno "guerre giuste", sull'ennesima celebrità senza mutande o con la nuova villa da 20 stanze, sulle ultime scoperte culinarie di cibi sempre più assurdi ed insostenibili.
Sempre più un Titanic la nostra terra, dove i Media son gli orchestrali che continuano a suonare nonostante il barcone stia colando a picco e gli scricchiolii e le pendenze non sono normali da un pezzo e la maggioranza dei passeggeri se la gode ballando e fidandosi di quelle musiche di festa.
Le emissioni di Co2 hanno toccato nuovi record nel 2012, secondo "l'Organizzazione Meterologica Mondiale. Dall'inizio dell'era industriale, nel 1750, ad oggi la concentrazione media di CO2 nell'atmosfera, derivante principalmente alle emissioni legate ai combustibili fossili, è aumentata del 41%, quella del metano del 160% e quella del protossido di azoto del 20%.Questa notizie dovrebbe occupare i titoloni dei giornali, le notizie nelle TV, la gente dovrebbe parlarne, preoccuparsi ed agire di conseguenza.
Secondo il WWF l'80% dell'inquinamento dei mari deriva da produzione antropiche sulla terraferma, da buste di plastica ai fertilizzanti chimici, da scarichi industriali a fiumi pattumiere. Perdite di petrolio, tonnellate di plastiche, scarpe, bottiglie, pupazzi. L'80% dei liquami cittadini sversati nel Mediterraneo non sono trattati ma vanno dritti nelle acque così come sono, ingeriti da pesci, assorbiti da piante e dai nostri stomaci per chiudere questo cerchio di stupidità. Ci vogliamo così bene? Un suicidio di massa che interessa ancora un ristretto numero di persone, stili di vita duri a morire perchè rappresentano il "progresso" non importa se il futuro è una chimera.
Eserciti di uomini e donne si nutrono nella mangiatoia mediatica, hanno smesso da un pezzo di procacciarsi il cibo da soli, mangiano quando capita quello che passa il convento. La notizia che non si legge non esiste, un teatrino di ombre cinesi, il credo quasi religioso che una notiza posso saziare e disegnare la realtà, la convinzione di vivere il reale, l'arroganza di sentirsi sazi con l'illusione ingerita ogni giorno, senza porsi domande ed interrogativi sui mille "perchè" sospesi nell'aria ma spesso invisibili agli occhi dei più. La giostra gira sempre più forte, scendere diventa sempre più difficile e pericoloso, il sistema scorre nelle vene e rende sempre più automi milioni di persone.
Non si parla più del disastro di Fukushima, qualche articolo ogni tanto, ma la percezione dei più è che tutto sia rientrano nella normalità. Fukushima continua ad avvelenare mari e persone, continua e continuerà per decenni con la copertura di Governi e degli scodinzolanti Media che relegano le notize nella giungla della disinformazione.
Numerose organizzazione, decine di articoli ogni giorno compaiono nella rete per sottolineare come i livelli di alcuni isotopi radioattivi siano insolitamente alti nei mari, sopratutto nell'oceano pacifico. La compagnia giapponese TEPCO che gestice la centrale, lo scorso agosto ha ammesso che miliardi di sostanze altamente radioattive sono state rilasciate nel mare, e che in una sola settimana, lo scorso agosto, i parametri di Cesio 134 sono stati superati 90 volte, mentre quelli di Cesio 137 86 volte. Stesse sostanze ritrovate nel pescato di quelle zone e venduto nei mercati del Nord America. Comportamenti anomali di numerose specie marine, come le balene, che hanno smesso di comunicare tra loro e intere branchi di pesci morti da un giorno ad un altro. Un marinaio australiano che ha navigato dal Giappone alla California per oltre 3000 miglie marine ha notato la totale assenza di fauna acquatica, niente delfini, squali, tartarughe o uccelli, un deserto. "Nel 2003 pescavo quasi ogni giorno nella stessa tratta, ma nell'ultimo viaggio il nulla più totale." Cosi le parole del marinaio in solitaria, Ivan MacFadyen, in un articolo sul "The Guardian". Pesca insostenibile, frequenti chiazze di plastiche galleggianti, sostanze tossiche hanno ridotto questa immesa distesa di acqua in un cimitero liquido.
Alti livelli di Cesio 137 sono stati riscontrati a largo delle coste tra Hawaii e California. Il " Vancouver Sun" ha tracciato le specie ittiche positive al Cesio 137:
100% nella rana pescatrice, carpe, alghe e squali; 94% nel merluzzo e acciughe; 93% nei tonni ed anguille; 92% nelle sardine; 91% nell' halibut; 73% nello sgombro.
Fukushima continua a perdere, almeno fino al 2015, ma i Governi parlano di tasse, di criminalità, di PIL, di terrorismo integralista. Ma con un cervello che ragiona non sono forse loro, questi personaggi pagati profumatamente i veri terroristi, dei criminali in guanti bianchi che sanno usare sapientemente i Media per anestetizzare i popoli?!?
Nelle isole Faroe, a largo della Danimarca, ogni anno d'estate si massacrano delfini e balene perchè è tradizione, nel solo periodo 2001-2006 circa 4215 balene, senza contare altre specie "accidentalmente finite negli arpioni di questi assassini".
Il giappone in 70 anni ha massacrato qualcosa come un milione di balene.
Nei mari del nord queste specie non sono in pericolo di estinzione quindi è giustificabile questa carneficina legalizzata. L'infamia della azione in se stessa, arpionare brutalmente altre specie viventi per sport, per il divertimento personale è suffragata dai numeri, è una tradizione e la coscienza è ammutolita.
Ci vuole un boicottaggio mondiale di questo tipo di prodotti, leggere la provenienza degli alimenti, non solo l'offerta speciale che tornerà, come un boomerang, nelle nostre vite presenti e future con interessi salati. Non ci sono scuse, internet svela i trucchi e risveglia le coscienze, ma poi ognuno di noi deve agire di conseguenza: informarsi indipendentemente, domandarsi mille "perchè", diffondere queste notizie invece di parlare di politica e slogan per lobotomizzare i cervelli. Non siamo entità separate da questo ecosistema, non possiamo comprare un nuovo oceano o nuove fette di aria pulita e salubre, possiamo svegliarci e fare ognuno la propria parte. Essere responsabili delle nostre azioni, combattere chi ci vuole imporre come mangiare, che cose leggere, che cosa vestire, come vivere, come lavorare, l'ignoranza non è più accettabile, non ci sono scuse e forse neanche troppo tempo per cambiare i nostri stili di vita immorali e pericolosi. Non basta andare a mettere una croce su un pezzo di carta per sentirsi bene con se stessi.....maremmacinghialaaaaaaaaaaaa
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Tuesday, August 13, 2013
Adesso l'acqua, domani l'Aria, dopo domani il nulla.
In un futuro non troppo lontano i cittadini di mezzo mondo scopriranno un ulteriore balzello da "onorare" nel mare di tasse, rate, bollette e tributi vari. In un futuro, non troppo lontano, i nostri figli o, magari, i nostri nipoti si troveranno a fronteggiare la "Bolletta dell'aria".
Immaginiamo il contesto: i tentativi di ridurre le emissioni di Co2 sono miseramente naufragati, la popolazione mondiale continua a crescere a ritmi totalmente insostenibili per il pianeta, le patologie respiratiorie sono in drammatico aumento, le morti da smog sono sempre in primo piano su tutti i giornali, le città più virtuose devono comunque fronteggiare tassi di inquinamento e polveri sottili nemmeno paragonabili ai primi anni del 2000. Iniziano a nascere mege strutture per purificare l'aria delle metropoli più inquinate, giganteschi macchinari, posti in zone strategiche, che aspirano l'aria avvelenata e la restituiscono pulita come quella di montagna, nessuna impurità, ma anzi arricchita di sostanze benefiche per il sistema respiratorio. Ogni città inizia la corsa alla nuova invenzione, i benefici sono evidenti ma anche i costi. Le Multinazionali entrano in gioco, ci sono in ballo guadagni stratosferici. Da una gestione pubblica e gratis, si passa ad una gestione mista con privati e pubblico, poi solo privata, scattano le prime tariffe, le prime bollette per un servizio fondamentale per il popolo. Nasce la "Bolletta dell'Aria".
Inizieranno le lotte tra chi ritiene l'aria una risorsa naturale, libera da ogni tassazione e chi promuoverà i nuovi costosi macchinari "pulisci-aria" come l'unica soluzione per salvare milioni di persone nel mondo, sopratutto donne e bambini, sensibilizzando l'opinione pubblica su questo grave problema ecologico.
Ci sarà, come oggi, la moda del non pensare e quindi nessuno lo farà. Ci si concentra sul fatto particolare, omettendo tutte le azioni che hanno portato un pianeta a due passi dal nulla. Come sempre si curano i sintomi e non il virus causa di quest'ultimi. La domanda sarà:" E' giusto pagare così tanto per la bolletta dell'aria? Gli aumenti sono eccessivi". Ma la giusta domanda da porsi sarebbe: " Chi ci ha portato a questo punto di non ritorno? "
Adesso sostituite la parola "aria" con "acqua" ed il gioco è fatto.
Qualcuno, circa un secolo fa, avrebbe mai immaginato che la sola industria delle acqua minerali in Italia avrebbe avuto un giro di affari intorno ai 2,3 miliardi di euro all'anno?
Qualcuno, circa un secolo fa, avrebbe mai immaginato che gli aumenti costanti del costo dell'acqua in bolletta, corrispondessero al doppio del tasso di inflazione? In Italia, dal confronto tra la bolletta 2011 e la bolletta 2012 emerge un aumento di 22 € (+7,8%). Se invece si amplia il raffronto con la bolletta del 2000, l’aumento risulta del 61%, mentre l’aumento dell’indice dei prezzi nello stesso periodo è stato del 28%!! Lo Studio di Federconsumatori ci mostra come il primato delle città più care spetta ai capoluoghi toscani di Firenze, Pistoia e Prato, finite pari merito al primo posto, mentre il secondo posto spetta ad Arezzo e il terzo a Grosseto. Le città meno care, invece, sono Milano, Isernia, Catanzaro, Campobasso e Caserta. La macro-area con la bolletta più elevata è il Centro Italia, a seguire il Nord-Est, il Sud-Isole e per ultimo il Nord-Ovest. Dati confermati anche da uno studio di CittadinanzAttiva, secondo cui la Toscana è la regione più cara d’Italia con ben 8 città tra le 10 dove il servizio idrico costa di più a livello nazionale. A livello nazionale troviamo un altro dato su cui riflettere: la dispersione di ingenti quantitativi di acqua nella rete idrica, che nonostante le chiacchere ed un Referendum praticamente ignorato dalle istituzioni politiche, tocca il 32% nel 2011, contro un 34% nel 2007. La sola Publiacqua, per il 2012 incassa 23 milioni di utili per degli investimenti che dovevano essere di 78,5 milioni e che invece risultano essere solo 64,2. In confronto al 2011 diminuiscono gli investimenti ma crescono utili. E tutto questo in barba ad una sentenza della corte costituzionale, al parere del consiglio di stato, alla sentenza del TAR Toscana e, senza dimenticare, il voto di 27 milioni di cittadini/e che chiedevano la fine dei profitti sulla gestione del servizio idrico.
Questi sono i veri poteri che controllano le popolazioni, addomesticandone la libertà e la voglia di conoscenza. Una rete di accordi, compromessi, azioni in rialzo, fusioni, contratti, controlla le masse, le spolpa della vita per ingrassare i burattinai che vivono sul disamore generale. Rendendo ognuno colpevole.
Publiacqua è controllata per il 69% dal mini colosso ACEA, con un utile netto di 77 milioni di Euro per il primo semestre 2013. ACEA è a sua volta controllata per l'11% dal gigante francese GDF Suez SA, che occupa la posizione numero 33 nella classifica delle più potenti Lobby mondiali con entrate pari a 125 miliardi di dollari. Una breve ricerca sul sito www.sourcewatch.org che raccoglie gli scandali e le critiche che quasi quotidianamente piovono su queste multinazionali. La controllata (50%), della GDF Suez in Messico, "AguaCan"è stata più volte criticata dalle popolazioni locali per la pessima qualità delle acque, tanto che molti hanno dovuto acquistare un extra purificatore per l'acqua. Un recente articolo critica la compagnia messicana per le continue interruzioni del servizio idrico nelle aree limitrofe di Cancun, alberghi e resort esclusi ovviamente, li si può sprecare senza pensare. Mentre per chi non può pagare le tariffe in continuo aumento c'è il taglio del servizio immediato. La catena stringe al collo del più debole.
Per finire la GDF Suez è, a sua volta, controllata per il 30% da una holding Cinese, statale, che raccoglie fondi per investire all'estero, Africa in primis. Adesso un intervento unilaterale in qualche paese africano per depredare qualche fonte energetica o qualche metallo prezioso, in cambio di un ospedale, una ferrovia, non richiesti, si chiama "investimento", prima era "colonialismo". Pillola nuova per le masse e tutto rientra nei binari della "normalità". Questa beneficenza a doppia lama che restituisce uno quando toglie mille, che rende "debitori" interi Stati, come pazienti senza più forze, tenuti in vita da una qualche flebo, ma quella flebo è la causa stessa della malattia. Debiti, inquinamento, abusi, semenze modificate, siccità, guerre, morti, ignoranza, effetti secondari di questa beneficenza.
I Governi mondiali non sono mai stati così assenti e distaccati dalle loro genti. Se anche uno strumento democratico decisivo come il referendum non cambia le sorti di una Paese, ma anzi continua a permettere e tutelare ingiustizie e soprusi, quali altri mezzi deve impugnare un cittadino? La protesta deve scendere in strada, il boicotaggio in massa, la resistenza deve diventare il pane. Perchè oggi l'acqua e domani l'aria, mentre i giganti mondiali dell'energia, dell'alimentazione, delle armi, dell'edilizia, continuano a speculare sull'ignoranza dei molti, completamente assuefatti a questo presente, senza sogni, e la forza di immaginare un sistema diverso. Riprendete in mano la vostra esistenza, la vostra passività è la loro linfa vitale. Resistenza e lotta per vivere davvero.....maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
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Tuesday, July 2, 2013
Da Bibbona a Briatore, dalla Maremma ai Campi da Golf
In Filosofia un "Assioma è una proposizione o un principio che viene assunto come vero perché ritenuto evidente o perché fornisce il punto di partenza di un quadro teorico di riferimento".
La realtà quotidiana non lascia spazio ad eccessive dosi di immaginazione, rischiano di far pensare troppo il "Cittadino/Consumatore/Contribuente", molto meglio un "Principio che viene assunto come vero", con zero discussioni e polemiche.
L'Assioma in questione comprende tutti quei progetti edilizi che vanno spesso a minacciare zone di interesse naturalistico, ma supportate dal "principio che viene assunto come vero" che quella potenziale colata di cemento produrrà nuovi posti di lavoro. Quindi se ne deduce che gli ambientalisti oltre ad essere il partito del NO, sono anche contro l'occupazione. Un bel pacchetto da consegnare a qualsivoglia giornalista.
In Indonesia e Malesia si devastano ettari di foresta pluviale (un milione di ettari all'anno nella sola Indonesia) per introdurvi la coltivazione dell'Olio da Palma. Gli introiti per questi due paesi sono enormi, collocandoli rispettivamente al primo e secondo posto tra i produttori mondiali. Il conflitto, dunque, nasce spontaneo tra la "sacralità" del lavoro e le preoccupazioni ambientali. Le recenti crisi finanziarie, il lento indebitamento del cittadino medio, cresciuto nel mito dello spreco e del consumo da carta di credito, per inseguire stili di vita oramai divenuti tappe obbligatorie di un delirio incontrollabile, hanno plasmato l'era del "lavoro imprescindibile".
Non importa quanto il lavoro possa essere tossico, denigrante, arbitrario, abusivo, pericoloso e sottopagato, il lavoro serve per sopravvivere, per alimentare un sistema che ha creato di fatto la crisi mondiale inducendo milioni di persone nella morsa dell'indigenza e della disperazione.
Quando saremo privi di spiaggie incontaminate, di acque cristalline, di fiumi pescosi, di foreste a perdita d'occhio, di una biodiversità che è il fulcro della nostra stessa esistenza, quando avremo rimpinzato i nostri ecosistemi di Resort, parchi giochi, villette a schiera, campi da golf, autostrade, svincoli e qualche bella cultura intensiva, avrà ancora senso lavorare senza vivere? Un sola pagina sbiadita rimane, di quello che un tempo era un 'enciclopedia di emozioni e scoperte.
Un esempio attuale, relegato in qualche pagina nascosta di pochi quotidiani, è quello che riguarda il progetto per un Campo da Golf nella zona di Bibbona, nell'alta Maremma. Sono previsti un campo da 18 buche,
una club house, l'albergo di lusso, il ristorante. E poi un residence, il centro congressi e il campo pratica. L'area interessata dovrebbe aggirarsi sui 77 ettari. Le problematiche sono in parte connesse alla realizzazione delle numerose strutture turistiche ed al loro impatto ambientale.
Secondo il sindaco di Bibbona Fiorella Marini:" Si tratta di un'opera fondamentale per il Comune e il territorio e in questi giorni stiamo dialogando con la Regione perché tutto fili liscio". Anche il per sindaco di Cecina, Stefano Benedetti:" Dobbiamo pensare in termini di comunità e in quest'ottica la struttura di Bibbona non può fare che bene. Sarà un modo per diversificare l'offerta turistica e allungare la stagione». Per il suo collega di Castagneto, Fabio Tinti, si tratta "Di un volano indispensabile per lo sviluppo della Bassa val di Cecina. Un'opera che non fa altro che bene al nostro territorio".
Una "Opera Fondamentale", "Diversificare l'offerta turista", "Non fa altro che bene al nostro territorio".
Frasi da politici navigati che riescono con poche parole, prive di qualsiasi riscontro sul campo, a far credere nella bontà di questo progetto. Non una parola sul rischio per le falde acquifere locali, già contaminate, secondo studi dell'ARPAT e del CNR di Pisa, con nitrati, boro, arsenico, trialometani, cloriti e cromo. Non una parola sulle varie industrie della zona che avvelenano fiumi e falde, già provate dalle richieste di un'agricoltura sempre più assetata e da un turismo in costante aumento. Secondo questi studi le acque della pianura costiera tra Vada e Castagneto sono già sovrasfruttate, a rischio anche di salinizzazione. I pericoli per la salute sono conseguenti. Il Rapporto, grazie al Registro di Mortalità Regionale della Toscana, classificati in base alla IX Classificazione Internazionale delle cause di morte (ICD-9), esamina il periodo 1980-2006, suddiviso ai fini dell’analisi in tre intervalli pluriennali (1980-1989, 1990-1999, 2000-2006). "Facendo la somma di tutte le differenze si stima che nell’area in studio nel periodo 2000-2006 ci sono circa 622 morti osservati in più rispetto a quelli attesi".
Il Presidente della Regione, Enrico Rossi, ha chiesto alcune modifiche al progetto, la classiche postille del buon ambientalista: divieto di uso dei famigerati pesticidi per mantenere erbe perfette, un bacino artificiale da dove prelevare l'acqua senza colpire le falde e un certo numero di alberi da piantare. Un campo da golf a 18 buche consuma giornalmente 2 mila metri cubi di acqua al giorno, quanto un paese di 8000 persone.
Ma da dove varrà presa l'altra acqua per gli usi civili del Campo da Golf e dei complessi commerciali e residenziali non ci è dato sapere.
Facciamo i "populisti/qualunquisti" ? Facciamolo! Il costo di un singolo F35, i jet da guerra per sparare un pò di pace nel mondo, si aggira sui 100 milioni di euro. Sarebbe una cifra ottimale per mettere in sicurezza fiumi, laghi, per recuperare aree degradate, per investire in progetti ecosostenibili, solo nella zona costiera tra Vada e Castagneto, questo andrebbe anche a vantaggio dell'occupazione.
Tralasciamo che dietro a questi "benedetti" progetti invasivi e dannosi per il territorio ci sono figure del calibro di Flavio Briatore, la sua vita di "successi" va di pari passo con le sue condanne in tribunale:
due società fallite, prima un ristorante e poi un altro crac molto più serio. Un’altra società rilevata da un certo Michele Sindona. Un socio ucciso da una bomba. Un’altra bomba esplosa sotto casa. Due condanne a pene detentive per truffa e gioco d’azzardo clandestino. Rapporti con malavitosi di altissimo rango. Una fuga da latitante nelle Isole Vergini Americane. Una radiazione da parte della Federazione automobilistica internazionale per aver volontariamente causato un incidente in pista, poi annullata dal Tribunale di Parigi ma ancora in vigore.
Imprenditori responsabili? O arroganti speculatori, che vogliono plasmare la natura secondo i loro bisogni, come il giardino di casa? I fatti parlano, internet informa, ma la gente e gli amministratori in primis ne sono al corrente? Oppure sono tutti supini a chiunque voglia "investire", semplici camerieri di industriali da strapazzo che hanno più condanne che capelli in capo.
Che cosa spinge questi presunti politici, specie i vari sindaci locali, a trasformare splendidi paradisi naturalistici in asettici e perfetti giardini per un branco di agiati milionari? Sempre più orientati verso un turismo da tutto compreso, da menù fisso, da souvenir per portachiavi. Sempre più un territorio modificato dal turismo e non il suo esatto contrario. Tutto uguale: cibo, paesaggi, lingua, stili di vita, facce, promesse, pensiero. Chi non è d'accordo è contro lo sviluppo, stanno ribaltando la realtà!
Italiano svegliati!! Ti stanno rubando terra e futuro davanti agli occhi e voglion anche sentirsi dire "Grazie"........maremmacinghialaaaaaaaaaaaa alle forche!!!!!
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Thursday, May 16, 2013
Termovalorizzatori, Inceneritori, Truffatori. A fuoco le coscienze
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una lettera di un utente su tale sito "Burnabynow.com" con il titolo "La strategia rifiuti zero è impossibile". Le motivazioni del navigatore sono quanto di più insensato e illogico si possa trovare tra i sostenitori dell'unico (secondo loro) metodo presente per smaltire i rifiuti: bruciarli in un bel inceneritore.
La mancanza totale di una cultura del riutilizzo fa si che i critici dello "zero rifiuti" cadano spesso in ragionamenti senza la minima nozione del caso. L'utente in questione cita come esempio il riutilizzo di un vecchio frigo che tra costi di riparazione e recupero non produrrebbe nessun tipo di vantaggio alla società, e che da sempre gli uomini, in epoche diverse, hanno prodotto rifiuti, come testimoniano i ritrovamenti degli archeologi su e giu per il globo.
Un po come dire che l'uomo ha sempre fatto le guerre, o ha sempre prevaricato sui più deboli quindi l'umanità deve continuare su questo sentiero, tutto il resto è utopia.
Rifiuti zero non vuol dire riparare un vecchio televisore per rivenderlo al mercatino delle pulci, ma passarlo a ditte specializzate che lo smonteranno dividendo tutte le sue componenti: ferro, plastiche, gomme, e metalli vari per poi riutilizzarli per altri televisori o elettrodomestici o qualsivoglia apparecchio, oppure fondere le parti inutilizzabili per nuovi apparecchi. In questo modo niente è bruciato, niente è perso, niente è sprecato in una società che sta di fatto esaurendo le sue risorse, sia minerarie che naturali.
Nel mondo dell'informazione ci sono così tanti esempi concreti di singoli, di enti, di intere città, di piccoli resort, che hanno deciso di avvicinarsi nuovamente ad uno stile di vita meno predatorio, meno consumistico, meno egoistico, dove l'uomo puo davvero vivere in simbiosi con Madre Natura. Un modo per restituire ogni volta ciò che il nostro pianeta ci fornisce senza scontrini, fatture, od eventuali cambiali, uno scambio di risorse, in una visione equalitaria tra la Terra e tutte le sue specie. Non siamo padroni, ma occupanti a tempo, di questo dovremmo ricordarci ogni giorno.
Nell'isola di Langkawi, nel nord della Malesia, esiste un Resort ecosostenibile dove uomo ed ambiente viaggiano di pari passo. Il suo propretario, Anthony Wong, beve acqua da dei canali di scolo del suo Resort, davanti allo sguardo inorridito del giornalista, spiegando che queste acque hanno tutte riconoscimenti di potabilità da ogni laboratorio di analisi, il segreto? Diverse specie di piante acquatiche che si nutrono di sostanze inquinanti e batteri restituendo tutta la purezza dell'acqua. Si coltivano ortaggi e verdure senza pesticidi ma con fertilizzanti naturali offerti gentilmente dagli innumerevoli uccelli della zona. Si raccolgono i rifiuti di piante e alberi da frutto per farli fermentare in apposite vasche ed ottenere altri ottimi fertilizzanti. Si usano pannelli solari e si recicla l'acqua piovana. Nei muri sono stati installati pezzi di bottiglie di vetro che fanno risplendere ogni locale con la luce del sole.
Quanti politici trattano di politiche " Rifiuti Zero" ? Quanti promuovono questo stile di vita? !Quanti ancora supportano in Parlamento per garantire la fine dello spreco per ogni società che si proclama "civile"?
Quello che viene sostenuto e finanziato, invece, è la cultura dell'Inceneritore e di un blando reciclaggio. In Italia, il tasso di rifiuti reciclati è ancora fermo al 21%, contro il il 36% del Belrgio, il 45% della Germania, il 32% dell'Olanda, il 34% della Slovenia, il 31% della Danimarca.
In questi anni, specie in Italia, tonnellate di rifiuti sono stati stoccati nelle discariche (quando va bene) o lasciati marcire in cumuli per le strade, come tristi opere d'arte di una generazione che non sà più riutilizzare o riparare, ma sa gettare, sprecare, sporcare il vicolo sotto casa, la discarica, la falda acquifera, il fiume cittadino, e passo dopo passo il nostro pianeta. Il popolo, popolino in questo caso, crede che la causa di tutto sia quel nauseabondo monte di sporcizia sotto casa. I mezzi di disinformazione hanno invaso le TV ed i giornali con immagini di roghi tossici, di strade bloccate dell'immondizia, si guarda ai sintomi non alla malattia. Non si enfatizzano stili di vita consumistici che di fatto riempiono gli armadi con il nuovo e le discariche con il "vecchio", dove la tecnologia va sostituita ogni due anni come l'auto; Non si invita la gente a pensare a forme alternative di riuso, oppure non si parla di una San Francisco, dove il reciclo ha raggiunto l'80%, con una media americana nazionale del 34%, dove l'obiettivo è il 100% di rifiuti zero, zero nella discarica e zero nell'inceneritore.
Chi parla di Inceneritori dovrebbe tenere a mente i CIP6, gli incentivi statali (ma guarda che caso) che permettono a questi colossi di continuare a vivere. Ma il CIP6 si attua solo con impianti ambientali e da fonti rinnovabili e "assimilate", quest'ultimo vocabolo stravolge completamente il senso della definizione, rendendola vaga e applicabile anche a chi non rinnova ma brucia. Nel solo 2006 sono stati erogati per i soli inceneritori 1136 milioni di euro, contro i 196 milioni per l'eolico. Soldi letteramente estorti dalla fonti rinnovabili vere, con il solito trucco all'italiana per far contenti tutti, o quasi. Questo importo o gabella, che gli italiani pagano tra le varie voci della bolletta energetica, è aumentato da 54 euro MWh nel terzo trimestre del 2007 a un 68.77 euro MWh per il terzo trimestre del 2008. Questo ha messo in tasca all'inceneritore di Brescia, per esempio, 78 milioni di euro nel 2007, per fonti rinnovabili inesistenti, o comunque bruciate via. Tutto questo incide tra il 6/7% sui costi per il contribuente medio.
Tutto questo rientra in un piano europeo di salvaguardia del clima verso la deriva.
Il 16 aprile scorso il Parlamento Europeo ha bocciato la riforma dell’Emissions Trading Scheme (ETS) dell’Unione Europea, assumendo una decisione particolarmente importante. Ponendo in discussione lo strumento principale della politica ambientale europea. L’ETS è stato lanciato nel 2005, in pratica l’ente regolatore, in questo caso la Commissione, stabilisce in un dato territorio la quantità consentita di emissioni di agenti che contribuiscono al surriscaldamento globale (in questo caso anidride carbonica) emettendo una quota di permessi che pareggi le emissioni previste. I permessi vengono quindi allocati presso gli operatori economici, che potranno in un secondo momento scambiarli in un apposito mercato. A causa del rallentamento dell’economia e dell’eccessiva offerta da parte dell’UE, il prezzo dei permessi è pericolosamente sceso, toccando i 5 euro per tonnellata all’inizio del 2013, rispetto ai 30 euro del 2011. Tale riduzione del prezzo rende molto meno efficace l’ETS, in quanto le imprese devono sopportare un costo molto minore per ottenere nuovi permessi e non sono incentivate a introdurre nuove tecnologie di produzione sostenibili per il territorio. Tutte questi giochini permettono a chi inquina di comprare quote "pulite" da chi inquina meno, e pertanto di continuare ad inquinare, anche con la coscienza apposto. Senza dimenticare che l'ETS copre solo 12mila industrie a livello europeo, ancora lontani da ottenere un controllo globale su settore industriale europeo.
Secondo studi da Bruxelles entro il 2020 l'Europa si troverà un conto da 100 miliardi di euro per i danni da cambiamenti climatici.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un quadro già visto, dove il potere e gli affari, gli interessi privati ed i monopoli sono ancora troppo saldi tra loro per sperare in un drastico cambimento di marcia.
Il popolo si modella tra giornali che non sanno altro che parlare di politica del non fare, scandali da 5 pagina, tanto sport e niente per sviluppare idee o coscienze collettive, si modella con una TV che sa soltanto rigurgitare il marcio nei salotti dei benpensanti.
In Italia si toccano record su record, come il Debito pubblico salito a 2034 miliardi di euro, giusto qualche giorno fa. Avete visto titoloni sul giornale? Inchieste, servizi televisivi? Niente di tutto questo, meglio parlare di navi da recuperare in un mare di bugie, processi per delinquenti che la galera non la vedranno mai, riforme da un Governo che nessuno ha eletto, qualche suicida di lavoro, un bel pò di cronaca nera e tanti culi. Le pecore stanno nel loro recinto convinte di essere libere ed informate........maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
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Sunday, November 20, 2011
La verità dietro le etichette
Le compagnie che vendono prodotti di largo consumo possono essere equiparate alla folta schiera dei politici: devono vendere illusioni, promesse che poi, puntualmente, non verranno mantenute. Le loro etichette lodano la bontà della loro merce. Quest'ultima si trasforma e si accorda con le richieste del mercato: nella nostra spesa troviamo articoli ecologici, sostenibili, ricchi di vitamine, privi di coloranti, conservanti, energizzanti, delicati sulla pelle, rispettosi dei colori, con facce sorridenti, magari di qualche bel bambino pasciuto che rimarca la naturalità, la sensibilità verso il consumatore. Una considerevole fetta del nostro tempo libero è dedicata ai tour de force nei supermercati, dove far coesistere qualità e prezzi ragionevoli per le nostre tasche, sempre più magre, sta diventando sempre più complesso. Le etichette dei prodotti fanno scintillare le parole del momento, parole magiche che vendono una convinzione, illusoria: biologico, senza coloranti, naturale e cosi via. Il consumatore si sente a posto con la coscienza, rispetta l'ambiente, si prende cura della salute propria e di chi gli sta intorno. Il tempo di riflettere, di leggere più attentamente gli ingredienti, spesso dai nomi più astrusi, non c'è. Siamo nell'era dell'ingurgita e stai sereno, del mangia, lava, indossa ma per favore non pensare. Riflettere e approfondire anche un banalità può risultare fatale per chi vende chiacchere fasulle.
Un recente studio della prestigiosa rivista l' Ecologist (www.ecologist.com) ha analizzato una vasta gamma di prodotti, tra i più popolari negli scaffali dei nostri supermercati, e che cosa si nasconde dietro le benevole e salutistiche etichette. Ce n'è per tutti, dalla Nivea al Colgate, dal Ketchup al Tonno, da Actimel ai detersivi vari. Vediamo nello specifico.
-Lucozade- Questo prodotto rientra nel settore delle bevande energetiche, ottime per chi fa sport ad alti livelli ed ha bisogno di un costante apporto di sali minerali e zuccheri. Per la casa produttrice il "Lucozade" ed i prodotti isotonici come questo aumentano le performance sportive, dove è richiesto uno sforzo fisico elevato. Non c'è da soprendersi visto l'elevata quantità di glucosio e caffeina contenute che, sopratutto, nel breve termine, agiscono come una immediata iniezione di energia, sopratutto per la ghiandola surrenale. Lo studio si domanda se l'assunzione di questo prodotto sia ottimale anche a lungo termine, specie per chi usa il Lucozade per modeste attività sportive. Il cervello ed i muscoli richiedono il glucosio perchè può essere assimilato immediamente dal fisico, ma i migliori effetti si hanno con un dosaggio più misurato e con gli zuccheri complessi (amidi), dove l'organismo ha la possibilità di scomporre i carboidrati complessi per esempio. Un afflusso notevole di zuccheri semplici può avere seri effetti sui livelli di insulina, che possono portare a depressione ed ansietà, andando a danneggiare anche il sistema immunitario, numerosi studi lo dimostrano. Quindi è semplicemente ridicolo assumere queste bevande energetiche per andare in palestra due volte a settimana o per una partitella di pallone. Il contributo di questi prodotti si manifesta ad alti livelli sportivi.
-Calpol- Una sostanza medicinale contro gli stati febbrili, specifica per l'infanzia, diffusa in numerosi paesi tra cui la Gran Bretagna, ma anche vietata in ben 13 paesi mondiali. Uno studio della rivista scientifica "Lancet" su 200000 bambini sottoposti a trattamenti di Calpol e quindi di paracetamolo nel primo anno di vita, dimostrava legami diretti con attacchi di asma, eczema, ed altra allergie, tra i 6 ed i 7 anni. Una larga fetta di medici e riviste del settore lo raccomanda senza "se" e senza "ma", la percezione che il Calpol sia comunque una medicina si annulla. La febbre non è altro che la risposta del nostro sistema immunitario ad una infezione, che innalza la temperatura corporea permettendo ad alcuni componenti di svolgere al meglio le proprie funzioni. Inutili dosaggi di paracetamolo, specie nei bambini, impediscono al sistema immunitario di attivarsi, causando un indebolimento dello stesso per future infezioni. Concludendo, uno degli ingredienti del Calpol è il Carmoisine E122, sostanza collegata secondi molti studi allo sviluppo di carcinomi e quindi proibita in Austria,Giappone, Norvegia, Svezia e USA.....c'è da fidarsi?
-Nivea- Un colosso della cosmesi mondiale: venduta in 160 paesi, con un fatturato di 2.7 miliardi di euro (2004), con svariati prodotti per la cura della pelle, dei capelli, prodotti per bambini e deodoranti. Gli ingredienti Nivea non differiscono molto dalle altre case produttrici, alcune anche più economiche. Il problema, secondo l'Ecologist, riguarda alcuni componenti non del tutto analizzate, come gli acidi grassi, le cere e alcuni estrogeni, ed il loro grado di penetrazione nella pelle. Le allergie sono frequenti per coloro che ne fanno un largo utilizzo. Un recente articolo sul Nivea Silver rincara la dose:" Il Comitato scientifico sulla sicurezza dei consumatori dell'Unione europea ritiene che riguardo al silver citrate (il composto di argento utilizzato da Nivea Silver) manchino informazioni, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo termine e l'esposizione multipla da altre fonti." Alcuni ingredienti sono il Methylparaben, Butylparaben, conservanti associati a possibili sviluppi di forme tumorali. Nei prodotti Nivea c'è anche la Limonene, un comune pesticida contro le pulci....non si mai!
-Colgate- Qui il rapporto dell'Ecologist si fa ancor più serio, definendo " Estremamente dannoso" questo prodotto, ed una più ampia gamma di dentifrici in generale. Numerosi componenti del dentifricio sono chimici, come i coloranti artificiali e potenzialmente cancerogeni come il Floruro di Sodio che non è nientedimeno che un "sale velenoso" con alti livelli di tossicità. Quante volte capita di inghiottire piccole dosi di dentifricio, specie per i bambini? Qual'è il livello di tolleranza per il nostro organismo? Altri ingredienti nel Colgate creano gonfiori di stomaco e effetti lassativi. Un bel sorriso dunque....ma c'è poco da ridere.
-Kellogg's Nutri Grain- L'analisi dell'Ecologist parte da un dato di fatto: il 56% della popolazione salta la prima colazione e qui entrano in gioco le barrette ai cereali di frutta, la consolazione per uno stomaco troppo vuoto. Ma il rapporto fa notare che la barretta è composta solamente per 8% da frutta, mentre il 34% sono cereali, benissimo, ma manca all'appello il restante 58%: zuccheri, grassi e agenti riempitivi. Ogni 100g di barretta ci sono ben 12-13g di zucchero. L'agenzia inglese di standar alimentari definisce ad alto contenuto zuccherino un prodotto che ne contiene più di 10g per 100g di prodotto. Altro ingrediente presente è l'olio vegetale, una dicitura generica: di solito sono olii raffinati, grassi polinsaturi, olio di girasole, con l'aggiunta di grassi omega 6, strettamente connessi al colesterolo. Un consumo eccessivo di questi grassi ha riscontrato sviluppi di carcinomi, danni al sistema immunitario, squilibri ormonali.
-Ammorbidenti per Indumenti- Quante pubblicità abbiamo visto di ammorbidenti delicati per la pelle, con mamma sorridenti, neonati cullati da soffici tessuti, surrogati di amorevoli carezze materne, teneri orsetti che saltano su lenzuola candide, fiori colorati per sottolineare la purezza e le profumate fragranze di questi prodotti? Qui troviamo speciali fissativi, per prolungarne l'odore piacevole in armadi e casseti, se poi queste sostanze "naturalmente chimiche" posso portare a fenomeni di asma e problemi respiratori poco importa. Studi hanno dimostrato come questi ammorbidenti accellerano il processo di combustione e quindi mettono in risalto la loro infiammabilità. Molti ingredienti, poi, non sono richiesti nelle etichette e sono sotto la voce "altri ingredienti". I danni ambientali di una buona fetta di questi ammorbidenti è inconfutabile, sopratutto per i nostri mari e le specie viventi che ci vivono. Abbiamo, dunque, vestiti candidi e profumati, ma la nostra coscienza può dirsi tale?
-Head & Shoulders- Il rapporto dell'Ecologist ha questo preambolo: " La funzione principale di uno shampoo è quella di detergere i capelli. Questi fumosi prodotti non sono altro che liquidi iper colorati, iper profumati e nonostante i proclami di multi vitamine, rinforzanti vari la differenza sta solo nel prezzo." Gli shampoo "H&S" antiforfora sono altamente irritanti per la cute, e i loro componenti hanno elevati livelli di tossicità. Come riportano innumerevoli studi su internet (drugs.com, consumersearch.com, wikipedia).
-Il tonno-Il 5% del pescato totale nel mondo è tonno. Il suo valore sul mercato è di circa 5 miliardi e mezzo di dollari. Da quando la sua richiesta si è fatta intensiva, da circa una cinquantina d'anni, il suo numero si è ridotto del 95%. Basterebbe questo per proibire l'utilizzo del tonno nell'alimentazione, almeno fino a quando gli stocks saranno a livelli non a rischio. Ma se non bastasse, nel rapporto si nomina e si descrive il metodo più diffuso di pesca del tonno il "Fish Aggregating Devices (FAD’s)", dove con speciali apparecchiature si attirano i tonni ed altre specie marine, destinate alla morte. Il WWF ha stimato lo sterminio annuale di oltre 4 milioni di squali, quasi 100000 diverse specie di tartarughe, 44000 albatros. Oltre alla sostenibiltà, diversi studi, hanno mostrato alti livelli di mercurio in numerose specie di tonno in scatola, per esempio quello "pinna gialla", il suo livello e' cresciuto del 30% negli ultimi 20 anni. Il mercurio, non ci dovrebbe essere bisogno di spiegazioni, è estremamanete tossico: riduzione livello attenzione, problemi di linguaggio, problemi di visibilità, di memoria, insonnia, tremori e cosi via.
-Actimel- Il 70% del sistema immunitario dipende da uno intestino sano, vi sono numerosi studi che provano che il consumo di yogurt puro rinforza il sistema immunitario. Se gli stessi benefici si riscontrano in una boccetta di Actimel non è del tutto chiaro e studiato. Appena 20 anni fa questo mercato non esisteva. A questo si aggiunge che Actimel non dichiara l'effettivo numero di batteri benefici che sono rilasciati con la sua assunzione (il numero ottimale è 10 miliardi). Senza contare che 100g di questo prodotto contengono dai 13 ai 15 grammi di zucchero (ci risiamo!). I vari aromi che troviamo in commercio, fragola, lampone e cosi via, sono naturali al 100%? Secondo il rapporto dell'Ecologist affatto.
-Ketchup- La domanda di Ketchup potrebbe aumentare fino a 3.3 miliardi di dollari nel mondo, questo perchè molti paesi insistono nel fare proprio il sistema di vita occidentale, alimentazione compresa. Molti Ketchup sono fatti con ingredienti naturali, senza conservanti e additivi, e a volte organici, che cosa ci potrebbe essere di sbagliato? Per innumerevoli ricerche, tra le quali quella della "Food Standards Agency" inglese, il Ketchup contiene alti livelli di zucchero, per esempio la marca "Heinz" ne contiene 23.7 g per 100g di prodotto!! Altro particolare su cui dovremmo riflettere, gli ingredienti posso anche essere naturali, ma questi, spesso, non sono locali e richiedono un alto impatto ambientale per il loro trasporto, oltre ai vari processi industriali per i pomodori, all'imballaggio, ad al trasporto appunto. Si calcola che nei soli Stati Uniti l'energia spesa per l'industria alimentare, consumi il 16% per la produzione e il 7% per l'imballaggio.
Questo intenso Rapporto dell'Ecologist ci dimostra (ma ne abbiamo ancora bisogno?) come la nostra vita sia sempre più simile a quella di un pollo d'allevamento intensivo. Abbiamo la luce, ma è quella di una lampadina, abbiamo il cibo, ma è stato avvelenato da altri che lo hanno scelto per noi, abbiamo un riparo ma è quello di una gabbia. C'è ancora troppa gente che crede nella buonafede dei giganti economici che producono il nostro cibo, i nostri vestiti, i nostri cosmetici, plasmando il nostro modo di vivere. C'è ancora troppa gente ipnotizzata, che non comprende come per questi colossi, per queste immense multinazionali, lo scopo finale sia il guadagno, la monetizzazione senza freni e non la nostra salute ne tantomeno la salvaguardia dell'ambiente.
Ogni giorno ci troviamo davanti ad un bivio se decidere della nostra sopravvivenza o delegarla ad altre persone. E' in gioco la nostra vita ed il nostro futuro e di chi verrà dopo di noi, è in gioco una coscienza seppellita nella noia e nella banalità, nell'ignoranza e nell'apatia che ci hanno cucito addosso. Ci vuole una risposta tanto forte quanto immediata, la mediocrità non ha futuro.....maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
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Tuesday, August 2, 2011
Squilla il cellulare, risponde un Gorilla
Secondo un recente studio del "Wall Street Journal" il numero dei milionari nel mondo è cresciuto del 12.2% nel 2010, sono distribuiti tra gli Stati Uniti ed il Giappone, tra la Cina e la minuscola Singapore. Il dato che sconvolge, perlomeno chi ha una coscienza ed una moralità elementare, è un altro: questo esercito di ricconi rappresenta lo 0.9% della popolazione mondiale, ma controlla il 39% delle ricchezze del pianeta!!! Coloro che posseggono più di 5 milioni di dollari sono appena lo 0.1%, ma comandano il 22% dei profitti mondiali!! Questa bilancia completamente sballata delinea i contorni di un pianeta dove la forbice tra chi non ha nemmeno gli occhi per piangere e chi vive circondato da eccessi e opulenze di ogni genere si fa sempre più ampia.
Una minuscola percentuale di uomini e donne sta letteralmente depauperando i restanti popoli e le loro risorse. Non esistono limiti quando l'egoismo fa credere di essere quasi immortali, o meglio invulnerabili alle conseguenze che, come un boomerang, ritorneranno presto o tardi al mittente. Il benessere dei paesi avanzati si misura in PIL, in progressi dell'elettronica, in autostrade a 4 corsie senza una buca, in quartieri residenziali con villette a schiera, con alberi alti e folti per non vedere il marciume delle periferie. Il benessere si misura in giornali di regime che ci informano degli ultimi amori dei personaggi famosi, con sguardi rassicuranti e pubblicità truffa per spendere e consumare nel nulla quel poco di tempo libero che ci è permesso vivere. Negli anni ’50 in una casa italiana
media c’erano meno di 800 oggetti, oggi siamo a più di 5000. Ogni oggetto esige la nostra attenzione e ci impone una serie di scelte. Con l’aumentare delle scelte si moltiplicano quelle meno importanti ma diminuisce lo spazio per le scelte fondamentali. Ma questi stili di vita tecnologici, griffati e luccicanti sono davvero lo specchio di un paese di successo? Tutto questo è reale o illusorio? Quanto potremo andare avanti consumando, inquinando ed ignorando milioni di persone derubate dalla nostra cinica ignoranza? Una cultura che non può distinguere la realtà dall'illusione è destinata ad un suicidio inesorabile.
Quanta gente, cosiddetta istruita, conosce il Coltan ed i suoi utilizzi? Che collegamento c'è tra i Gorilla del Congo e le nostre playstation, i nostri telefonini sempre più piccoli, i nostri ipad simbolo di modernità e potere? Il Coltan è un minerale composto da Columbite e Tantalite, sotto forma di roccia granulosa. I suoi utilizzi sono molteplici ma è sopratutto nell'industria elettronica e dei semiconduttori per la costruzioni di condensatori dove se ne fa largo impiego, per intenderci telefoni cellulari, computer e consolle. Il Congo è uno dei paesi che fornisce al mondo questo minerale, i proventi del commercio semilegale di coltan (così come di altre risorse naturali pregiate) attuato dai movimenti di guerriglia che controllano le province orientali del Congo, alimentano la guerra civile in questi territori. In un rapporto dell'ONU del 2002 si accusava le compagnie impegnate nello sfruttamento delle risorse naturali del paese africano, tra cui il coltan, di favorire indirettamente il prosieguo della guerra civile, con milioni di morti e stupri di massa. L'Agencie French Press ha appena riportato qualche giorno fa dell'ennesimo arresto in Congo di un trafficante illegale di minerali. Sempre nello stesso articolo si sottolinea come l'80% dei minerali esportati da 3 provincie congolesi, Nord/sud Kivu e Maniema, non hanno nessun tipo di controllo circa la loro legale provenienza.
In Congo un addetto all'estrazione del Coltan arriva a guadagnare non più di 4 dollari al giorno, in giornate di estrazioni abbondanti. Mentre un insegnante di liceo puo raggiungere i 50 $ al mese ed un professore universitario i 200 $.
Le operazioni di scavo per estrarre il preziosi minerali e la continua guerra civile,hanno messo in pericolo anche la giungla locale, dove vive una grossa comunità di gorilla e di altre specie animali in via di estinzione, il taglio sconsiderato di vegetazione e l'inquinamento delle varie risorse idriche è una triste realtà. La Repubblica Democratica del Congo è 171° nella classifica dello sviluppo economico dei paesi mondiali stilata dalla Nazioni Unite, un 'epidemia di rosolia di qualche giorno fa ha già ucciso un migliaio di bambini, il 70% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno e gli stupri di massa oramai non fanno più notizia. Questo è il conto salato dallle nostre società supertecnologiche? Il nostro comfort si alimenta con le sofferenze di migliaia di persone, con la distruzione di un pianeta che presto o tardi ci presenterà il conto. Solo adesso si inizia a discutere di una certificazione per le apparecchiature elettroniche che assicuri la provenienza legale di questo minerale, senza stupri, omicidi e deforestazioni criminali, ma l'opulenza occidentale è pronta a rinunciare ai propri giocattoli hi tech?!?
Fino a quando definiremo il nostro derubare risorse, il nostro vivere al di sopra delle potenzialità planetarie, il nostro accumulo di beni inquinanti e superflui, la nostra immensa ignoranza: "progresso", ci saranno ben poche soluzioni per un futuro sempre più in fiamme e sempre meno razionale.......maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
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Tuesday, March 29, 2011
Il Virus dell'uomo
Da un pianeta che continua a discutere se il nucleare sia o meno utile, sicuro e pulito, non c'è da aspettarsi molto di buono. Gli ecosistemi naturali sono spesso in pericolo, sottoposti a continue pressioni dal cosidetto "progresso" che spolpa, giorno dopo giorno, cm preziosi di flora e fauna. Le modifiche apportate dall'uomo in territori naturali, con l'introduzione di specie animali o vegetali aliene, non originarie del luogo, hanno spesso causato disastri e danni irreparabili: piante invasive cresciute a dismisura che mettono a repentaglio la flora indigena, volpi introdotte per combattere l'eccessivo numero di topi in qualche campagna, cresciute a loro volta in maniera incontrollata e pericolosa, gamberi tropicali divenuti unici predatori in qualche fiume italiano o europeo. Una specie animale o vegetale se cresce numericamente in maniera preponderante e spropositata mette a repentaglio l'intero sistema circostante in termini di risorse per sfamarsi, di spazio vitale dove muoversi e di rifiuti prodotti. La razza umana non può esimersi da questo postulato. Il mammifero uomo si è moltiplicato in maniera sconsiderata, grazie ai progressi della scienza, grazie a nuovi farmaci che hanno debellato malattie e virus, nel passato cosiderati mortali. Come per qualsiasi altra specie il nostro numero risulta sproporzionato e questo danneggia inesorabilmente le altre specie animali e vegetali in termini di fonti in maniera insostenibile. Se a questo si aggiunge che i nostri modelli di sviluppo sono ancora basati su processi e metodologie ancora altamente inquinanti e depauperanti per il pianeta e che si deve moltiplicare il tutto per i quasi 7 miliardi di individui presenti sul globo terrestre ed i futuri 9 miliardi tra poco meno di 30 anni, le previsioni non sono così floride. Nonostante questa riflessione preoccupata riportiamo una notizia "parzialmente" positiva per le specie animali ed in particolare per una: la tigre. Questo splendido e fiero animale, forse uno dei più famosi tra i felini, sta pagando personalmente questo incremento antropico. Appena 100 anni fa il numero di tigri in India superava le 100.000 unità, un censimento del WWF e di altre associazioni, nel 2007, ne contava 1411!! Non ho dimenticato nessun zero purtroppo, 1411 tigri. La "buona notizia" di questi giorni è che la popolazione di questo felino è tornata nuovamente a crescere, gli ultimi dati di qualche giorno fa, riportavano 1706 esemplari, sparsi nelle varie riserve naturali. Questo censimento è da considerarsi di grande interesse perchè prende in considerazione, per la prima volta, anche zone di foresta non sotto la diretta tutela delle riserve, dove sono state avvistate circa 50 tigri. Il dato negativo invece, mostra come la superfice di foresta a disposizione di questo animale sia sensibilmente diminuito in pochi anni, passando da 93.600 km quadrati nel 2006 a 72.800 km quadrati nel 2010, mettendo, sopratutto, in pericolo i passaggi tra una riserva all'altra ed il possibile contatto con l'uomo, sempre più vicino. " La nostra economia deve crescere - ha sottolineato il Ministro per l'Ambiente Indiano, Jairam Ramesh, che ha anche aggiunto però - ma dobbiamo riconciliarci anche in una crescita ambientale. Dobbiamo trovare un equilibrio tra la nostra fame di energia e l'imperativo di proteggere la nostre foreste. Crescere con questi ritmi significa cancellare le nostre foreste? Vanno fatte delle scelte". Verso che cosa sta puntando la razza umana ? Verso quale futuro? Il nostro presente è pieno di numeri a doppia cifra su PIL, conti correnti, carte di credito, si fanno grafici, statistiche, si creano nuovi software, si controlla il nostro conto in banca, si progettano ponti sempre più lunghi e grattaceli sempre più alti. Ma per arrivare dove? In un mondo spogliato e violato di ogni risorsa, dove in un futuro, non troppo lontano, proveremo l'ebrezza della solitudine e del rimpianto di quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto? Non so se siamo ancora in tempo per invertire questa rotta suicida e non so nemmeno se ce lo meritiamo davvero. Noi stiamo dalla parte della tigre e di una natura senza la quale non ci sarà nemmeno un futuro......maremmacinghialaaaaaaaaa
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Thursday, December 9, 2010
Democrazia o Dittatura
Etimologicamente il termine "Democrazia" significa " Governo del popolo". Dal Greco "Demos" (popolo) e "Cratos" (potere). Dunque è il popolo che impugna il timone del buon vivere. Dunque è il popolo che sceglie i suoi rappresentanti che sono tenuti a concretizzare e soddisfare le sue richieste per una migliore società civile. Esiste una sola "sovranità" nella Democrazia, ed è quella "popolare". La democrazia come è sbandierata oggi non è altro che un termine da campagna elettorare, un timbro fasullo da utilizzare per tutte le stagioni, ed in tutte le circostanze. L'etichetta è giusta ma il contenuto è truccato. Il paragone alimentare è calzante: in decine di paesi europei ed extra europei si possono trovare centinaia di cibi italiani, con le loro belle confezioni tricolore dai nomi che richiamano al nostro paese "Mozzarella Italia", "Prego", "Pizza" ecc. ecc., peccato che molti di questi prodotti non sono altro che specchietti per le allodole, visto che di italiano, hanno soltanto il nome. Si sono costituiti, quindi, consorzi a tutela del vero marchio italiano, lo stesso dovrebbe avvenire per la parola "Democrazia". Il cittadino che vota è un buon cittadino, il cittadino che consuma il suo stipendio è un ottimo cittadino, il cittadino che non fa domande, o vive di retorica è un cittadino modello. Il cittadino che scende in strada, per protestare, per far valere un suo diritto democratico rientra, invece, nella categoria dei "cattivi" , dei "guerriglieri" o peggio dei "terroristi" altra parolina magica, asso nella manica per ogni strage di civili innocenti in qualche paese sotto una tempesta di bombe, lasciapassare per qualsiasi crimine che autorizza a sparare o manganellare sempre e comunque per primi.
Non esiste una Democrazia senza consenso, ma qual'è il limite dove può finire il suffragio di un popolo ed iniziare il disaccordo di tanti, e chi stabilisce questo limite? Possono i politici definirsi democratici se ignorano sistematicamente ogni forma di opposizione? La Democrazia deve ascoltare gli applausi ed isolare i fischi? Bloccare una strada con una manifestazione ed essere presi a bastonate da poliziotti in tenuta antisommossa è il giusto compromesso democratico? Qual'è il numero minimo di persone in disaccordo per legittimare una protesta? Visti i tempi una frase calzante potrebbe essere quella del giornalista ed umorista inglese Alan Coren: " La democrazia consiste nello scegliere i vostri dittatori, dopo che loro vi hanno detto quello che pensate di voler sentire."
Appena una settimana fa è stato concluso un accordo, da 20 miliardi di dollari, tra l'India del Primo Ministro Manmohan Singh e la Francia di Sarkozy, per la costruzione di due nuovi reattori nucleari, di produzione francese (con la multinazionale dell'energia AREVA), nella regione indiana del Jaitapur, già fortemente industrializzata. Numerosi quotidiani e siti web hanno riportato la notizia, tra cui la BBC. I due nuovi reattori si aggiungeranno ai già 22 presenti in India, tutto questo nonostante il paese non sia firmatario del "Trattato di Non Proliferazione Nucleare" (che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare) insieme ai cosiddetti "Stati canaglia" Pakistan e Corea del Nord, senza dimenticarsi di Israele. La Francia, grazie alla sua multinazionale AREVA, vuole prendersi la propria fetta di mercato indiano, nonostante la forte competizione di USA e Russia. Quest'ultima rifornisce di Uranio almeno 7 centrali nucleari, per via di accordi stipulati nel 2008.
Il primo Ministro indiano Manmohan Singh ricorda che ci sono ancora alcune questioni da chiarire sull'accordo, questioni tecniche e di prezzo (ma la gente è d'accordo?!?). Ciò non toglie che è un paese in forte crescita e la sua voracità di energia non conosce limiti, per il momento. Chi appoggia questi contratti miliardari, appena stipulati, sottolinea che l'India, tra i maggiori produttori di sostanze inquinanti del pianeta, avrà enormi benefici riducendo considerevolmente le sue emissioni tossiche. Nessuno ricorda che le scorie radioattive, delle Centrali già presenti nel paese, sono ancora stoccate nei rispettivi impianti, non avendo ancora scovato un luogo adatto dove scaricare questi veleni.
La multinazionale che fornirà la tecnologia e il combustibile per 25 anni sarà l'AREVA, presente in tutti i principali paesi produttori di atomo, un vero e proprio colosso in campo energetico, controllata dallo Stato francese per quasi il 90%. Il nostro blog aveva trattato di AREVA nel maggio scorso con un articolo intitolato "Nucleare da Bere", dove analisi indipendenti di "Greenpeace" avevano dimostrato gli elevati tassi di radiottività nella zona di estrazione in Niger, dove opera la Compagnia francese, niente di cui stupirsi purtroppo.
Nella regione del Jaitapur prossimo palcoscenico del nucleare di matrice franco-indiana, le operazioni di esproprio della terra erano già iniziate nel maggio scorso, con circa 900 ettari presi con la forza dal governo indiano, visto che i villaggi locali si sono anche rifiutati di accettare qualsiasi compensazione. La biodiversità della zona è a rischio ed una centrale nucleare non ha sicuramente un impatto leggero intaccando presto o tardi i mezzi di sussistenza della gente locale. Ma la forza "democratica" del governo si è palesata appena due giorni dopo l'accordo tra Sarkozy e Singh: centinaia di persone che protestavano nella zona di prossima costruzione dell'impianto sono state arrestate sommariamente, tra loro anche alcuni leader ambientalisti locali (tutto riportato sul quotidano nazionale "The Hindu"). La polizia si è rifiutata di fornire dettagli sulla protesta. Nell'area del Jaitapur una legge speciale vieta gli assembramenti di piazza. Chissà se questa legge era presente nel programma elettorale del primo Ministro Singh, nelle ultime elezioni. In quell'area vi sono 150 ettari di mangrovie con una flora ed una fauna molto variegata, 2335 contadini hanno avuto garanzie che tutto sarà constantemente monitorato per evitare rilasci di sostanze tossiche con particolare attenzione alla salvaguardia della biodiversità...è incredibile se esiste ancora chi crede a queste fesserie da business man di terz'ordine. Chi promuove questo progetto, infatti, ribadisce che gli impianti non causeranno nessuno danno ambientale ma addirittura miglioreranno e abbelliranno l'area circostante. Nessuno si mette ad un tavolo a discutere, a capire, e ad ascoltare le ragioni di questa gente, non serve a niente, tutto è già stato deciso da tempo, tutto è già stato pianificato, con una sceneggiatura dove il popolo fa la parte della comparsa. Chi crede fermamente nel nucleare, nella sua sicurezza e nella sua pulizia dovrebbe offrirsi volontario per una residenza a vita nei pressi di un impianto, ed invece i Governi democratici invadono prepotentemente la vita di intere famiglie, stravolgendone per sempre il futuro, deve vincere il profitto, costi quel che costi. Fino a che il progresso continuerà ad andare a braccetto con tecnologie da miliardi di dollari, con scorie da smaltire, con abusi di potere, infliggendo ferite profonde nella gente e nella terra, sarà un'altra parola straziata dal suo reale significato. C'è ancora tempo per cambiare, basta bugie, basta agenti di vendita travestiti da politici, basta!!
Lotta continua...maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaa
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Tuesday, September 28, 2010
La Battaglia dell'Ecuador!
La distruzione, lo sfruttamento e la menzogna sono gli ingredienti spesso fondamentali del progresso, quello che si nutre unicamente di profitto a tempo zero. Un rullo compressore che avanza senza freni, cancellando tradizioni, paradisi naturali, diritti civili e qualsiasi tipo di protesta, bollata come violenta e pericolosamente sovversiva. Chi non si allinea, chi non si fa addomesticare dal denaro, chi non accetta delle verità preconfezionate, chi fa domande troppo rumorose per coloro abituati e ricevere silenziosi consensi, chi si batte per dei valori universali che non passeranno mai di moda, ognuna di queste personalità formano il terrorista, il guerrigliero, l'estremista di turno, quello da incarcerare senza un valido motivo, quello da perseguitare fino in tribunale, da stanare, perchè il vento della protesta non torni a soffiare più forte che mai.
Il disastro della BP nel golfo del Messico è stato classificato come il più grande di tutti i tempi da una società che tende sempre a ricercare il massimo e la sensazionalità in qualsiasi evento. Si vuole quantificare a tutti i costi, dando un peso specifico per una opinione pubblica sempre più assuefatta ai drammi, sempre più anestetizzata al dolore degli altri. E allora si usano numeri da capogiro, aggettivi da televendita quali "Unico! Eccezionale! Irripetibile! Drammatico! Incalcolabile!" I danni ambientali richiedono anni per essere quantificati, vi sono danni a breve termine, come quelli per le attività ittiche o per gli uccelli incatramati di progresso che si adagiano incolpevoli su qualche spiaggia senza futuro. Vi sono i danni a lungo termine, come quelli per la conservazione di intere specie marine che dovranno fare i conti con una alimentazione avvelenata e spesso mortale, vi sono i danni alle persone che considerano quel mare quasi un amico con cui condividere ore della loro vita. Vi sono danni senza tempo, come le promesse di qualche politico di turno, promesse gridate ai microfoni, promesse, parole e promesse, mentre qualche altra multinazionale si prepara ad un nuovo disastro ed a nuove promesse.
Nel nord dell'Ecuador una fetta di foresta amazzonica è stata ferita mortalmente dalla "Texaco", la compagnia petrolifera americana, che nel 2001 si è fusa con la Chevron. 26 anni, oltre 350 pozzi petroliferi scavati nel cuore di un paradiso tropicale. 30 miliardi di profitti del 1964 al 1990, 18 miliardi (!!!) di galloni di petrolio riversati in fiumi, ruscelli; Vasche per la raccolta dei liquami tossici senza i dovuti rivestimenti che hanno contaminato falde acquifere ed ucciso uomini ed animali, questi alcuni dati da un articolo sul quotidiano "L'Unità" del gennaio scorso intitolato "Ecuador, il paradiso cancellato dalla Texaco". L'incidenza dei tumori è 30 volte superiore alla media nazionale.
"Quando gli uomini della Texaco scesero dagli elicotteri nella giungla nei primi anni ’60, regalarono alla gente del luogo pane, formaggio, piatti e bicchieri. A tutt’oggi e’ la sola ricompensa toccata alle popolazioni indigene che vivono da queste parti" Sembra quasi di tornare indietro di secoli, stessa identica scena: i conquistadores senza elicotteri ma su pesanti vascelli che regalavano monili e cianfrusaglie agli indigeni locali che in cambio donavano oro e diamanti, quel semplice baratto fu l'inizio della loro fine. Tutto si ripete: un palcoscenico dove cambiano gli attori ma non cambia la trama.
Le popolazioni rimaste di indigeni stanno tentando dopo 16 anni di processo contro la Chevron di ottenere un risarcimento per questo tornado di umiliazioni e violenze nella loro terra.
La Multinazionale americana rischia di dover pagare miliardi di dollari di multa per provare a recuperare e ripulire la foresta da ferite maleodoranti ed infette, alcune forse indelebili. "Le popolazioni locali rischiano di morire di cancro fino al 2080 anche se la Chevron dovesse bonificare l'area per i prossimi 10 anni", così viene riportato in un articolo dall'Associazione per la difese della Amazzonia "Amazon Watch". L'articolo prende atto che anche l'ultima ricerca, svolta da scienziati e ed esperti del settore americani, confermi sostanzialmente le colpe della Chevron: danni a falde acquifere, terreni avvelenati, miliardi di dollari per ripulire, più di mille persone uccise dai veleni, un ecosistema che non esiste più. Nonostante le forti pressioni che questi studiosi (americani in maggioranza) hanno subito dalla Multinazionale, non si è potuta negare l'evidenza di un disastro globale. "Il più grande di sempre" secondo l'avvocato che difende le comunità indigene, Pablo Fajardo, che continua "Qui parliamo di una contaminazione continua per 50 anni, nulla a che vedere con quella della BP".
La compagnia petrolifera ovviamente non ci sta e si difende con qualsiasi mezzo a disposizione: avvocati strapagati, potenza di persuasione ai massimi livelli e tentacoli allungati in ogni settore della società. Circola un video in cui si tenta di accusare il governo Ecuadoriano di essere in combutta con uno dei giudici del processo. Una causa che và avanti da oltre 20 anni, abilmente rimandata e ritardata dalla Chevron che prova con le calunnie e le falsità di confondere l'opinione pubblica ed i giudici. " Tutto rientra nella strategia della Multinazionale, i ritardi, le accuse infondate, le falsità, bisogna sviare dalla montagna di prove che inchiodano questo colosso petrolifero" questo il commento di Steven Donzinger, uno degli avvocati che difendono queste popolazioni indigene.
I Cofan, i Siona, i Secoya, i Kishwa e il popolo Huaorani hanno molto da insegnare al mondo. Loro come tutte le altre tribù indigene rimaste sul pianeta. Abbiamo raggiunto un progresso che ci ha semplicemente allontanato dalla nostra Terra, un progresso egoistico e suicida. Non riusciamo a vedere oltre la nostra aiuola curata e la nostra macchina a bassi consumi. C'è sempre tempo per rimandare quel cambiamento radicale che il pianeta ci sta urlando. Non serve essere ambientalisti o contro il progresso, basterebbe essere umani, tornando a ragionare con un minimo di logica e di cuore. Stiamo depredando il nostro mondo, stiamo depredando il nostro futuro e qualche gruppo di indigeni senza Lauree universitarie o conti in banca da milioni di dollari cerca di farcelo capire, con una saggezza semplice ed antica che non ci ricordiamo più......maremma cinghialaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! Fight for Amazonia!!!
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Thursday, February 4, 2010
Scienza Psichedelica
Le sostanze stupefacenti possono rivelarsi una ottima scusante nei casi di confusione mentale, che si traduce, inequivocabilmente, in una dialettica sconclusionata, imbarazzante e priva di ogni logica. Eppure, può esserci anche di peggio: ossia dire una boiata al secondo ed essere completamente lucidi, nella piena funzione delle proprie capacità mentali. Nella fattispecie la seconda possibilità è anche più grave della prima, in quanto il soggetto emette, a mò di geyser, un quantitativo di fesserie incontrollabili, essendone assolutamente convinto. Questo è il caso dell'emerito Professore di Chimica, Franco Battaglia, che da qualche tempo cura degli articoli su "Il Giornale" su temi prevalentemente ambientali. Il docente-giornalista, che nel 2001-02 è stato nominato Coordinatore del Comitato Scientifico dell'Agenzia Nazionale Protezione Ambiente del Governo Berlusconi, analizza e demolisce sistematicamente teorie scientifiche considerate acquisite dalle più autorevoli organizzazioni in materia. Ma questo trapezista dell'ignoto, si spinge ancora un pò oltre, negando delle verità storiche basilari, giusto per sostenere il proprio tornaconto di "illuminato onnisciente".
Ma procediamo con ordine e vediamo queste perle di cultura scientifica che il professore ci propone, non senza una certa stucchevole saccenza.
- Articolo su "Il Giornale" del 20 luglio 2008 "Uno scempio che costa tanto e produce poco" tema in questione, le energie alternative ed un progetto di parco eolico a largo della Sicilia sul quale, il nostro "savio scienziato" dice:" Il progetto costa mezzo miliardo e fornirà energia elettrica «sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 390mila famiglie». Mi chiedo quand'è che la smetteranno - anche all'Enel - di usare la «famiglia» come unità d'energia. La verità è che quelle 115 torri (fatemelo ripetere: 115) erogheranno meno di un decimo dell' energia che erogherebbe un solo reattore nucleare, costando però solo 4 volte di meno di questo." ed ancora:"L'eolico in Italia incide per meno dell'1% (e il FotoVoltaico per meno dello 0.0001%)" . Quindi paesi come la Germania, la Spagna, gli Stati Uniti amano buttare via i propri soldi in tecnologie inutili? Difatti questi paesi, secondo la WWEA (World Wind Energy Association) hanno incrementato considerevolmente le proprie capacità energetiche dall'eolico: gli Stati Uniti hanno portato la nuova potenza installata a oltre 25.000 megawatt, la Germania a 23.900 megawatt, La Spagna detiene la terza posizione mondiale con 16.700 megawatt di potenza cumulata. Proprio lo scorso gennaio, nella penisola iberica, si è registrato un record in megawatt di "potenza istantanea" dall'eolico: ben 11.643 megawatt pari a 11 centrali nucleari, che ha coperto la domanda di elettricità per il 42% della penisola. Il fotovoltaico viene addirittura sommerso da una manciata di zeri, 0.0001%, caso vuole che esistono centinaia di esempi di come l'energia generata dal sole continui a crescere, migliorando le proprie performance: vicino a Siviglia, in Spagna, è in continua espansione una centrale solare con una potenza installata di 20 megawatt, in grado di fornire energia a circa 10000 case. L'Italia ha prodotto, nel 2009, energia dal fotovoltaico pari a 1000 gigawatt, dati forniti dall'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas.
- Articolo su "Il Giornale" del 24 luglio 2008 intitolato " Nucleare, il pericolo non c'è, ma il terrore mediatico si", qui le "perle scientifiche" del professore cominciano a crescere ed a regalare al lettore emozioni inaspettate. Si parla di un incidente avvenuto in Francia nella centrale di "Tricastin" dove un certo quantitativo di uranio liquido è stato versato in un fiume nelle vicinanze dell'impianto, secondo Battaglia:" Mi risulta, che si trattava di circa 70 kg di uranio diluitissimi in ben 25.000 litri di acqua. L’uranio è un elemento debolissimamente radioattivo ed è contenuto nell’ambiente in quantità tali che quel che è successo è totalmente irrilevante: nessuno è morto, nessuno si è ammalato, neanche di raffreddore, né l’ambiente può averne sofferto, essendogli stato restituito ciò che gli era stato sottratto." Ma leggendo "Le Figaro" e "Le Monde" la patetica storiella di Battaglia traballa alquanto: si apprende, infatti, che la quantità di uranio sversata durante questo incidente (12 g per litro d’acqua, circa 360 kg di uranio secondo Le Monde) sorpassava di 100 volte la quantità massima autorizzata di liquido radioattivo legalmente sversabile dalla Socrati (La Compagnia che gestisce l'impianto nucleare). Sempre "Le Monde" si avvaleva di uno studio tedesco per sottolineare come l'incidenza di tumori infantili sia doppia entro un raggio di 5 km dalla centrale. Successivamente la società "Socrati" ha dichiarato che: la perdita di uranio sarebbe inferiore a quanto precedentemente annunciato, si tratterebbe di 75 kg di uranio in 6,25 metri cubi d'acqua, il che vuole dire 6250 litri d'acqua e non 25000 come sparato ad occhi chiusi dal nostro famoso "tuttologo". Per quanto riguarda la frase sul restituire alla natura ciò che gli viene sottratto, potrebbe essere divertente leggerla sulle pagine del "Vernacoliere", con lo stesso ragionamento potremmo dire che il petrolio riversato in mare, non è poi un episodio così grave, in quanto restituiamo alla natura ciò che gli viene sottratto con le estrazioni. Complimenti per la fantasia.....scientifica ovviamente.
-Articolo sul "Il Giornale" del 25 luglio 2008 intitolato " Nucleare, inutile allarmismo, siamo tutti contaminati", cominciamo ad addentrarci nel "fantasmagorico" mondo dell'assurdo con esempi come questo: " in piazza S. Pietro, lastricata con cubetti di porfido naturalmente radioattivi per via del torio in essi contenuto, la dose è quasi doppia di quella entro il raggio di 30 km dell'area proibita attorno a Chernobyl". Dunque San Pietro come Chernobyl? Il Papa più radioattivo di una barra di uranio fluorescente? Sul sito "Città Nuove" si spiega questa giochino per confondere il lettore, si combinano esposizioni annuali alla radiazioni con esposizioni di pochi minuti, eliminando il fattore "tempo" San Pietro sembra più radioattiva di Chernobyl, quindi: basta non fare confusione tra la dose di radioattività emessa in un anno, come quella dei cubetti di porfido in piazza S.Pietro, con quella assorbita dai lavoratori della Tricastin in un piccolo arco di tempo (immaginiamo una decina di minuti) e provare, quindi, a fare un po' di conti. Se i lavoratori della Tricastin avessero assorbito la radioattività di 0,5 mSv, per l'appunto, per dieci minuti, è come se fossero stati esposti ad un livello annuo di 0,5x6x24x365 =26.280 mSv. Viceversa, quegli stessi lavoratori della Tricastin, se negli stessi ipotetici dieci minuti fossero stati in piazza S. Pietro, avrebbero assorbito solo 7/365/24/6 = 0,00001 mSv, cioè una dose di radioattività 5000 volte minore di quella che hanno assorbito sul posto di lavoro". L'articolo di Battaglia, però, ci riserva un altro clamoroso passaggio che merita attenzione, in pieno delirio giornalistico, si legge:" Persino a quei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki che furono esposti a dosi istantanee di 200 mSv non è stato riscontrato alcun aumento di incidenza di cancro, né, a distanza di 60 anni, nella loro progenie". "Huston? Abbiamo un problema!", eppure il passaggio dell'articolo dice proprio questo. Sembra quasi inutile smentire questa affermazione, ma, giusto per la cronaca, prendiamo a caso nella marea di ricerche, studi, documenti scientifici che affermano l'esatto contrario: PNAS (Proceedings of National Academy of Sciences of United States), gli effetti delle radiazioni dalle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki si continuano a vedere oggi, dopo più di 50 anni da quel giorno nefasto. Tutto questo senza citare Chernobyl, considerato ancora oggi uno dei luoghi più radiottivi del pianeta, con bambini che continuano a nascere con deformazioni totalmente anomale.
-Articolo sul "Il Giornale" del 21 ottobre 2008 intitolato "Che significa 20-20-20? Andare tutti a piedi" qui il comune lettore accusa già i sintomi di sbornia da "porcheria acuta" ma indomito continua la lettura. Il pezzo critica il pacchetto per ridurre del 20% le emissioni di gas serra, aumentare al 20% il risparmio energetico, incrementando le fonti rinnovabili del 20%. Ecco una considerazione illuminante: "Dobbiamo allora risparmiare petrolio, gas e carbone, perché altrimenti finiscono? No, perché non ha senso risparmiare un bene finito. Per esempio: se il petrolio del pianeta finisse fra 50 anni e se l’Italia decidesse da domani di risparmiarlo al 100%, allora il petrolio del pianeta finirebbe fra 51 anni...20-20-20, dicono. Il che ci consente di fare l’aritmetica di cui vi risparmio i calcoli e vi do il risultato: l’Italia entro il 2020 dovrebbe essersi sbarazzata di tutte le automobili in circolazione". Forse sarebbe piu opportuno darci il calcolo e risparmiarci queste deliranti affermazioni!
-Articolo su "il Giornale" del 8 gennaio 2009 intitolato " Io fisico controcorrente vi spiego il bluff del riscaldamento globale", ricordando che il professore non è un climatologo ma un fisico con la tendenza ad una inverosimile sapienza, riportiamo le sue idee sul tema clima e riscaldamento globale: "L'attuale riscaldamento è cominciato nel 1700, quando erano l'industrializzazione assente e mezzo miliardo la popolazione mondiale, e ha continuato fino al 1940 quando erano l'industrializzazione quasi assente e la popolazione 1/3 della odierna". In realtà le temperature a livello del mare sono considerevolmente aumentate, specie negli ultimi 12 anni, come spiega questo grafico. Una accellerazione troppo anomala per non addurre colpe alla mano dell'uomo. Le controversie, tra chi sostiene che il riscaldamento globale sia un processo antropico e chi invece un semplice corso di madre natura in cui l'uomo non ha la minima influenza, sono sempre più accese. Esiste il gruppo scientifico "IPCC" (Intergovernamental Panel on Climate Change) formato dalle Nazioni unite per studiare i cambiamenti in corso e che si basa su un gruppo di lavoro 1 che si occupa delle basi scientifiche dei cambiamenti climatici; un gruppo di lavoro 2 che si occupa degli impatti dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali e umani, delle opzioni di adattamento e della loro vulnerabilità; un gruppo di lavoro 3 si occupa della mitigazione dei cambiamenti climatici, cioè della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Ma esiste anche il N-IPPC istituito da qualche centinaio di scienziati, o presunti tali, tra cui Franco Battaglia, con scarse competenze sul clima, che rifiutano la teoria del riscaldamento globale. Quello che risulta lampante è che l' IPCC, il gruppo pro-riscaldamento, diffonde documentazione che deve passare al vaglio di numerosi controlli della comunità scientifica internazionale per appurarne la veridicità, mentre nel N-IPCC non è stato previsto alcun processo di controllo e di verifica da parte del resto della comunità scientifica.
Questi due gruppi di pensiero utilizzano due modelli di misurazione delle temperature terrestri diversi: il gruppo pro-riscaldamento IPCC si riferisce alle temperature delle stazioni metereologiche mondiali poi ricalcolate per estrapolarne la media, i dati sono ufficiali dalla fine del 1800 e evidenziano una febbre insolita per il pianeta; il gruppo contro-riscadamento il N-IPCC utilizza come misuratori, i satelliti meteorologici posti nella troposfera ( a circa 15 km di altitudine) che hanno una forbice di misurazioni molto inferiore, avendo iniziato la loro attività negli anni '80 del 1900 e che evidenziano un aumento della temperatura meno allarmante. Pur sempre un leggero aumento, non notato dal professor Battaglia, che scrive: "Tutti i modelli matematici che attribuiscono ai gas-serra antropici il ruolo di governatori del clima prevedono che nella troposfera a 10 km al di sopra dell'equatore si dovrebbe osservare un riscaldamento triplo rispetto a quello che si osserva alla superficie terrestre; orbene, le misure (ripeto: misure, non chiacchiere) satellitari non rivelano, lassù, alcun aumentato riscaldamento, men che meno triplo, ma, piuttosto, un rinfrescamento". Ovviamente a noi comuni mortali, semplici lettori, non è dato sapere a quali modelli matematici si riferisca "il sapiente", forse gli stessi modelli che negano connessioni tra la radioattività e le morti per tumore. Studi interessanti e non chiacchere, sono stati compiuti sui pini californiani, che hanno una longevità millenaria. Secondo la PNAS, la rivista dell'Accademia Nazionale della Scienza Inglese, si ritiene che sia stato l’aumento delle temperature dal 1950 in poi a causare la diffusione e la crescita senza precedenti dei pini in zone di latitudine molto vicina a quella in cui i pini non potrebbero crescere.
Le controversie sul clima ci sono, molte, però sembrano dettate da un desiderio di strumentalizzare e ridicolizzare gli studi condotti in questi decenni dalle migliori organizzazioni scientifico/ambientali che lottano ogni giorno, più che con un tipo di industria inquinante, contro una ideologia del profitto a tutti i costi, un tornaconto cieco radicato nei decenni, che sfrutta e spolpa questo pianeta in modo insostenibile, generando squilibri, ineguaglianze, veleni e tensioni sociali.
- Articolo sul "Il giornale" del 31 luglio 2009, intitolato " Puristi della tavola dietrofront:" Il cibo biologico non è il migliore." Riusciamo letteralmente a leggere tra le righe di questo articolo il piacere intenso che quest'uomo ha nel distruggere, o almeno provarci, quelle verità sane acquisite dalla nostra società. L'articolo evidenzia :" È questa la conclusione resa nota ieri dalla «Food Standards Agency», l’agenzia governativa britannica per gli alimenti, dopo un’indagine durata 12 mesi e condotta sulla base di oltre 160 ricerche degli ultimi 50 anni. Perché le differenze rilevate nei nutrienti contenuti nei prodotti biologici rispetto a quelli più convenzionali ci sono, ma non rilevanti al punto da incidere sulla salute dei consumatori". Battaglia, omette una dichiarazione di uno dei curatori inglesi di questo rapporto che dice:" Il nostro lavoro non riguarda le conseguenze sull'organismo dell'uso di pesticidi ed erbicidi, ma i risultati sono lo stesso sorprendenti". Non mi sembra una differenza da poco!!! Un'ulteriore risposta, a questo ennesimo esempio di ottima disinformazione, ce la offre il fondatore di "slow food" Carlo Petrini: " UDITE udite: un pomodoro bio non avrebbe più vitamine di un pomodoro convenzionale. E allora? Anche ammesso fosse vero – e ci sono fior di ricerche a provare il contrario – pensano davvero che i consumatori scelgono il bio solo perché credono abbia più vitamine? Non li sfiora il pensiero che chi sceglie di consumare o produrre bio ha una visione un poco più complessa e ampia del cibo? Non si vive di sole vitamine. Si vive di rispetto dei ritmi di maturazione, di tutela della fertilità dei terreni, di paesaggi custoditi, di bellezza pur nello sviluppo, di tessuto sociale, di bontà organolettica, di relazioni umane come quelle che si instaurano in un mercato di prossimità. Si vive di assenza di residui chimici. Si vive di cibo raccolto quando è maturo e prodotto nei territori vocati, si vive di cibo spostato il meno possibile, si vive di cibo vero. E si vive di cibo trasparente". Ma come si fa a spiegare questi concetti ad un sedicente scienziato della portata di Battaglia? Impossibile.
- Ultimo Articolo che analizziamo è quello apparso sul "Il Giornale" del 01 ottobre 2009 intitolato " Ridurre il CO2? E' dannoso". Qui le teorie del professore rasentano le più alte vette della scienza da "Baci Perugina" infatti leggiamo: "Non so cosa le dicano i suoi consiglieri scientifici, ma è bene che lei sappia che ogni programma di riduzione di CO2 è dannoso, impossibile e inutile. Il danno. Emettiamo CO2 anche quando dormiamo, perché, per esempio, sono in azione i climatizzatori d’estate, le caldaie d’inverno e i frigoriferi sempre. Ci fa emettere CO2 l’86% delle nostre azioni, per cui ridurre le emissioni significa agire di meno, cioè lavorare di meno". Qui ci vorrebbe una standing ovation collettiva, siamo oltre lo scibile umano. E' vero che il CO2 fa parte di complessi meccanismi naturali, come la fotosintesi delle piante, è vero anche che questa sostanza è presente nell'organismo umano in quanto funge da tampone per il PH sanguigno ed è altresi' appurato la sua presenza nell'atmosfera terrestra, ma con dei limiti ben precisi. Come diceva Paracelso, medico e scienziato del XVI secolo "E' la dose che fa il veleno." Vivere in un pianeta saturo di CO2 non è esattamente consigliato. Lo conferma, tra l'altro, un recente studio dell'EPA (l'Agenzia Americana per l'ambiente): l'anidride carbonica è nociva per l'uomo e rappresenta un rischio per la salute delle persone. "Il documento infatti non certifica solo che «l'inquinamento fa male», ma anche che «l'inquinamento è causato dall'uomo". Un recente articolo del "New York Times" rincara la dose, sottolineando come un altro studio dell'EPA metta in luce come il rischio di contrarre malattie dovute ai gas tossici presenti nell'aria sia in costante aumento. Sorvoliamo poi sulla condizione delle principali metropoli italiane in quanto a smog e decessi relativi, dall'annuale rapporto di "Legambiente".
La solita meritocrazia italiana promuove e foraggia personaggi della portata di Franco Battaglia, libero di scrivere balle continue e di ricevere anche incarichi governativi o elogi da parte di altrettanti cantastorie quali sono i politici, tranne rarissimi casi. Chi subisce l'informazione, divenendo un soggetto passivo pronto ad accettare qualsivoglia storiella, permette la moltiplicazione di queste menzogne campate in aria. Un gregge di pecore senza una coscienza, libero di muoversi e pascolare sempre nei limiti di recinti decisi a priori sulla nostra pelle. A quando la prossima fesseria? Magari che l'estinzione degli animali non esiste, è una invenzione degli ambientalisti, non sono gli animali che diminuiscono ma noi che aumentiamo....non mi stupirei di leggerla a breve nei prossimi fantarticoli di uno dei tanti illusionisti legalizzati.......maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
-Articolo sul "Il Giornale" del 25 luglio 2008 intitolato " Nucleare, inutile allarmismo, siamo tutti contaminati", cominciamo ad addentrarci nel "fantasmagorico" mondo dell'assurdo con esempi come questo: " in piazza S. Pietro, lastricata con cubetti di porfido naturalmente radioattivi per via del torio in essi contenuto, la dose è quasi doppia di quella entro il raggio di 30 km dell'area proibita attorno a Chernobyl". Dunque San Pietro come Chernobyl? Il Papa più radioattivo di una barra di uranio fluorescente? Sul sito "Città Nuove" si spiega questa giochino per confondere il lettore, si combinano esposizioni annuali alla radiazioni con esposizioni di pochi minuti, eliminando il fattore "tempo" San Pietro sembra più radioattiva di Chernobyl, quindi: basta non fare confusione tra la dose di radioattività emessa in un anno, come quella dei cubetti di porfido in piazza S.Pietro, con quella assorbita dai lavoratori della Tricastin in un piccolo arco di tempo (immaginiamo una decina di minuti) e provare, quindi, a fare un po' di conti. Se i lavoratori della Tricastin avessero assorbito la radioattività di 0,5 mSv, per l'appunto, per dieci minuti, è come se fossero stati esposti ad un livello annuo di 0,5x6x24x365 =26.280 mSv. Viceversa, quegli stessi lavoratori della Tricastin, se negli stessi ipotetici dieci minuti fossero stati in piazza S. Pietro, avrebbero assorbito solo 7/365/24/6 = 0,00001 mSv, cioè una dose di radioattività 5000 volte minore di quella che hanno assorbito sul posto di lavoro". L'articolo di Battaglia, però, ci riserva un altro clamoroso passaggio che merita attenzione, in pieno delirio giornalistico, si legge:" Persino a quei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki che furono esposti a dosi istantanee di 200 mSv non è stato riscontrato alcun aumento di incidenza di cancro, né, a distanza di 60 anni, nella loro progenie". "Huston? Abbiamo un problema!", eppure il passaggio dell'articolo dice proprio questo. Sembra quasi inutile smentire questa affermazione, ma, giusto per la cronaca, prendiamo a caso nella marea di ricerche, studi, documenti scientifici che affermano l'esatto contrario: PNAS (Proceedings of National Academy of Sciences of United States), gli effetti delle radiazioni dalle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki si continuano a vedere oggi, dopo più di 50 anni da quel giorno nefasto. Tutto questo senza citare Chernobyl, considerato ancora oggi uno dei luoghi più radiottivi del pianeta, con bambini che continuano a nascere con deformazioni totalmente anomale.
-Articolo sul "Il Giornale" del 21 ottobre 2008 intitolato "Che significa 20-20-20? Andare tutti a piedi" qui il comune lettore accusa già i sintomi di sbornia da "porcheria acuta" ma indomito continua la lettura. Il pezzo critica il pacchetto per ridurre del 20% le emissioni di gas serra, aumentare al 20% il risparmio energetico, incrementando le fonti rinnovabili del 20%. Ecco una considerazione illuminante: "Dobbiamo allora risparmiare petrolio, gas e carbone, perché altrimenti finiscono? No, perché non ha senso risparmiare un bene finito. Per esempio: se il petrolio del pianeta finisse fra 50 anni e se l’Italia decidesse da domani di risparmiarlo al 100%, allora il petrolio del pianeta finirebbe fra 51 anni...20-20-20, dicono. Il che ci consente di fare l’aritmetica di cui vi risparmio i calcoli e vi do il risultato: l’Italia entro il 2020 dovrebbe essersi sbarazzata di tutte le automobili in circolazione". Forse sarebbe piu opportuno darci il calcolo e risparmiarci queste deliranti affermazioni!
-Articolo su "il Giornale" del 8 gennaio 2009 intitolato " Io fisico controcorrente vi spiego il bluff del riscaldamento globale", ricordando che il professore non è un climatologo ma un fisico con la tendenza ad una inverosimile sapienza, riportiamo le sue idee sul tema clima e riscaldamento globale: "L'attuale riscaldamento è cominciato nel 1700, quando erano l'industrializzazione assente e mezzo miliardo la popolazione mondiale, e ha continuato fino al 1940 quando erano l'industrializzazione quasi assente e la popolazione 1/3 della odierna". In realtà le temperature a livello del mare sono considerevolmente aumentate, specie negli ultimi 12 anni, come spiega questo grafico. Una accellerazione troppo anomala per non addurre colpe alla mano dell'uomo. Le controversie, tra chi sostiene che il riscaldamento globale sia un processo antropico e chi invece un semplice corso di madre natura in cui l'uomo non ha la minima influenza, sono sempre più accese. Esiste il gruppo scientifico "IPCC" (Intergovernamental Panel on Climate Change) formato dalle Nazioni unite per studiare i cambiamenti in corso e che si basa su un gruppo di lavoro 1 che si occupa delle basi scientifiche dei cambiamenti climatici; un gruppo di lavoro 2 che si occupa degli impatti dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali e umani, delle opzioni di adattamento e della loro vulnerabilità; un gruppo di lavoro 3 si occupa della mitigazione dei cambiamenti climatici, cioè della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Ma esiste anche il N-IPPC istituito da qualche centinaio di scienziati, o presunti tali, tra cui Franco Battaglia, con scarse competenze sul clima, che rifiutano la teoria del riscaldamento globale. Quello che risulta lampante è che l' IPCC, il gruppo pro-riscaldamento, diffonde documentazione che deve passare al vaglio di numerosi controlli della comunità scientifica internazionale per appurarne la veridicità, mentre nel N-IPCC non è stato previsto alcun processo di controllo e di verifica da parte del resto della comunità scientifica.
Questi due gruppi di pensiero utilizzano due modelli di misurazione delle temperature terrestri diversi: il gruppo pro-riscaldamento IPCC si riferisce alle temperature delle stazioni metereologiche mondiali poi ricalcolate per estrapolarne la media, i dati sono ufficiali dalla fine del 1800 e evidenziano una febbre insolita per il pianeta; il gruppo contro-riscadamento il N-IPCC utilizza come misuratori, i satelliti meteorologici posti nella troposfera ( a circa 15 km di altitudine) che hanno una forbice di misurazioni molto inferiore, avendo iniziato la loro attività negli anni '80 del 1900 e che evidenziano un aumento della temperatura meno allarmante. Pur sempre un leggero aumento, non notato dal professor Battaglia, che scrive: "Tutti i modelli matematici che attribuiscono ai gas-serra antropici il ruolo di governatori del clima prevedono che nella troposfera a 10 km al di sopra dell'equatore si dovrebbe osservare un riscaldamento triplo rispetto a quello che si osserva alla superficie terrestre; orbene, le misure (ripeto: misure, non chiacchiere) satellitari non rivelano, lassù, alcun aumentato riscaldamento, men che meno triplo, ma, piuttosto, un rinfrescamento". Ovviamente a noi comuni mortali, semplici lettori, non è dato sapere a quali modelli matematici si riferisca "il sapiente", forse gli stessi modelli che negano connessioni tra la radioattività e le morti per tumore. Studi interessanti e non chiacchere, sono stati compiuti sui pini californiani, che hanno una longevità millenaria. Secondo la PNAS, la rivista dell'Accademia Nazionale della Scienza Inglese, si ritiene che sia stato l’aumento delle temperature dal 1950 in poi a causare la diffusione e la crescita senza precedenti dei pini in zone di latitudine molto vicina a quella in cui i pini non potrebbero crescere.
Le controversie sul clima ci sono, molte, però sembrano dettate da un desiderio di strumentalizzare e ridicolizzare gli studi condotti in questi decenni dalle migliori organizzazioni scientifico/ambientali che lottano ogni giorno, più che con un tipo di industria inquinante, contro una ideologia del profitto a tutti i costi, un tornaconto cieco radicato nei decenni, che sfrutta e spolpa questo pianeta in modo insostenibile, generando squilibri, ineguaglianze, veleni e tensioni sociali.
- Articolo sul "Il giornale" del 31 luglio 2009, intitolato " Puristi della tavola dietrofront:" Il cibo biologico non è il migliore." Riusciamo letteralmente a leggere tra le righe di questo articolo il piacere intenso che quest'uomo ha nel distruggere, o almeno provarci, quelle verità sane acquisite dalla nostra società. L'articolo evidenzia :" È questa la conclusione resa nota ieri dalla «Food Standards Agency», l’agenzia governativa britannica per gli alimenti, dopo un’indagine durata 12 mesi e condotta sulla base di oltre 160 ricerche degli ultimi 50 anni. Perché le differenze rilevate nei nutrienti contenuti nei prodotti biologici rispetto a quelli più convenzionali ci sono, ma non rilevanti al punto da incidere sulla salute dei consumatori". Battaglia, omette una dichiarazione di uno dei curatori inglesi di questo rapporto che dice:" Il nostro lavoro non riguarda le conseguenze sull'organismo dell'uso di pesticidi ed erbicidi, ma i risultati sono lo stesso sorprendenti". Non mi sembra una differenza da poco!!! Un'ulteriore risposta, a questo ennesimo esempio di ottima disinformazione, ce la offre il fondatore di "slow food" Carlo Petrini: " UDITE udite: un pomodoro bio non avrebbe più vitamine di un pomodoro convenzionale. E allora? Anche ammesso fosse vero – e ci sono fior di ricerche a provare il contrario – pensano davvero che i consumatori scelgono il bio solo perché credono abbia più vitamine? Non li sfiora il pensiero che chi sceglie di consumare o produrre bio ha una visione un poco più complessa e ampia del cibo? Non si vive di sole vitamine. Si vive di rispetto dei ritmi di maturazione, di tutela della fertilità dei terreni, di paesaggi custoditi, di bellezza pur nello sviluppo, di tessuto sociale, di bontà organolettica, di relazioni umane come quelle che si instaurano in un mercato di prossimità. Si vive di assenza di residui chimici. Si vive di cibo raccolto quando è maturo e prodotto nei territori vocati, si vive di cibo spostato il meno possibile, si vive di cibo vero. E si vive di cibo trasparente". Ma come si fa a spiegare questi concetti ad un sedicente scienziato della portata di Battaglia? Impossibile.
- Ultimo Articolo che analizziamo è quello apparso sul "Il Giornale" del 01 ottobre 2009 intitolato " Ridurre il CO2? E' dannoso". Qui le teorie del professore rasentano le più alte vette della scienza da "Baci Perugina" infatti leggiamo: "Non so cosa le dicano i suoi consiglieri scientifici, ma è bene che lei sappia che ogni programma di riduzione di CO2 è dannoso, impossibile e inutile. Il danno. Emettiamo CO2 anche quando dormiamo, perché, per esempio, sono in azione i climatizzatori d’estate, le caldaie d’inverno e i frigoriferi sempre. Ci fa emettere CO2 l’86% delle nostre azioni, per cui ridurre le emissioni significa agire di meno, cioè lavorare di meno". Qui ci vorrebbe una standing ovation collettiva, siamo oltre lo scibile umano. E' vero che il CO2 fa parte di complessi meccanismi naturali, come la fotosintesi delle piante, è vero anche che questa sostanza è presente nell'organismo umano in quanto funge da tampone per il PH sanguigno ed è altresi' appurato la sua presenza nell'atmosfera terrestra, ma con dei limiti ben precisi. Come diceva Paracelso, medico e scienziato del XVI secolo "E' la dose che fa il veleno." Vivere in un pianeta saturo di CO2 non è esattamente consigliato. Lo conferma, tra l'altro, un recente studio dell'EPA (l'Agenzia Americana per l'ambiente): l'anidride carbonica è nociva per l'uomo e rappresenta un rischio per la salute delle persone. "Il documento infatti non certifica solo che «l'inquinamento fa male», ma anche che «l'inquinamento è causato dall'uomo". Un recente articolo del "New York Times" rincara la dose, sottolineando come un altro studio dell'EPA metta in luce come il rischio di contrarre malattie dovute ai gas tossici presenti nell'aria sia in costante aumento. Sorvoliamo poi sulla condizione delle principali metropoli italiane in quanto a smog e decessi relativi, dall'annuale rapporto di "Legambiente".
La solita meritocrazia italiana promuove e foraggia personaggi della portata di Franco Battaglia, libero di scrivere balle continue e di ricevere anche incarichi governativi o elogi da parte di altrettanti cantastorie quali sono i politici, tranne rarissimi casi. Chi subisce l'informazione, divenendo un soggetto passivo pronto ad accettare qualsivoglia storiella, permette la moltiplicazione di queste menzogne campate in aria. Un gregge di pecore senza una coscienza, libero di muoversi e pascolare sempre nei limiti di recinti decisi a priori sulla nostra pelle. A quando la prossima fesseria? Magari che l'estinzione degli animali non esiste, è una invenzione degli ambientalisti, non sono gli animali che diminuiscono ma noi che aumentiamo....non mi stupirei di leggerla a breve nei prossimi fantarticoli di uno dei tanti illusionisti legalizzati.......maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
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