Friday, February 12, 2021

La "democrazia" a stelle e strisce nella lunga notte della Somalia.



La politica estera americana promuove da sempre un modello di "esportazione della Democrazia" nei Paesi che, a suo giudizio, sono bisognosi di un supporto sia economico, che sociale ma sopratutto militare. Le coincidenze storiche non esistono, esiste una memoria storica ed una serie di episodi accaduti nel passato che dovrebbero aiutare i popoli e chi li governa ad evitare facili propagande, inutili guerre ed ignobili abusi sociali. Il fatto inequivocabile e' che le politiche estere americane sono alimentate dalla necessita' di controllare, incanalare ed addomesticare tutti quei paesi posti in situazioni di rilevanza strategica per l'impero a stelle e strisce. Anche qui gli esempi ed i fatti storici parlano da soli, sono dei pilastri inamovibili che dovrebbero farci riflettere su che tipo di informazione parziale ed illusoria riceviamo. Le verita' (del terzo millenio) che i Media ci propinano non sono altro che pillole per anestetizzare le nostre curiosita', il nostro spirito critico, il diritto sacrosanto di indignarci contro delle ingiustizie che presto o tardi busseranno alle porte delle nostre democrazie occidentali, fondate sui suprusi e le ruberie verso chi non si allinea al modello, al disegno quasi messianico che gli Stati Uniti hanno su questo pianeta.

Un articolo tradotto, con fonti molto autorevoli, scritto da Daniel Kovalik: attivista di diritti umani, avvocato per i diritti dei lavoratori e giornalista, sul silenzioso e, per certi versi, inesplorato dominio americano in Somalia. Non esistono repubblicani o democratici quando bisogna sostenere e alimentare l'impero americano nel mondo, esiste un progetto da portare avanti.

Buona lettura.


America, it’s 10pm. Do you know where your country is bombing? 

 Un famoso annuncio di pubblico servizio americano chiede in modo sinistro ai genitori: "Sono le dieci di sera! Sai dove sono i tuoi figli?" Parafrasando potremmo chiedere se per la stessa ora sanno dove il loro paese stia bombardando.

Potreste essere sorpresi nel sapere che gli Stati Uniti hanno incessantemente bombardato la Somalia, un paese quasi sconosciuto da anni nella stampa mainstream. E questo bombardamento sta solo aumentando. La Somalia è un paese situato nel Corno d'Africa. Confina sia con l'Etiopia che con il Kenya e si trova proprio di fronte al Golfo di Aden dallo Yemen - un paese che è stato a sua volta bombardato e devastato dal suo vicino settentrionale, l'Arabia Saudita, con il sostegno degli Stati Uniti, dal 2015 fino ad oggi (anche se il presidente Biden ha appena annunciato che l'assistenza statunitense per questo assalto potrebbe finire).

Il confine della Somalia con il Golfo di Aden rende questo paese di importanza strategica per gli Stati Uniti, perché qualsiasi interruzione del viaggio in quelle acque richiederebbe alle navi e alle petroliere del Golfo Persico di fare un lungo tragitto intorno all'Africa per portare petrolio e altre merci negli Stati Uniti e in Europa. Anche questo rende quest'area "una preziosa zona di sosta per le marine militari per mostrare potere sulla penisola arabica".

Gli Stati Uniti sono intervenuti in Somalia in vari modi per decenni - prima in nome della lotta al comunismo e all'influenza sovietica, dopo che la Somalia si era dedicata al "socialismo scientifico" nel 1969, poi in nome dell'umanitarismo nei primi anni '90, e poi più tardi in nome della cosiddetta Guerra al Terrore degli Stati Uniti dai tempi di George W. Bush ad oggi. Qualunque sia la ragione del giorno, gli interventi degli Stati Uniti hanno solo ulteriormente destabilizzato e devastato la Somalia, nonostante le successive amministrazioni statunitensi affermino di voler portare stabilità.

Il primo intervento americano diretto in Somalia iniziò nel 1992 con la missione Operation Restore Hope del presidente George H.W. Bush - uno sforzo apparentemente umanitario - in base al quale gli Stati Uniti inviarono 28.000 truppe in quel paese. Il presidente Clinton continuò questo sforzo quando entrò in carica nel gennaio del 1993, e lo terminò poco dopo che 18 soldati statunitensi furono uccisi nell'ottobre di quell'anno, quando militanti somali abbatterono un elicottero statunitense nel famoso incidente "Black Hawk Down". Gli Stati Uniti lasciarono la Somalia nel 1994, non essendo riusciti a raggiungere la stabilità nel paese.

Nel 2001, l'interesse degli Stati Uniti in Somalia è risorto con la dichiarazione di Bush sulla Guerra al Terrore, seguito degli attacchi dell'11 settembre. Attraverso la CIA, Bush iniziò operazioni segrete in Somalia che includevano il finanziamento di brutali gruppi di signori della guerra, che gli Stati Uniti speravano avrebbero contrastato i militanti islamici. Tuttavia, c'è un ampio consenso sul fatto che questo sostegno ai signori della guerra ha solo destabilizzato ulteriormente la Somalia, contribuendo a galvanizzare il sostegno pubblico intorno agli islamisti che gli Stati Uniti stavano combattendo. Per esempio, "Matt Bryden, coordinatore del gruppo di monitoraggio delle Nazioni Unite sulla Somalia e l'Eritrea, ha detto al Chicago Tribune che, a suo parere, la cooperazione della CIA con i signori della guerra è stata "un'idea stupida... ha effettivamente rafforzato la mano degli islamisti innescando la crisi in cui ci troviamo oggi".

Poi, nel 2006, ci fu un raggio di speranza per la Somalia con l'emergere dell'Unione delle Corti Islamiche (ICU) come governo della Somalia, l'ICU aveva un ampio sostegno popolare, ed una grande capacita' e volonta'di portare pace e stabilità - qualcosa che gli Stati Uniti non avevano mai raggiunto durante i loro molti anni di intervento. Purtroppo, il regno dell'ICU sarebbe stato di breve durata, con il più importante intervento degli Stati Uniti, che ricordo abbastanza vividamente, che ebbe luogo solo sei mesi dopo l'ascesa dell'ICU. Questo è stato un intervento che ha certamente messo fine a qualsiasi possibilità di stabilità per la Somalia per molti anni a venire.

Scrivendo nel 2008, Chris Albin-Lackey, un ricercatore senior di Human Rights Watch, ha spiegato che "due anni fa la Somalia si trovava a un bivio. Dopo 16 anni anarchici, senza un governo, una coalizione di tribunali islamici aveva preso il controllo della capitale, Mogadiscio, portando piuttosto sinistramente sia durezza che una stabilità senza precedenti. Ma il potente Stato vicino della Somalia, l'Etiopia, vide l'ascesa delle bellicose corti come una minaccia alla sua sicurezza nazionale, e l'amministrazione Bush accusò la leadership delle corti islamiche di dare rifugio a  terroristi sospetti".

Nel suo articolo intitolato 'The US Role in Somalia's Calamity', Albin-Lackey ha scritto: "quando l'Etiopia è intervenuta militarmente per schiacciare le corti islamiche nel dicembre 2006, Washington ha sostenuto la sua operazione". Il risultato di questo intervento, come tutti gli interventi degli Stati Uniti nella sua cosiddetta Guerra al Terrore, è stato il caos e un'indicibile sofferenza umana per la popolazione civile. Gli ultimi due anni sono stati un disastro totale per il popolo somalo. Il conflitto contrappone da una parte le forze etiopi e un inefficace governo di transizione somalo, sostenuto a livello internazionale, dall'altra una potente ma frammentata insurrezione. Tutte le parti hanno abitualmente commesso crimini di guerra e gravi abusi dei diritti umani".

Albin-Lackey ha riassunto la carneficina causata dall'intervento sostenuto dagli Stati Uniti: "Migliaia di civili sono stati uccisi, più di un milione di persone sono fuggite dalle loro case, e milioni di persone sono sull'orlo della carestia. Gli operatori umanitari, che erano riusciti ad assistere le comunità somale anche durante i periodi di maggiore illegalità, prima del 2006, sono stati il bersaglio di decine di omicidi e rapimenti nel 2008, e ora guardano impotenti dal vicino Kenya, mentre la situazione va fuori controllo. La risposta più visibile dell'America alla crisi è stata una serie di attacchi aerei contro sospetti terroristi, che hanno ucciso per lo più civili". In breve, questo è stato un altro enorme disastro per il popolo della Somalia, causato dagli Stati Uniti in nome della lotta al terrorismo. E, come al solito, l'intervento americano ha effettivamente dato origine all'attuale gruppo terroristico - Al-Shabaab - che gli Stati Uniti citano come pretesto per continuare il loro coinvolgimento in Somalia fino ad oggi. Come ha spiegato il New York Times nel 2016, "nel 2006, gli Stati Uniti hanno dato sostegno clandestino alle truppe etiopi che invadevano il paese per rovesciare un movimento islamista che aveva preso il controllo di Mogadiscio. Ma le brutali tattiche di guerra urbana delle truppe etiopi crearono il sostegno di un movimento insurrezionale che si faceva chiamare Al Shabab, che significa 'La Gioventù'".

Come ha spiegato il Times, il presidente Obama ha ripreso da dove George W. Bush ha lasciato in Somalia, portando avanti quella, che il giornale ha definito una "guerra ombra" per mezzo di forze speciali statunitensi, appaltatori militari privati e un sacco di bombardamenti aerei. Come il Times ha riferito, gli attacchi aerei degli Stati Uniti "hanno avuto un record misto": a volte uccidendo civili innocenti e persino soldati somali alleati. Il Times ha notato che "i funzionari somali, indignati, hanno detto che gli americani sono stati ingannati da clan rivali e da cattive informazioni di intelligence, mettendo a nudo le complessità di condurre una guerra ombra in Somalia".

Sotto il presidente Trump, la campagna statunitense in Somalia si è solo intensificata, principalmente sotto forma di attacchi aerei contro Al-Shabaab. E anche se nel gennaio di quest'anno, Trump ha ritirato le truppe americane dalla Somalia, è probabile che Biden intensifichi la campagna nel 2021. Come ha spiegato il Military Times, il Comando Africano degli Stati Uniti (AFRICOM) "ha condotto 52 attacchi aerei nel 2020, 63 nel 2019, 47 nel 2018 e 35 nel 2017", e ha già condotto sei attacchi aerei in Somalia quest'anno. "Ai ritmi attuali, il 2021 è sulla buona strada per superare il numero di attacchi aerei condotti in Somalia negli anni precedenti", prevede l'articolo. 

E, mentre l'obiettivo di questi bombardamenti è il gruppo militante Al-Shabaab, che è nato dall'intervento degli Stati Uniti nel 2006, la campagna sta chiedendo un enorme tributo in termine di vittime civili. Come ha scritto recentemente la rivista Time, ignorando l'appello dell'ONU di porre fine a tutte le ostilità durante la pandemia, gli Stati Uniti hanno invece intensificato la loro campagna di bombardamenti, uccidendo decine di civili somali nel processo. E, per aggiungere l'insulto al danno, gli Stati Uniti non sono stati disposti a contare i morti, a intervistare anche un solo testimone dei suoi bombardamenti errati, o a risarcire le famiglie delle vittime.

Il Time cita un portavoce di Amnesty International che ha lamentato: "il fatto che i civili stiano ancora morendo, a volte illegalmente, e che non una sola famiglia delle vittime sia stata ancora risarcita, significa che, dopo 13 anni, il governo degli Stati Uniti non ha ancora capito come combattere una guerra che dia priorità ai bisogni delle persone, che dicono di difendere... Se il governo degli Stati Uniti non può adempiere ai suoi obblighi verso i civili mentre combatte una guerra a distanza di attacchi aerei, allora deve riconsiderare i suoi metodi". Tale palese disprezzo per le vittime civili non fa che rafforzare la determinazione dei militanti somali e la simpatia della popolazione per loro.

Quello che abbiamo visto più e più volte, non solo in Somalia, ma anche in Libia, Siria, Iraq e altri teatri, è che gli Stati Uniti non possono portare stabilità, democrazia o diritti umani in un paese bombardandolo. In verità, questo dovrebbe essere un fatto ovvio a priori. E, invece di sconfiggere il terrorismo, gli Stati Uniti sono riusciti solo a creare sempre più terroristi attraverso le loro prepotenti tattiche militari. Il popolo americano deve chiedere all'amministrazione Biden di porre fine a questa guerra per sempre e di concentrare i suoi sforzi sullo sviluppo economico e sugli aiuti umanitari per contribuire a creare una Somalia più stabile. Ma il primo passo in tutto questo è che il popolo americano sappia cosa gli Stati Uniti hanno fatto e continuano a fare in quel lontano paese.





Sunday, December 20, 2020

Democrazia con la mascherina. Uso ed abuso della Pandemia 2020



Come ogni emergenza che si rispetti troviamo sempre Governi che approfittano della situazione per imporre leggi sempre piu' restrittive, con decisioni sempre piu' autoritarie, ed abusi sui diritti civili e sociali, che vengono gradualmente accantonati. Un po' come quel nafasto 11 Settembre del 2001: leggi peculiari di uno stato emergenziale sono divenute norme permanenti a cui pochi prestano attenzione. Alcuni esempi: la "Proclamation 7463" datata 14 settembre 2001, che fornisce ulteriori poteri al Presidente USA nei confronti del comparto militare, addirittura una sanzione del novembre 1979 ancora attiva,  a firma Carter contro il Governo iraniano, a seguito del caso degli ostaggi in Iran, di oltre 40 anni fa. E che dire del "Patriot Act" uscito dal ventre dell'11 Settembre e mai ritirato. Uno strumento usato da CIA, FBI e quant'altri per "spiare" o nel gergo incravattato : "monitorare" eventuali terroristi, e qui la forbice si allarga a seconda della convenienza dello "spione" con buona pace della privacy

Questa prolungata pandemia planetaria ha permesso a molti governi di imporre decisioni, leggi e stili di vita al di la' del lecito: arresti sommari, aggressioni, detenzoni illegittime, violazione della privacy. L'European Data Journalism Network, Amnesty International, Civicus Monitor, Human Rights Watch, sono seriamente allarmate per la deriva democratica in atto. Lo stesso Parlamento Europeo ha approvato un testo dal titolo " Impatto delle misure connesse alla COVID-19 sulla democrazia, sui diritti fondamentali e sullo Stato di diritto."

Invece di cercare di risolvere l'emergenze il prima possibile per auspicarsi un ritorno ad una vita "normale", spesso, i governi utilizzano questi periodi per erodere subdolamente alcuni capisaldi democratici e renderli obsoleti e dimenticati. Sembra quasi che ci sia una sottile volonta' nel tramutare le emergenze in normalita' e viceversa. Il tutto in un contesto di gradualita', goccia dopo goccia, crepa dopo crepa. Certo sono solo gocce, ma quando il recipiente sara' colmo di chi sara' la colpa?

Noam Chomsky nella sua teoria della gradualita' ribadisce un concetto: La graduale accettazione dell'inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni. Per esempio le nefaste regole del Neoliberalismo che hanno modificato le societa' mondiali dagli anni 1980 - 1990: minima intrusione dello Stato, precarieta', flessibilita', disoccupazione massiccia, salari che non garantiscono un reddito decente (spesso spingendo famiglie ad indebitarsi senza sosta,ndr). Queste regole se fossero state applicate tutte insieme avrebbero, probabilmente, portato a delle rivolte sociali, ma se applicate goccia dopo goccia.....

Questo e' un articolo tratto dal "The Guardian" del 9 di Dicembre, intitolato "Covid used as pretext to curtail civil rights around the world, finds report."

" La situazione delle liberta' civili mondiali puo' essere definita "squallida". Secondo un nuovo studio che ha riscontrato come l'87% della popolazione stia  vivendo in Nazioni definite " chiuse" "represse"  ed "ostacolate". I numeri parlano di un aumento del  4% rispetto all'anno scorso a causa del deterioramento dei diritti civili, aumentato durante il covid 19. Un certo numero di governi ha usufruito della pandemia come pretesto per limitare i diritti civili come liberta' di parola, assemblee pacifiche, e liberta' di associazione secondo il "Civicus Monitor" (Associazione internazionale No Profit, conta 8500 membri in 175 paesi e ha come cardine la giustizia e l'uguaglianza, dove ogni individuo e' libero di esercitare i propri diritti di cittadino come definito dalla Dichiarazione Universale sui diritti dell'Uomo"). 

Utilizzando metodi quali la detenzione per proteste, l'eccessivo uso della forza, censura, attacco ai giornalisti, minaccie e intimidazoni ai difensori dei diritti civili, molti governi hanno usato il Covid 19 "per introdurre ulteriori restrizioni alle liberta' civili" continua il Report. 

Piu' di un quarto della popolazione vivono nella categoria cosidetta "chiusa", in Paesi dove attori governativi e non incarcerano, abusano e uccido persone che hanno provato a fare valere i propri diritti: Cina, Arabia Saudita e Turkmenistan per citarne alcuni. 

L'uso dell'incarceramento come tattica principale per limitare le proteste dimostra soltanto l'ipocrisia dei Governi in materia Covid, perche' il virus si diffonde meglio negli spazi chiusi ed affollati di una prigione. Su 196 Paesi studiati, due soltanto sono migliorati: il Sudan e la Repubblica del Congo, passati da "chiuso" a "Oppresso". 11 Stati sono invece retrocessi, tra questi gli Stati Uniti, Costarica, Costa d'Avorio, Iraq, Filippine. Nel complesso le prospettive delle liberta' civili sono fosche. Negli Stati Uniti un milione di manifestanti si e' unito nella protesta del "Black live matters". L'amministrazione Trump ha risposto con un uso eccessivo della forza e detenzioni di massa, si legge nel studio.

Anche in Europa vi sono Paesi in cui scelte autoritarie dei governi, col pretesto di ridurre le liberta', hanno di fatto diminuito i diritti civili: Polonia, Slovenia, Serbia e Ungheria.

In Uganda ci sono stati arresti sommari di cittadini raggruppati nei gruppi LGBT (transgender, omosessuali, lesbiche, bisex). In Cina con la scusa del Covid 19 si e' stato ulteriormente rafforzato il comparto della sorveglianza, mentre in Armenia e Israele i governi hanno intrapreso misure di controllo che sono ben oltre cio' che e' accettabile dalle leggi internazonali sui diritti umani. 

Civicus Monitor chiede ai governi di collaborare con la societa' civile e i difensori dei diritti umani, per arrestare questo vortice e respingere le forze autoritarie al lavoro."

Friday, November 20, 2020

La salute ha il codice a barre.

 

Questo e' un articolo che abbiamo tradotto dal " Corporate Europe Observatory", un'organizzazione non-profit che si occupa di raccogliere e documentare le azioni e gli eventuali effetti del lobbismo aziendale sui processi decisionali all'interno dei principali organi dell'Unione europea, la Commissione e il Parlamento europeo. Ha sede ad Amsterdam e Bruxelles ed e' stata fondata nel 1997. E' un punto di riferimento per oltre 160 gruppi della societa' civile, di sindacati, del mondo accademico, delle imprese e degli affari pubblici che lamentano l'influenza dei lobbisti nell' agenda politica in Europa.

Il vaccino contro il Covid-19 sembra sempre piu' imminente, eppure analizzando documenti, fatti storici ed inchieste risulta cristallino come la priorita' indiscutibile per il comparto della industria farmaceutica sia il profitto. La salute e' un contorno, il paravento che cela le vere intenzioni di questi gruppi: aumentare i profitti, far felici gli azionisti e far credere in una cura per tutti, quando anche uno dei beni piu' preziosi, la salute, ha il suo codice a barre.Buona lettura


Power and profit during a pandemic

Why the pharmaceutical industry needs more scrutiny not less

  In una pandemia l'industria farmaceutica e' salutata come una salvezza, ma in realta' si cercano di rallentare certi processi per tornaconti e per "massimalizzare i profitti". Si spinge per aumentare l'erogazione di denaro pubblico senza vincoli, ponendo regole di monopolio ancora piu' ferree per quanto riguarda i brevetti. La lista dei sogni delle industrie farmaceutiche potrebbe, in qualche modo, limitare l'accesso ad i farmaci ed eventuali cure/vaccini sul Covid 19, prolungando la pandemia nel nome del profitto. Il controllo dei prezzi e delle disponibilita' non deve essere lasciato in mano di privati, la salute e' un diritto umano. 

Il "Corporate Europe Observatory" ha scoperto dozzine di documenti tramite la richiesta di stampa libera. Ci sono anche i minuti delle chiamate settimanali dei CEO delle Big Pharma (i colossi industriali del settore farmaceutico) con i membri della Commissione europea, avvenuti durante questo periodo di pandemia, che rivelano come l'industria stia anteponendo il profitto ad una risposta efficace contro il virus. L'industria farmaceutica ha inizialmente usato la sua posizione privilegiata per mettere pressione contro l'aggiudicazione congiunta dei trattamenti in Europa, uno strumento inteso ad evitare che gli Stati membri siano in competizione sui prezzi dei medicinali facendone aumentare il prezzo. Successivamente ha favorito le lotte tra i paesi ricchi (lasciando quelli con risorse limitate indietro) per accaparrarsi lucrativi accordi di acquisti anticipati per potenziali vaccini, senza nessuna condizione di interesse per il pubblico. 

 Nel 2019 il "Corporate Europe Observatory" ha rivelato come l'industria farmaceutica cerchi di mantenere un regime di proprieta' normativa e intellettuale per favorire i propri azionisti, ma che invevitabilmente rende i farmaci meno accessibili e piu' cari. Questo regime orienta la ricerca e lo sviluppo verso farmaci piu' redditizi, trascurando le aree meno interessanti dal punto di vista finanziario, come le malattie legate alla poverta' e la preparazione alle pandemie. Chi controlla la proprieta' intellettuale dei vaccini controlla la vite di milioni di persone.

L'EFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industry and Associates) ha fatto pressioni in Europa contro uno strumento atto a mantenere accessi e prezzi equi per i trattamenti pandemici nel continente.

Dopo l'influenza suina del 2009 la Comunita' Europea ha istituito un accordo di appalto congiunto in risposta alle disparita' di accesso degli Stati Membri ai vaccini ed alle cure pandemiche. Questo strumento mira a garantire un accesso piu' equo e contromisura mediche precise, insieme a prezzi piu' equilibrati.

Competere per i vaccini alle condizioni del settore rischia di prolungare la pandemia. Grazie proprio alle tattiche del settore progettate per far temere alla popolazione di essere lasciati indietro. prima diversi stati membri e poi la stessa Commissione Europea hanno avviato negoziati per acquistare anticipatamente dalle aziende farmaceutiche milioni di dosi di vaccini che possono avere successo o meno. Questi accordi lucrativi vengono negoziati nell'oscurita' utilizzando denaro pubblico per rimuovere il rischio finanziario e, cosa molto preoccupante, la responsabilita' delle aziende farmaceutiche che cercano di sviluppare vaccini per il Covid 19.

In un articolo dell'agosto 2020 il "Finacial Times" ha riportato come il "Vaccine Europe" (Federazione europea di associazioni ed aziende farmaceutiche) che in include: AstraZeneca, GlaxoSmithKline, Janssen (sotto la proprieta' di Johnson & Johnson), Merck, Novavax, Pfizer, Sanofi, Takeda, Abbott and CureVac, abbia fatto pressioni alla Commissione europea per non essere perseguibile legalmente se ci sono problemi con i vaccini. Un memo trapelato da "Vaccines Europe" mostra come il gruppo di lobbies richieda un "sistema di risarcimento" ed un "esenzione dalla responsabilita' civile

I portavoce dell' EU si sono detti pronti a coprire i costi di responsabilita' se qualcosa va storto, come parte degli APA (Advanced Purchase Agreement) attualmente, in fase di negoziazione, con le aziende farmaceutiche. Con questi APA i governi stanno pagando anticipatamente per i vaccini che non sono ancora completamente sviluppati, coprendo cosi' potenziali perdite.

Inoltre le probabilita' di questo tipo di pandemia erano state previste, ma l'industria farmaceutica aveva poco interesse a prepararsi. I profitti incerti di una futura pandemia non possono competere con i profitti garantiti da farmaci di successo, farmaci orfani, pratiche brevettuali. Ed in questa strategia che si appoggia sulla Proprieta' Intellettuale e sul regime degli incentivi, per massimizzare i profitti degli azionisti (non dimenticamo che molte industrie farmaceutiche spendono piu' nelle pratiche di riacquisto di azioni e nei dividenti che nella Ricerca e Sviluppo). Ad oggi non ci sono vaccini Mers o SARS proprio per la mancanza di interesse dei colossi farmaceutici nel trovare un vaccino, il mercato non prometteva grossi profitti, quindi non valeva la pena trovare la soluzione

Immaginiamo se il coronavirus e trattamenti relativi fossero venduti ad un prezzo basato sui danni a questa economia e questa societa' colpiti dalla pandemia e da chiusure forzate e quarantene. Verrebbero fuori dei prezzi esorbitanti, ingestibili da paesi poveri e da ampie sacche della popolazione. Anche la societa' Americana "Moderna" si e' rifiutata di prezzare il suo vaccino, nonostante il miliardo di dollari di denaro pubblico ricevuto per la ricerca e lo sviluppo. Si prevede un prezzo che sara' inacessibile per i paesi indigenti (in questo articolo della CNBC viene evidenziato che "Moderna" lo scorso agosto aveva stabilito un prezzo sui $ 32 / $37 circa. L''articolo continua puntano il dito sul prezzo troppo alto del vaccino.)

Se il corona virus e' una minaccia mondiale, la salute e' un diritto universale e il suo vaccino un bene pubblico a cui tutti gli interessati dovrebbero averne accesso, evitando che gli interessi privati ed i profitti cannibalizzino il mercato e la salute della popolazione.



Thursday, May 28, 2020

Stati Uniti e Cina e le origini del virus


Se c'e' qualcosa che questa pandemia, isterica e per certi versi senza senso, ha portato alla luce e' sicuramente il caos informativo. Comitati Scientifici, Governi, Media, analisti, tuttologi, hanno detto tutto ed il suo esatto contrario. Come in un ottovolante senza controllo proviamo a scendere con la testa che gira e la nausea per la banalita', la pressapochezza, la superficialita' di personaggi che davanti alla grande occasione della loro vita di ammettere "Non ci capiamo molto" , hanno preferito snocciolare semi-certezze, pseudo verita'. Tutti caduti nel teatrino dal "tutto sotto controllo" al "fermiamo il Paese". Tutti dentro. Quotidianamente i giornali ci propongono mezze verita', spesso partigiane per sostenere che "noi" siamo meglio di "loro" (Occidente contro Russia/Cina. Modello sanitario Italiano contro resto del mondo). La rete e' invasa da personaggi che si ergono a paladini della verita' (la loro), che diffondono allarmismo e panico senza verificare le fonti, che accusano senza sapere. Nessuno vuole insegnare o diffondere, si vuole imporre la certezza assoluta, senza possibilita' di contraddittorio. Si vuole trovare un colpevole, per puri scopi Geopolitici di potere.
L'Italia ovviamente non e' stata da meno, anzi, con i livelli di cultura che abbiamo (Eurostat, in un’indagine del 2018, indicava che la media Ue28 di popolazione (30-34 anni) in possesso di un titolo di formazione terziaria aveva raggiunto il 40,7% (26,3% nel 2002). Vistose però le eccezioni: tra i 28 Paesi dell’Ue il nostro è fanalino di coda con il 27,8% di laureati, nel 2002, 13,1%, precedendo solo la Romania col 24,6%), ci siamo letteralmente rotolati nel fango di bufale e bufalacce.
Iniziamo con un articolo della testata giornalistica online "AsianTimes" intitolato "The peril of human-animal chimera experiments".  Ma davvero e' tutta colpa del gigante cinese?

Le parti in corsivo sono aggiunte da chi scrive.

Recenti rivelazioni hanno dimostrato come il "National Istitute of Health (NIH)" Americano ha finanziato lo studio e la ricerca sulle mutazioni nei virus, azioni indotte e manipolate. La sede? L'Istituto di Virologia di Wuhan, mettendo ulteriormente in risalto l'intricata vicenda sulle origini del Covid19.  
L'Istituto Nazionale di Allergie e malattie infettive, diretta dal Dott. Fauci, nel 2019 lo ha finanziato con $3.7 milioni. Questa cifra ha fatto seguito alle precedenti dello stesso ammontare per un ricerca sui coronavirus nei pipistrelli, ricerca terminata il 2019.
In pratica questa ricerca si basa sulla manipolazione di un virus per renderlo piu' letale e contagioso.
La Cina non e' solo impegnata in questo progetto ma sta conducendo anche un altro esperimento molto controverso: la creazione dei cosidetti uomini/animali chimera, generati per la sperimentazione dei vaccini ed il trapianto di organi. Quindi esperimenti genetici che coinvolgono un po' di tutto quello che il regno animale puo' offrire. I propositi sembrerebbero lodevoli, ma a livello etico come siamo messi? A maggior ragione di questi tempi, pare una domanda legittima.
A causa delle regole piu' stringenti nel campo sanitario ed in quello bioetico degli Stati Uniti e di molti paesi occidentali, si preferisce "dare in appalto" ai laboratori cinesi, esperimenti genetici che coinvolgono virus potenzialmente pericolosi e letali per l'uomo.
Per esempio quando la "Chinese Academy of Science’s Kunming Institute of Zoology" ha creato, nel Luglio 2019, la prima chimera uomo/scimmia, il progetto era condotto dallo scienziato Spagnolo Professor Juan Carlos Izpisua Belmonte, della "American Salk Institute" di San Diego, in collaborazione con la  "Murcia Catholic University" in Spagna, l'articolo era apparso anche sul "El Pais" . Il progetto e' poi stato sospeso dopo 14 giorni, tempo massimo consentito dalla Comunita' Scientifica.
La Cina e' vista, in qualche modo, come una discarica ed un'area "provetta" per testare ogni genere di ricerche, non importa quanto possano essere pericolose o eticamente riprovevoli. E se la parola "discarica" pare eccessiva, ricordiamoci che l’Europa, nel 2016 e nel 2017, prima cioè dello stop di Pechino, ha inviato al Paese asiatico il 42% di tutti gli scarti plastici spediti fuori dall’Ue. Il Professor Belmonte ha collaborato anche con altri progetti chimera, con altri embrioni uomo/maiale o maiale/scimmia. Quest'ultimo terminato lo scorso Dicembre 2019.
Gli scienziati vedono i progetti chimera come potenziali strumenti per colmare la mancanza di organi per i trapianti, come reni, cuore e fegato. Una ingegneria genetica per svilupparli completamente in altri organismi ospitanti. Alcuni membri della comunita scientifica premono per sviluppare progetti chimera anche per lo studio dell' Alzheimer. Lo sviluppo dell'organo in questione sarebbe il cervello ovviamente. Naturlmente sono sorte numerose polemiche nella stessa comunita', sempre e sopratutto a livello etico.
Tuttavia le ricerca chimera, sembrano guadagnare consensi e sostegni finanziari, soprattutto nel settore dei vaccini. Nel 2017 un gruppo di ricercatori portoghesi ha creato un virus-chimera: un virus da un topo a cui era stato iniettato un gene virale umano. Apparentmente lo studio ha permesso di fare passi avanti nella ricerca contro il cancro.
Se poi ci facciamo un giretto sul sito del "Wuhan Institute of Virology" leggiamo della sua fondazione nel 1956, l'Istituto svolge ricerche nel campo dei viccini, virus, microbiologia ed alla voce "Partnership" leggiamo della collaborazione con ben 7 Universita' Americane: University of Alabama, University of north Texas, Ecohealth Alliance, Harvard University, The National Institute of Health of United States, National Wildlife Federation. Non mancano accordi anche con universita' europee, Francia, Inghilterra, Spagna, con quelle Asiatiche, vedi Singapore, Pakistan, Giappone, ed anche una collaborazione con l'australiana "Commowealth Scientific and Industrial Organization".
Rincara la dose anche un articolo del "Washington Post" che oltre a raccontare dei metodi sanitari di Wuhan, sottolinea di come il " National Institutes of Health" di casa abbiamo finanziato numerosi scienziati americani, alcuni dei quali per condurre collaborazioni con la provincia di Wuhan. In questo articolo si avvalora l'ipotesi che il vaccino non sia stato creato in laboratorio, ma viene, pero', anche ribadito che ogni anno gli incidenti in laboratori al alto rischio non sono cosi rari, anzi.
Proprio gli  Stati Uniti nel 2014, nei centri per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta,  uno dei luoghi strategici per la lotta a contagi ed epidemie, si verificano vari incidenti gravi che coinvolgono il laboratorio dove si studia l’antrace e quello del virus H5N1, l’influenza aviaria. Il direttore, Thomas Frieden, è costretto ad ammettere che gli errori avrebbero potuto, in teoria, uccidere sia i ricercatori dello staff sia persone comuni fuori dal centro. In un episodio, almeno 62 tecnici risultano a rischio, essendo stati esposti al batterio dell’antrace privi dell’adeguato equipaggiamento. 
Barak Obama aveva posto una moratoria nel 2014 su questo genere di esperimenti (i cosiddetti «Gain-of-Function» ovvero quelli finalizzati ad accrescere la virulenza o trasmissibilità dei patogeni). tagliando i fondi alla ricerca su Sars, Mers e altri coronavirus o virus influenzali.
Quindi, dopo la negazione iniziale del virus da parte di tutti i leader mondiali, adesso si cerca "il colpevole", l'untore, una figura che ritorna dal passato incarnando le nostre paure e facendo scricchiolare le certezze umane. Come nel gioco deplorevole della guerra (questa si puo' definire tale?) si vuole delimitare il mondo tra buoni e cattivi, tra giusti e peccatori. Purtroppo Cina e Stati Uniti sono le due facce di una stessa medaglia, concorrenti e complementari. La medaglia del progresso inteso dalla societa' contemporanea, quella senza etica e senza morale, senza diritti e senza limiti, senza freni e senza futuro. Maremmacinghialaaaaaa


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Wednesday, May 20, 2020

Tutto normale, c'e' la Pandemia




Una serie di articoli tradotti da riviste autorevoli, organizzazioni e gruppi accreditati sulle tematiche di questo inizio 2020 che ha visto il pianeta, per la prima volta a memoria d'uomo, letteralmente fermare la vite di milioni di persone, paralizzando di fatto piccoli e grandi economie, flussi turistici e gesti quotidiane ritenuti quasi banali per la loro consuetudine.

Il primo e' un articolo apparso nell'Aprile del 2020 sulla rivista "The Ecologist" dal titolo molto significativo " Coronavirus, la normalita' era il problema".

E' iniziata dai confini dell'epidemia dove la deforestazione e la distruzione degli ecosistemi ha permesso ad agenti patogeni di "attaccare" o farsi come "ospitare" dagli esseri umani. Infezione dagli animali all'uomo. Almeno il 60% dei nuovi agenti patogeni per l'uomo si riversano dal mondo animale in quello delle comunita' locali. Alcuni accusano i gruppi locali in queste aree di pandemia, colpevoli di mangiare pipistrelli e di deforestare per le coltivazioni. Trump lo chiama il "Virus Cinese", un esempio calzante per incolpare la zona di origine della pandemia. Come incolpare la pianta di tabacco e non le Multinazionali del fumo per i danni che causano. Sappiamo che deforestazione e la distruzione degli ecosistemi sono realizzati da progetti agroalimentari finanziati dal capitalismo globale. Grazie  a questo circuito globale i virus degli animali consumati passano all'uomo ed in poche ore o giorni si ritrovano nelle periferie e nei centri nevralgici del mondo: New York, Singapore, Londra e tutte quelle metropoli da dove si origina il capitale. Oppure il virus si propaga in centri di smistamento regionale, come Wuhan ci ha insegnato.
Cosi' lavora l'offerta per quanto riguardo il virus: questo e' normale fino a che il capitale alimenta la sviluppo, e quest'ultimo a sua volta contribuisce alla distruzione dell'ambiente, lo stesso ambiente che potrebbe evitare la trasmissione di virus da animali ed esseri umani. L'offerta e' una minaccia per la salute umana e andrebbe riconsiderata, in rapporto al nostro attuale modello  di sviluppo.
Ma la pandemia richiede che queste metropoli abbiamo un sistema sanitario scadente o comunque deficitario, non pronto ad affrontare un virus nell'arco di pochi giorni. Un problema subdolo, causato de questo modello di sviluppo economico, scatena una pandemia mondiale che mette seriamente a rischio il sistema economico stesso.
In poche parole questo coronavirus e' quasi un risultato dell'irrisolta crisi finanziaria del capitalismo globale finanziario del 2007/08. La crisi globale del 2007/08 e' stata fondamentalmente gestita dallo Stato che iniettava denaro pubblico nel settore finanziario. Una volta salvato, il capitale ha continuato ad espandersi. I costosi progetti di stimolo ed accumulo, come quello Cinese, denominato "Go West" , ha sacrificato la natura in maniera ancora maggiore rispetto a prima, nonostante il cosiddetto sforzo "globale" per frenare il riscaldamento globale. Questo ha distrutto ulteriormente habitat naturali ed i loro abitanti, sia direttamente con mega progetti di costruzioni, sia indirettamente con il cambiamento climatico.
Il settore maggiormente colpito e' quello sanitario, dove si assiste ad una mancanza di fondi da parte dello Stato, impegnato a pagare i propri debiti con enti internazionali e finanziari.
I consiglieri economici americani avevano avvisato la Casa Bianca di un possibile impatto disastroso per l'economia in caso di pandemia. L'Intelligence aveva anche avvertito il Governo statunitense di un coronavirus che si stava diffondendo nel paese asiatico, gia' a Novembre. La macchina governativa americana non ha preparato nessun piano ed ha lasciato che il business continuasse come al solito: il profitto prima, salute poi. Quindi e' stato considerato normale dallo Stato avere meno posti letto e respiratori nel comparto sanitario. La Nazione non e' il suo popolo ma il suo mercato (Judith Butler).
Il Capitale, in questi anni, ha creato problemi e lacune che i Governi hanno spesso sanato e riempito con denaro pubblico, mentre le democrazie sono state erose in ogni lato. Molti Stati hanno rivelato profili piu' autoritari, in Asia per esempio. Le proteste della Cambogia nel 2014, della Corea nel 2016 e di Honk Kong nel 2019 ne rappresentano un esempio.
L'autoritarismo non e' esclusiva del sud del mondo ma anche di tutti quei paesi ricchi dove la democrazia si e' lentamente ritirata e la prosperita' comune non piu' una questione pubblica.
Il motto "Business as usual" non e' piu' fattibile su questo pianeta e l'ideologia del mercato libero sembra essere senza senso adesso. Il mercato non puo' reggersi sulle proprie gambe senza un supporto statale.
Rimanendo in tema ecco qualche passaggio di alcune ricerche della FAO su di un argomento che non viene spesso discusso dai fautori dell'ambiente, da associazioni, politica, singoli, anzi viene frequentemente ignorato, forse perche' va a toccare argomenti sensibili al palato ed al nostro modo di alimentarci.
Il 14.5% di tutte le emissioni mondiali di gas serra vengono da allevamenti intensivi di animali: sopratutto bovini, produzione di mangimi, pascoli, la lavorazione delle carni, trasporto, stoccaggio e cosi via.
L'Associazione ambientalista "Global Forest Atlas", costola "verde" della Universita' di Yale ci ricorda come il boom agricolo e la sua crescita vertiginosa degli ultimi 50 anni, hanno seriamente danneggiato ecosistemi e biodiversita'. Monoculture intensive che hanno cancellato territori, flora e fauna, senza scampo. Un pianeta che ha fame o che spreca? L'80% delle deforestazione mondiale (dati 2000/2010) e' causata dall'industria agricola, il 30% in Africa e addirittura il 70% nell'America Latina. Coltivazioni di soia, olio da palma e pascoli di bestiame. i rischi vengono dalle coltivazioni aggressive, specie per i suoli tropicali che si impoverisconi, si avvelenano, spesso inquinando anche laghi e fiumi.
E che dire del piu' recente rapporto dell'IPCC, datato settembre 2019, dove il contributo agricolo alla produzione di gas serra sul pianeta e' in questo caso del 23%. I recenti incendi in Amazzonia per ripulire le foreste e consegnarle agli allevamenti. Ritmi di disboscamento insostenibili, con una popolazione sempre piu' numerosa ed affamata.
Cina ed India stanno aumentando considerevolmente la domanda di carne. Se aumenta quest'ultima ci saranno piu' allevamenti, piu' richiesta di terra, piu' campi coltivati per sfamare le mandrie che poi sfameranno le popolazioni del globo: ci stiamo letteralmente divorando vivi.
Se questa e' ed era la "normalita'" prima di questo virus, forse dovremmo farci piu' di una domanda, cercare di ampliare il nostro sguardo, indirizzandolo ad una prospettiva piu' globale. L'esplosione del virus, le quarantene forzate e con cio' il collasso di una economia inadeguta ad un evento cosi' annunciato, ma sempre ignorato dal motore del pianeta lanciato a mille. Un sistema "normale" che ha gradualmente inaridito il comparto sanitario e di sostegno sociale dei Paesi cosi' detti avanzati, dirottando i fondi su salvataggi di banche e sistemi finanaziari, o su armamenti, preparando il terreno di una societa' dai muscoli pompati ma dalle gambe tremolanti. Una societa' dove il sistema immunitario e' stato bombardato da diete iperproteiche (proteine animali) e non credo fossero tutte carni biologiche da allevamenti liberi e spensierati. Un sistema immunitario indebolito da stress, inquinamento, zuccheri raffinati, fumo ed abuso di alcool. Prodotti che la grande mangiatoia planetaria ci offre nelle nostre vite.
Eppure vediamo Paesi che si accusano a vicenda, che calcolano quando potranno tornare a produrre e battere cassa come prima, che si azzannano su di un osso, spinti da un credo posticcio e politico, come se questo fosse una colpa delle sinistre o delle destre. Questo e' il collasso di un modello e di uno stile che sopratutto le Nazioni cosi dette "sviluppate" hanno generato, testato e diffuso ai quattro angoli del globo, forgiando le menti e le conseguenti ambizioni di generazioni e generazioni: il profitto, il dominio sulla natura e sugli altri uomini, l'arroganza, l'esaltazione della supremazia umana. Proprio quest'ultima,  diviene cosi' piccola ed insignificante davanti al destino, il nostro, che ogni giorno ci cuciamo addosso.
Ultimo, ma non per ordine di importanza, il tema, spesso tabu', della sovrappopolazione. Ad oggi, 20 maggio, siamo quasi 7 miliardi e 800 milioni di individui. Un articolo del 2015 del National  Georgrafic, riporta che un' area grande quanto l'America Latina viene utilizzata per l'agricoltura. Sicuramente e' un tema molto dibattuto, molti lo considerano quasi una bufala, altri invece uno dei vari fattori che contribuisce all'emissione di gas serra nell'atmosfera. I governi non dovrebbero imporre delle regole su questioni che riguardano la sfera privata e sacra di ognuno, piuttosto dovrebbero basarsi su dati empirici che ci mostrano che laddove e' piu' sensato economicamente, si hanno pochi figli. Nei Paesi in via di sviluppo le donne con un livello di educazione piu' completo e strutturato tendono ad avere meno prole (articolo del NYT). Sempre secondo l'articolo della testata americana si nota come la mancanza di contraccetivi interessa 222 milioni di donne nel mondo, secondo uno studio con circa 4 miliardi all'anno si eviterebbero 54 milioni di nascite indesiderate.
Se ancora non fosse stato compreso da qualcuno ( purtroppo non mi stupirei),il  ritorno ad un equilibrio ed a un dialogo armonico con la terra devono essere un imperativo del post virus. L'uomo deve fermare il suo monologo e tornare a comunicare con il proprio ambiente, col mondo. Non dimentichiamoci i disastri ecologici di inizio 2020: gli incendi in Amazzonia ed Australia e tutte le campagne contro le plastiche che adesso sembrano magicamente dimenticate. Un virus ci ha mostrato che il Re e' nudo, ma saremo disposti a vederlo?Maremmacinghialaaaaaaa

Tuesday, January 22, 2019

Pianeta o Profitto? La febbre di un moribondo


MaremmaCinghiala torna con questo articolo tradotto che denuncia come l'anno appena concluso (2018) sia stato fitto di eventi drammatici per la lotta globale contro la nostra estinzione, per quegli obiettivi di raggiungere una sorta di armonia ed equilibrio con il nostro pianeta. Continuiamo a recitare la parte dei predoni, dei saccheggiatori avidi di presente come se non esistesse un domani. L'economia, il PIL, una tecnologia sempre troppo inquinante e la fiducia in accordi climatici sempre impalpabili e non vincolanti, ci stanno spingendo verso un punto di non ritorno che non si fara' annunciare ma entrera' prepotentemente nelle nostre vite come un carro armato. Abbiamo molto piu' bisogno noi di questo pianeta che questo pianeta di noi.....

Articolo di Dahr Jamail, Truth  Out  27.12.2018


Secondo il "World Meteorological Organization" (WMO) i 20 anni piu' caldi mai registrati sono stati negli ultimi 22 anni, ed i 4 anni piu' caldi in assoluto sono gli ultimi 4: 2015, 2016, 2017, 2018. Se questo ritmo non cambiera', e non ci sono segnali di cambiamento, la temperatura globale potrebbe aumentare dai 3 ai 5 gradi entro il 2100. "Bisogna ripetere che siamo la prima generazione ad aver compreso appieno il cambiamento climatico e, forse, l'ultima che puo' fare qualcosa per salvarsi." Ha dichiarato il segretario del WMO. Uno studio condotto nel 2018 da un gruppo di ricercatori da 17 paesi (e pubblicato sul The Guardian")  ha stabilito che le temperature potrebbero essere il doppio di quelle stimate dai calcoli. Questa ricerca e' stata pubblicata sulla rivista "Nature GeoScience". Il 2018 e' stato un altro anno di record negativi e sviluppi allarmanti dovuti ancora al cambiamento climatico. Ecco i 10 piu' significativi eventi del 2018 legati al cambiamento climatico.

- Ghiaccio Artico -
Il Ghiaccio artico sta toccando i suoi minimi sia in termini di spessore che di volume. Basandosi su osservazioni e non previsioni, se il ritmo dovesse continuare, potremmo assistere a periodi senza ghiaccio nel mare Artico per il 2023 e forse anche prima. Peter Wadhams uno dei massimi esperti di ghiaccio marino ha dichiarato come le temperature elevate sono divenute una norma nell'Artico, vi sono zone di terreno che non ghiacciano nemmeno in inverno.
Tutto questo mentre numerosi paesi, tra cui Russia e Stati Uniti, stanno gareggiando per accaparrarsi fette di Artico da sfruttare per le riserve di petrolio e gas. Mentre altri Paesi sono alla ricerca di nuove rotte per il trasporto merci, visto lo scioglimento dei ghiacci. Meno ghiacci, meno rifrazione dei raggi solari nello spazio, piu' assorbimento da parte del mare, riscaldamento delle acque.....effetti a catena sempre piu' pericolosi.

- Aumento Temperature Oceani - 
Gli Oceani planetari hanno gia' assorbito il 93% del calore umano generato dal 1970. Per farvi capire questo immenso quantitativo di energia, se prendiamo il calore prodotto dall'uomo dal 1955 al 2010 e lo immettessimo nell'atmosfera invece che negli oceani, la temperatura globale aumenterebbe di 36 gradi!! Anche il Co2  nell'atmosfera e' assorbito dai mari per il 25%. Secondo la NASA il 2017 e' stato il secondo anno piu' caldo registrato per gli Oceani ed il quinto piu' caldo dal 2010. Questo sta creando oceani sempre piu' caldi ed acidi.

- Metano - 
Un ulteriore sviluppo molto preoccupante dello scioglimento dei ghiacci artici e quello della formazione dei laghi di bolle. Un report ha scoperto che questi laghi hanno delle perdite di metano, un gas molto piu' pericoloso del CO2. Questo puo' essere un avvertimento di qualcosa a venire, visto che e' stato trovato un lago con una intensa attivita' di ebollizione: metano che si disperde nella atmosfera. Lo scioglimento del permafrost sotto questi laghi rilascia ingenti quantitativi di metano, che durante l'inverno non riescono a ghiacciarsi completamente come un tempo. E cosa dire di un ulteriore studio che mostra come lo scioglimento di un ghiacciaio in Islanda sta rilasciando 41 tonnellate di gas metano nell'atmosfera pari a 136000 gas espulsi da un bovino.

- Incendi -
Gli incendi amplificati dal riscaldamento globale hanno devastato numerose regioni del mondo nel 2018. La California ha visto il suo peggior incendio della sua storia, superando l'altro incendio da record dell'anno precedente. Nel sud della California sono stati probabilmente rilasciati gas tossici e radiazioni nell'aria. Incendi da record anche in Canada, Australia e Grecia che e' stato l'incendio tra i piu' fatali del secolo.

- Insetti -
Gli insetti sono in crisi. Uno studio pubblicato dal PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) ci mostra come il collasso degli insetti sia strettamente collegato al riscaldamento globale e come fosse stato sottovalutato precedentemente.
76% in meno di insetti volanti, in pochi decenni, sono scomparsi in Germania, solo per citare un caso. A livello globale in 35 anni il numero degli insetti e' crollato del 45%! Senza questi impollinatori la produzione mondiale di cibo e' in serio pericolo.

- Produzione di cibo in crisi - 
Tim Benton, professore di Ecologia della Popolazione, presso l'Universita'  di Leeds, ha spiegato sul "The Guardian"  che da qualsiasi parte si guardi, salute umana, ambiente o cambiamento climatico, il nostro modo di produrre e consumare cibo e' completamente insostenibile, la situazione e' molto seria se consideriamo il continuo e costate aumento della popolazione mondiale.
Quasi un miliardo di persone ha sofferto la fame l'hanno scorso. Questi numeri sono destinati ad aumentare visto il costante aumento del CO2 nell'atmosfera ed al conseguente crollo dei valori nutrizionali delle coltivazioni. Secondi diversi studi, l'aumento delle temperature potrebbe condurre ad uno crollo improvviso delle produzioni di grano dai principali paesi produttori. Un aumento di 4 gradi della temperatura terrestre, questo per adesso e' il ritmo da qui al 2100, dimezzerebbe la produzione di grano degli Stati Uniti. L'aumento di 2 gradi della temperatura avra' probabili consequenze sui 4 maggiori produttori di grano: USA, Argentina, Brasile, Ucraina, con una riduzione del 10% sui raccolti.

- Regioni disabitate e devastate - 
Puerto Rico e' uno degli ultimi esempi: devastato dall'uragano Maria, il paese ha sofferto distruzione e vittime, con decine di migliaia di persone senza elettricita', servizi medici ed una ricostruzione molto a rilento. Che dire poi della Florida spazzata dall'Uragano Michael, con i soccorsi governativi sempre in ritardo e mai sufficienti. Nel mondo intanto continuano i fenomeni di intenso riscaldamento, con zone come il Nord Africa o il Golfo Persico destinate a divenire inabitabili in un futuro molto vicino.  

- Grande Barriera Corallina - 
Una ondata di caldo ha colpito lo scorso novembre la regione australiana del Queensland, con temperature record sopra la media di oltre 5 gradi. Questo ha allarmato gli scienziati per l'ulteriore sbiancamento della Grande Barriera Corallina, gia' colpita dal riscaldamento del mare. Gia' nel 2016/17 le ondate di calore hanno danneggiato seriamente la barriera corallina. L'aumento delle temperature non conosce sosta e questo non lascia tempo al mare di recuperare. Un barriera ha bisogno di circa 12 anni per riprendersi da una "bomba di calore", il problema e' che questo tipo di eventi adesso hanno una cadenza quasi annuale. Ulteriori studi hanno presentato il conto, ed il rischio e' di non avere piu' barriere coralline entro il 2050.

 - Solo 12 anni per limitare il riscaldamento - 
Il Rapporto, storico, dell'ONU dello scorso ottobre, riporta ancora una volta, come le azioni per contrastare il cambiamento climatico vanno fatte adesso ed in maniera effettiva. Rimangono pochi anni, circa 12, per agire, altrimenti i fenomeni quali siccita', inondazioni e ondate di calore saranno destinati ad aumentare. Negli accordi di Parigi il tentativo di rimanere sopra 1.5 gradi sui livelli pre industriali pare utopico, se le azioni ed i rimedi non saranno repentini ed epocali, profondi ed intensi.
Secondo il Rapporto ONU, appena mezzo grado di riscaldamento sopra quel famigerato 1.5, annienterebbe la barriera corallina ed accellerebbe lo scioglimento di quel che resta del ghiaccio Artico. La proporzioni, poi, di popolazione esposta a rischi di stress idrico sarebbe piu' alta del 50%!

- Ancora lontani dagli obiettivi per il cambiamento climatico - 
Molti leader si sono incontrati in Polonia lo scorso Dicembre al COP24,  ed era piuttosto chiaro che le divergenze di opinioni hanno mantenuto il traguardo di limitare l'aumento delle temperature ad 1.5 C ancora lontano.  Al momento siamo gia' ad 1.1 C perche' gli accordi di Parigi 2015 non erano vincolanti, e perche' i Paesi piu' inquinanti fanno ancora troppo poco per limitare i propri inquinanti, con questo ritmo la temperatura aumentera' di 3.5 C entro il 2100. 
Nonostante le belle parole di facciata nelle stanze dei bottoni le grandi compagnie petrolifere come la Shell e la BP stimano un aumento delle temperature di 5 gradi entro il 2050!!