Thursday, December 9, 2010

Democrazia o Dittatura



Etimologicamente il termine "Democrazia" significa " Governo del popolo". Dal Greco "Demos" (popolo) e "Cratos" (potere). Dunque è il popolo che impugna il timone del buon vivere. Dunque è il popolo che sceglie i suoi rappresentanti che sono tenuti a concretizzare e soddisfare le sue richieste per una migliore società civile. Esiste una sola "sovranità" nella Democrazia, ed è quella "popolare". La democrazia come è sbandierata oggi non è altro che un termine da campagna elettorare, un timbro fasullo da utilizzare per tutte le stagioni, ed in tutte le circostanze. L'etichetta è giusta ma il contenuto è truccato. Il paragone alimentare è calzante: in decine di paesi europei ed extra europei si possono trovare centinaia di cibi italiani, con le loro belle confezioni tricolore dai nomi che richiamano al nostro paese "Mozzarella Italia", "Prego", "Pizza" ecc. ecc., peccato che molti di questi prodotti non sono altro che specchietti per le allodole, visto che di italiano, hanno soltanto il nome. Si sono costituiti, quindi, consorzi a tutela del vero marchio italiano, lo stesso dovrebbe avvenire per la parola "Democrazia". Il cittadino che vota è un buon cittadino, il cittadino che consuma il suo stipendio è un ottimo cittadino, il cittadino che non fa domande, o vive di retorica è un cittadino modello. Il cittadino che scende in strada, per protestare, per far valere un suo diritto democratico rientra, invece, nella categoria dei "cattivi" , dei "guerriglieri" o peggio dei "terroristi" altra parolina magica, asso nella manica per ogni strage di civili innocenti in qualche paese sotto una tempesta di bombe, lasciapassare per qualsiasi crimine che autorizza a sparare o manganellare sempre e comunque per primi.
Non esiste una Democrazia senza consenso, ma qual'è il limite dove può finire il suffragio di un popolo ed iniziare il disaccordo di tanti, e chi stabilisce questo limite? Possono i politici definirsi democratici se ignorano sistematicamente ogni forma di opposizione? La Democrazia deve ascoltare gli applausi ed isolare i fischi? Bloccare una strada con una manifestazione ed essere presi a bastonate da poliziotti in tenuta antisommossa è il giusto compromesso democratico? Qual'è il numero minimo di persone in disaccordo per legittimare una protesta? Visti i tempi una frase calzante potrebbe essere quella del giornalista ed umorista inglese Alan Coren: " La democrazia consiste nello scegliere i vostri dittatori, dopo che loro vi hanno detto quello che pensate di voler sentire."
Appena una settimana fa è stato concluso un accordo, da 20 miliardi di dollari, tra l'India del Primo Ministro Manmohan Singh e la Francia di Sarkozy, per la costruzione di due nuovi reattori nucleari, di produzione francese (con la multinazionale dell'energia AREVA), nella regione indiana del Jaitapur, già fortemente industrializzata. Numerosi quotidiani e siti web hanno riportato la notizia, tra cui la BBC. I due nuovi reattori si aggiungeranno ai già 22 presenti in India, tutto questo nonostante il paese non sia firmatario del "Trattato di Non Proliferazione Nucleare" (che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare) insieme ai cosiddetti "Stati canaglia" Pakistan e Corea del Nord, senza dimenticarsi di Israele. La Francia, grazie alla sua multinazionale AREVA, vuole prendersi la propria fetta di mercato indiano, nonostante la forte competizione di USA e Russia. Quest'ultima rifornisce di Uranio almeno 7 centrali nucleari, per via di accordi stipulati nel 2008.
Il primo Ministro indiano
Manmohan Singh ricorda che ci sono ancora alcune questioni da chiarire sull'accordo, questioni tecniche e di prezzo (ma la gente è d'accordo?!?). Ciò non toglie che è un paese in forte crescita e la sua voracità di energia non conosce limiti, per il momento. Chi appoggia questi contratti miliardari, appena stipulati, sottolinea che l'India, tra i maggiori produttori di sostanze inquinanti del pianeta, avrà enormi benefici riducendo considerevolmente le sue emissioni tossiche. Nessuno ricorda che le scorie radioattive, delle Centrali già presenti nel paese, sono ancora stoccate nei rispettivi impianti, non avendo ancora scovato un luogo adatto dove scaricare questi veleni.
La multinazionale che fornirà la tecnologia e il combustibile per 25 anni sarà l'AREVA, presente in tutti i principali paesi produttori di atomo, un vero e proprio colosso in campo energetico, controllata dallo Stato francese per quasi il 90%. Il nostro blog aveva trattato di AREVA nel maggio scorso con un articolo intitolato "Nucleare da Bere", dove analisi indipendenti di "Greenpeace" avevano dimostrato gli elevati tassi di radiottività nella zona di estrazione in Niger, dove opera la Compagnia francese, niente di cui stupirsi purtroppo.
Nella regione del Jaitapur prossimo palcoscenico del nucleare di matrice franco-indiana, le operazioni di esproprio della terra erano già iniziate nel maggio scorso, con circa 900 ettari presi con la forza dal governo indiano, visto che i villaggi locali si sono anche rifiutati di accettare qualsiasi compensazione. La biodiversità della zona è a rischio ed una centrale nucleare non ha sicuramente un impatto leggero intaccando presto o tardi i mezzi di sussistenza della gente locale. Ma la forza "democratica" del governo si è palesata appena due giorni dopo l'accordo tra Sarkozy e Singh: centinaia di persone che protestavano nella zona di prossima costruzione dell'impianto sono state arrestate sommariamente, tra loro anche alcuni leader ambientalisti locali (tutto riportato sul quotidano nazionale "The Hindu"). La polizia si è rifiutata di fornire dettagli sulla protesta. Nell'area del Jaitapur una legge speciale vieta gli assembramenti di piazza. Chissà se questa legge era presente nel programma elettorale del primo Ministro Singh, nelle ultime elezioni. In quell'area vi sono 150 ettari di mangrovie con una flora ed una fauna molto variegata, 2335 contadini hanno avuto garanzie che tutto sarà constantemente monitorato per evitare rilasci di sostanze tossiche con particolare attenzione alla salvaguardia della biodiversità...è incredibile se esiste ancora chi crede a queste fesserie da business man di terz'ordine. Chi promuove questo progetto, infatti, ribadisce che gli impianti non causeranno nessuno danno ambientale ma addirittura miglioreranno e abbelliranno l'area circostante. Nessuno si mette ad un tavolo a discutere, a capire, e ad ascoltare le ragioni di questa gente, non serve a niente, tutto è già stato deciso da tempo, tutto è già stato pianificato, con una sceneggiatura dove il popolo fa la parte della comparsa. Chi crede fermamente nel nucleare, nella sua sicurezza e nella sua pulizia dovrebbe offrirsi volontario per una residenza a vita nei pressi di un impianto, ed invece i Governi democratici invadono prepotentemente la vita di intere famiglie, stravolgendone per sempre il futuro, deve vincere il profitto, costi quel che costi. Fino a che il progresso continuerà ad andare a braccetto con tecnologie da miliardi di dollari, con scorie da smaltire, con abusi di potere, infliggendo ferite profonde nella gente e nella terra, sarà un'altra parola straziata dal suo reale significato. C'è ancora tempo per cambiare, basta bugie, basta agenti di vendita travestiti da politici, basta!!
Lotta continua...maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaa

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