Tuesday, January 27, 2009

Barack Obama o Harry Potter?


In un mondo spremuto senza remore da una popolazione in continua crescita, famelica, che fa dello spreco un modus vivendi, si delega ad altri le istruzioni per un cambiamento di rotta(ma siamo ancora in tempo?). Il 2009 è iniziato con due avvenimenti in antitesi tra loro: l'invasione israeliana nei territori palestinesi(anche se il termine più giusto sarebbe "Riserve palestinesi) e il decollo della nuova presidenza americana. Il primo evento ci mostra un conflitto che passa indisturbato nei decenni senza soluzioni concrete(anche per i fallimenti della diplomazia internazionale), il secondo vuole dimostrare che una inversione di tendenza è ancora azzardabile. La vittoria dell' ex senatore dell'Illinois è stata quasi mitizzata da fiumi di inchiostro nei giornali di tutto il globo e correlata da commenti di esperti(esperti?) con il loro crogiolo di dichiarazioni retoriche. Obama sembra quasi essere dotato di poteri sovrannaturali: sa parlare alle folle, sa essere uno di loro, vuole cambiare le regole finanziare, vuole garantire l'assistenza medica ad una fascia di popolazione sempre più ampia, vuole puntare sulle energie alternative, creare due stati liberi ed autonomi tra Israele e Palestina, catturare Osama Bin Laden(esiste?), vuole cambiare la rotta di un paese sfibrato da 8 anni di amministrazione Bush. Per comprendere meglio questo fenomeno mediatico bisogna prima capire chi ha finanziato la sua campagna elettorale e quali saranno i membri da lui scelti per dirigere i diversi rami della società USA. Una piccola premessa: l'economia americana sta attraversando una fase di grave crisi: la bolla speculativa, la frenata del mercato automobilistico, prezzi al consumo scesi dello 0,7% a dicembre, che rappresenta la crescita economica annuale più bassa dal 1954; inoltre, la produzione industriale ha subito un calo di 2 punti percentuali e la capacità produttiva si è assestata al 73,6%, senza dimenticare il mastodontico debito pubblico che sta sfiorando i 1000 miliardi di euro, circa 8,5% del PIL. Dopo i 15 miliardi salvagente per tenere ancora a galla l'industria automobilistica, General Motors, Chrysler e Ford e dopo la precedente misura, approvata i primi di ottobre 2008, che ha iniettato 700 miliardi $ alla sofferente economia a stelle e strisce, il lavoro di Obama si preannuncia difficile, estenuante e con poche garanzie di vittoria. Il nuovo presidente degli Stati Uniti è stato dipinto senza macchia e paura, risoluto, lontano da quei compromessi e giochi di potere costantemente accostati all'amministrazione Bush. Ma è tutto davvero così? Non proprio. La novità di Obama è stata quella di rifiutare i contributi federali per la campagna elettorale, ricevendo molto denaro da singoli sostenitori, per circa l'89% del totale, desiderosi di cambiare ma non solo. L'uomo nuovo di Washington ha racimolato qualcosa come 742 milioni di $, MacCain "appena" 374 milioni. I donatori più generosi sono stati nell'ordine: Universita della California con 1.123.898 $, subito dietro l'istituto di credito GoldMan Sachs con 955.000 $, seguito da altre banche, Jp MOrgan con 642.000 $, City Group con 633.000 $, Morgan Stanley con 483.000 $ e il gruppo bancario svizzero UBS, un bel gruzzolo per Obama, circa 2.713.000 di dollari. Queste banche sono le principali responsabili di aver contagiato la finanza globale con fondi speculativi: hedge found e derivati vari, tutelate da un sistema economico correo del disastro globale, tutt'ora ben lungi da scorgere una fine vicina. Anche le aziende medico-farmaceutiche hanno finanziato il futuro presidente per 11 milioni di dollari!! Il giochino dei compromessi è già avviato, Sheila Krumholz, dell'associazione non governativa "Open Secrets Politics" sottolinea i rischi:" Se la storia insegna, questi ricchi individui, così come le Corporations e le industrie che rappresentano, possono ottenere con ciò cariche dirigenziali, leggi favorevoli e contratti governativi." Lo sporcarsi le mani è politicamente imprescindibile in un contesto di potere di queste dimensioni. L'opinione pubblica sceglie(o almeno ci prova) il candidato con le mani meno sporche degli altri. Ma quali sono i principali membri di questo "Dream Team" americano, che dovrà mettere in pratica quel "Yes we can" che ha così spopolato nei Mezzi di comunicazione mondiali? L'età media di questo gruppo è intorno ai 55 anni, quindi un gruppo giovane ma con qualche veterano a dare esperienza. Il segretario di Stato sarà l'ex First Lady, Hillary Clinton, 62 anni, ex avversaria di Obama alle primarie. Figura controversa, d'impatto, molto amata da diversi gruppi femministi. Nel 1994/95 i coniugi Clinton, allora coppia presidenziale, si trovò invischiata nello scandalo "WhiteWater", un brutta storia di clientelismi, amicizie influenti e truffe finanziarie, da cui la coppia ne usci con qualche osso rotto ma sostanzialmente innocente. La Clinton ha votato a favore dell'invasione dell'Afghanistan nel 2001 e sempre in quell'anno ha dato voto favorevole anche per il "Patriot Act" dove, in pratica, si ampliavano i poteri delle principali agenzie di controllo statunitensi: FBI e CIA, un vero e proprio lasciapassare per curiosare in milioni di email di ignari utenti, o ascoltare conversazioni telefoniche sospette, con tanti saluti per il diritto alla privacy. Nel 2002 l'ex avvocatessa dà il suo assenso anche per l'invasione Iraquena, la guerra iniziata con delle prove fasulle contro Saddam Hussein. E' stata definita una cauta liberale. Consigliere economico del presidente sarà il 55enne Lawrence Summers, già segretario del tesoro sotto l'amministrazione Clinton, ha studiato divenendone poi membro del prestigioso M.I.T. (Massachusetts Institute of Tecnology), specializzandosi in economia. Inizialmente dubitava che il libero mercato avrebbe avvantaggiato i paesi in via di sviluppo, ma poi nel 2000 era tra i sostenitori della deregolamentazione dei derivati, fattori che poi hanno condotto alla crisi finanziaria. Figura molto discussa è il 65enne, Robert Gates, segretario alla Difesa, 26 anni al servizio della CIA. Direttore del "Centre Intelligence" sotto Bush figlio. E' stato tra i protagonisti dello scandalo Iran-Contra, sotto la presidenza Regan. Dal rapporto finale della commissione che giudicava il caso, Gates risultò con una condotta "Costruita e poco limpida" e nonostante un comportamento di ostruzionismo alle indagini non fu ritenuto imputabile di nessuna condanna. E' stato membro di industrie estrattive come la "Parker Drilling Company" e imprese minerarie. Di origine spagnole è il segretario degli interni, l'avvocato 54enne, Ken Salazar, per alcuni è considerato un difensore dell'ambiente. Eppure nel 2005 votò contro l'aumento di efficenza di carburante su auto e camion, ed ancora votò contro un emendamento per abrogare le agevolazioni fiscali per Exxon-Mobil e altre compagnie. Nel 2006 , infine, chiese il termine delle protezioni che limitavano le trivellazioni offshore nel golfo della Florida. Pare più un ambientalista di facciata. Per il comparto agricolo è stato scelto, invece, Tom Vilsack, 59 anni, fu abbandonato dai genitori e affidato ad un istituto, ma ha saputo prendersi una bella rivincita dalla vita. E' socio di un società di avvocati. Numerose le leggi a favore dei lavoratori, Nel 2005 è contro le metanfetamine. Mentre nel 2002 si è schierato contro la guerra in Iraq, ma ora sembra esitante sul ritiro dicendo:" E' in discussione la credibilità e le competenze dei comandanti americani." Vorrebbe tagliare le emissioni di carbonio, aumentando il rendimento del mais per etanolo. L' "Organic Consumer Association", che studia i diversi approcci della società sull'ambiente, ha definito Vilsack un sostenitore delle grandi industrie e delle colture geneticamente modificate. Come segretario dell'istruzione troviamo un 45enne, Arne Duncan, già diettore della "Chicago Public Schools". Non si sa molto delle sue esperienze lavorative. E' iscritto all'Associazione Aspen Institute, gruppo di pensiero che raduna uomini di potere, le presenze sono perlopiù eterogenee. Per molte associazioni sono considerati alla stregue di logge massoniche legalizzate. Un uomo nuovo sarà il segretario per lo sviluppo edilizio, Shaun Donovan , 43 anni. Ha rivestito l'incarico di direttore della "New York City Department of Housing preservation and development". Ha lavorato per la campagnia presidenziale di Obama. Molto più navigato, politicamente parlando, sembra essere il libanese americano, Ray LaHood, dalle file repubblicane, 64 anni. Secondo molti manca di esperienza in un settore chiave come quello dei trasporti( un dipartimento da 58 miliardi di dollari di finanziamenti). Per la "League of Conservation, una organizzazione che esamina i candidati secondo i loro parametri ambientalisti, la valutazione per LaHood si ferma al 27%. Anche il gruppo "Green Basics" la pensa allo stesso modo: il politico ha troppi legami con l'impresa di costruzioni di macchine escavatrici "Caterpillar", che ha oltretutto finanziato la campagna politica di LaHood nel 2006. Autorevole la figura del Ministro dell'Energia: Steven Chu, cinese americano, 61 anni. Chu ha vinto nel 1997 il Nobel per la Fisica. Strenuo sostenitore di energie alternative e ricerca sul nuclare, auspica un rapido allontanamento dalle fonti fossili(carbone e petrolio). Chu è membro di numerosi istituzioni prestigiose tra le quali la "United States Nation Academy of Science". Quasi confermata sarà Hilda Solis, la 52enne, di orgini latine, incaricata per il dipartimento del lavoro. Di origini modeste, ha vinto nel 2000 il "John Fizgerald Kennedy profile in Courage award". Ha da sempre sostenuto la causa dei ragazzi svantaggiati e del diritto degli immigrati di studiare nei college californiani. In prima linea per la lotta contro lo sfruttamento del lavoro. E' stata una forte supporter di Hillary Clinton alle primarie. In questi primi giorni da presidente Barack Obama ha dato un messaggio chiaro al mondo di volontà di cambiamento, ma la misura di questo "change" andrà valutata giorno dopo giorno. La proposta di costringere l'industria automobilistica ad alzare i propri standard ambientali è ottima, ma per adesso è solo una proposta. La chiusura di Guantanamo pareva un atto dovuto, viste le numerose denunce di "Amnesty International". C'è da notare un aspetto: gli 8 anni di Bush sono stati disastrosi, un muro di errori, negligenze, incapacità oggettive, e fiumi di bugie. Obama deve prima di tutto abbattere questo muro ed iniziare a creare dei ponti per unire e non più barriere di stereotipi e tornaconti personali. Per il critico Michael Moore Obama potra essere il volto nuovo di un'america che cambia oppure il mero ingranaggio di qualche Lobby. Il mondo si auspica un cambiamento radicale, che deve diffondersi in ogni casa, sopra ogni economia, nei gesti di ognuno di noi. E' troppo comodo delegare ad una persona sola le sorti del mondo e sminuire così la forza di un cambiamento che può e deve partire dalla gente comune. Solo con la forza della cooperazione, diffondendo un sistema di vita rispettoso dell'ambiente saremo davvero protagonisti attivi di una rivoluzione epocale senza quegli egoismi tossici che ci hanno condotto a pochi passi dal baratro......maremma cinghialaaaaaaaaaa

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1 comment:

Anonymous said...

provaaaaa

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