Tuesday, July 27, 2010

Il Miracolo di Bogotà



C'è un paese ne mondo dove ogni 100 abitanti ben 59 possiedono un'auto (primato europeo), in cui la crescita delle vetture circolanti, negli ultima anni, è salita di un + 4,9%, arrivando a 36 milioni di mezzi a quattroruote. Purtroppo la Nazione in questione è l'Italia e questi dati sono tratti da un articolo apparso lo scorso maggio su "Repubblica".
Si continuano a costruire strade, tunnel, doppie corsie, triple corsie, convinti che la soluzione sia nel maggior quantitativo di asfalto da stendere su e giù per il nostro stivale. Quel gruppo di attori profumatamente pagati dai contribuenti, che vive e si riproduce a Montecitorio, dà il buon esempio usando le auto blu anche per andare in bagno.
A Firenze per costruire una linea della Tranvia è successo di tutto: ritardi, proteste spesso senza senso, costi come al solito aumentati in maniera esponenziale, gente appesa sugli alberi, referendum con ulteriori sprechi di denaro pubblico, appelli per salvare la città dal mostro/treno (treno?!) che avrebbe deturpato e intasato le strade già ingolfate di auto... La solita tarantella isterica che, ovviamente, si ripeterà per la linea 2 che dovrebbe passare in zona Duomo, oppure sottoterra, oppure per aria, o magari senza i pali, oppure si fa circolare solo di notte che non la vede nessuno, anzi facciamola a batterie, a spinta, ad aria compressa, a molla, su binario unico ma con un vagone più piccolo, col giglio in punta o forse magari di fianco.....Ed intanto il treno quello vero, quello delle occasioni è già passato.
Eppure ci sono ottimi esempi nel mondo, anzi potrebbero essere definiti quasi dei miracoli urbanistici, come per Bogotà in Colombia, che con circa 9 milioni di abitanti ha saputo trasformarsi in meglio nel giro di qualche anno. Un città pericolosa ed invivibile che adesso ha nel turismo in continua crescita, nei trasporti efficenti e nella ritrovata promozione artistica e sociale i suoi punti forti. "Una città che si è scrollata di dosso l'immagine di Bad Boy" secondo un recente articolo di "Usa Today".

Ecco qui un altro articolo tratto dal sito internet "LifeGate" di Silvana Tuccio, che spiega come questa metamorfosi sia avvenuta senza bacchette magiche, ma con la tenacia e la seria volontà di fare davvero qualcosa di indimenticabile per la propria città che sia in Sud America o in qualsiasi altra parte del mondo.


Con 200 km di piste ciclabili, numerose vie pedonali, il TransMilenio e la ciclovia, la mobilità di Bogotá, nel cuore della Colombia, è la dimostrazione di come l’ecologia avvicini le persone.

La città di Bogotá ha potuto riscoprire modi di vivibilità nel nuovo millennio attraverso la leadership e la visione di un sindaco, Enrique Penalosa, che dal 1998 al 2001 ha trasformato la viabilità cittadina introducendo piste ciclabili e un sistema di trasporto urbano dal nome TransMilenio. Per Penalosa l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei bogotani si basava anche sul “rinnovamento dello spirito civico nelle persone”. Introdurre pratiche che stimolano ad adottare abitudini sostenibili è un gioco di equilibrio perché richiede non solo la partecipazione delle persone ma anche la loro convinzione. Penalosa ha investito nella divulgazione e comunicazione del suo ambizioso progetto a favore di una maggiore eguaglianza tra gli abitanti.
L’illuminato sindaco, conscio del fatto che solitamente le fasce di reddito più basso non hanno la percezione di aver diritto a scuole, biblioteche, piste ciclabili, aree verdi, ha sviluppato una visione che restituisse alla popolazione accesso alla propria città, in modo da acquisire dignità personale. Negli spazi pubblici come parchi, marciapiedi, piste ciclabili e piazze nasce la coesione sociale: sono luoghi dove “ricchi e poveri” possono incontrarsi e riconoscersi come “uguali”.
Il greenway di Bogotá è la risposta eco all’highway: nel primo sfilano persone in bicicletta, casco in testa e giacca fluorescente, nel secondo macchine con persone al volante. Questa pista ciclabile figura nelle strade larghe della città di Bogotá per ben trentacinque chilometri, separata e protetta.
In città esistono 200 km di piste ciclabili, frutto di una precisa scelta di Penalosa, secondo cui la costruzione di nuove strade e autostrade non serve a diminuire il traffico urbano delle metropoli. Le piste ciclabili, invece, creano una corrente di aria pulita e stimolano non solo le gambe, ma anche la nascita di pensieri ecosostenibili. La percentuale della popolazione che si sposta in bicicletta in Bogotá è salita dallo zero al cinque per cento. Per restituire le strade cittadine agli abitanti è stata istituita la ciclovia della domenica, con le vie chiuse al traffico delle auto e aperte alle biciclette, ai pattini, agli skateboard, alle persone con i cani a passeggio. Vengono inoltre allestiti palchi nelle piazze e si può partecipare a lezioni di aerobica, stretching, ballo, movimento per bambini, inseriti in un’atmosfera di grande festa. A Bogotá, il TransMilenio, o Bus Rapid Transit (BRT), sposta 1,5 milioni di persone al giorno. Il vantaggio di questo sistema di trasporto, diventato icona della città ed esportato in altre metropoli del mondo come Città del Messico e Jakarta, è che la sua infrastruttura è meno dispendiosa di una metropolitana o un’autostrada. Il TransMilenio viaggia in corsie preferenziali e protette, è dotato di pensiline e sovrappassi, attraversa gran parte del territorio urbano fungendo da “raccordo sociale e materiale” tra centro e periferia. Salire sul TransMilenio è facile poiché le porte si aprono a livello del marciapiede. Con un biglietto prepagato a basso costo diventa accessibile e fruibile dai suoi destinatari. Inoltre, il livello basso di emissioni del TransMilenio ha permesso un accumulo di carbon credits, riconosciuti dall’ONU e vendibili sul mercato dell’emissions trading.
Un progetto italiano, DESIS (Design for Social Innovation and Sustainability), frutto del lavoro di Ezio Manzini del Politecnico di Milano, ha messo radici anche in Colombia. Il DESIS di Bogotá promuove l’Innovazione Sociale, concetto che anima il progetto, e come spiega Manzini, nasce dalle esigenze delle persone e comunità di trovare nuovi modi di rispondere a questioni di sopravivenza e di sostenibilità. Il progetto valorizza le risorse umane, il potenziale delle persone di immaginare e creare nuove soluzioni attraverso la cultura, l’arte, e il design. DESIS Bogotá raccoglie scuole di design, organizza laboratori e mostre e dà risalto a progetti artistici come ad esempio il film-documentario Tumaco Pacifico (2008).

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