Valeva la pena ricordare questo anniversario, anche se nefasto. Perchè dimenticare una ingiustizia, cancellarla dalla memoria collettiva significa accettarla, legittimando le menzogne, gli abusi, e le migliaia di persone che sono state uccise da ideologie senza alcun tipo di fondamento.
Una bugia lunga 20 anni destinata a perdurare ancora a lungo, una bugia che ha trovato istituzioni complici, mass media divenuti mezzi di propaganda contro un popolo ed una Nazione, l'Iraq, interessi che non hanno avuto nessun tipo di problema a mischiare petrolio e sangue, giovani vite spezzate per vecchi affaristi senza scrupoli. Nel paese medio orientale si continua a morire, tra soldati sospesi tra la vita e la morte e civili a cui hanno portato via il presente ed il futuro.
Non esiste una guerra giusta, non esiste una guerra senza il suo bel carico di bugie e falsità, non esiste un domani, ma solo un passato ed una memoria piena di odio e rancore.
Riportiamo un articolo tradotto dal nostro staff, tratto dal sito uruknet.info intitolato "The Anatomy of a Massacre" del giornalista Malcom Lagauche.
In questo Risiko impazzito siamo tutti vittime manipolate e carnefici nella nostra ignoranza.
The Anatomy of a Massacre
Presto, saremo testimoni del 20° anniversario dall'inizio della prima Guerra del Golfo. Quando la prima bomba cadde in Iraq alle 2 del mattino del 17 gennaio 1991, gli Stati Uniti iniziarono ad attuare i propri piani militari di raggiri e sporchi trucchetti per ottenere un punto di appoggio permanente in Medio oriente. George Bush I arruolò, costrinse e pagò altre 27 Nazioni per aiutare il massacro in Iraq, privando questi nuovi alleati, di qualsiasi morale etica.
Se guardate ad alcuni dei paesi coinvolti in questa coalizione anti-Iraq, questi variano fortemente a seconda delle motivazioni nel coinvolgimento di questo macello. Pochi sono saliti a bordo perchè davvero pensavano che la guerra fosse la cosa giusta da fare. Come molti parteciparono volontariamente alla Campagna del 2003, molti di quei paesi parteciparono a quella del 1991 per ottenere una sorta di salario da Washington.
L'Egitto, lungamente sostenitore dell'Iraq, inizialmente rifiutò. Ma dopo che George Bush I disse loro che avrebbe "perdonato" i 7 miliardi di debito dovuti, l'amico iraqueno di un tempo cambiò sponda. La Siria entrò nell'alleanza per i diverbi tra il suo Presidente, Hafez Al-Assad, ed il Presidente Iraqueno, Saddam Hussein. Allo stesso tempo la Siria era nella lista americana dei paesi finanziatori del terrorismo, ma questo non preoccupò George Bush I. la paga per Al-Assad arrivò dopo il cessate il fuoco stipulato tra l'Iraq e gli USA. L'amministrazione Bush chiuse un occhio sull'invio siriano di 30000 soldati in Libano, lasciando la Siria con una tremenda influenza in quel paese. Ironicamente l'amministrazione di Bush figlio avvertì la Siria di ritirare le proprie truppe dal Libano, minacciandola di una azione militare nel caso i militari non si fossero ritirati. La differenza tra allora ed adesso è che il Presidente Hafez Al-Assad è deceduto lasciando il potere al figlio Bashir. Quest'ultimo non ha condiviso la stessa animosità contro l'Iraq come il padre, i due paesi hanno avviato un commercio e relazioni politiche proficue fino all'invasione dell'Iraq nel 2003. La Siria non ha appoggiato l'ultimo l'intervento USA in Iraq, per questo deve pagarne il conto, invece che usufruire di corsie preferenziali come nel 1991.L'Arabia Saudita, paese non esattamente conosciuto per il suo governo progressista, si pose subito al fianco delgi USA, quando Bush falsamente proclamò che le truppe iraquene stavano stazionando in Kuwait, appena oltre il confine saudita, pronti ad attaccarli. " Ci siamo radunati stanotte, testimoni di eventi cosi significativi e cosi tragici. 120000 truppe iraquene con 850 carri armati stanno entrando in Kuwait e muovono verso sud minacciando l'Arabia Saudita."
Il Dipartimento della Difesa oltrepassò i dati di Bush, con bel 250000 uomini e ben 1500 carri armati. I minacciosi avvisi di Bush e del Pentagono erano basati su menzogne. Foto del suolo saudita prese dal satellite commerciale russo Soyuz-Karta, l'11 settembre 1990, e del Kuwait il 13 settembre, mostrano uno scenario differente. Nessun presenza iraquena vicino ai confini con l'Arabia Saudita e solo una piccola percentuale di truppe, rispetto a quelle sovrastimate dell'amministrazione Bush. Nel dicembre 1990 il "St Petersburg Time" in Florida acquistò queste foto da una agenzia Russa. Analizzate da esperti questi arrivarono alla conclusione che le stime USA erano basate su bugie. Secondo Peter Zimmerman che lavorò l'amministrazione Reagan presso "L'Agenzia per il controllo ed il disarmo" il Pentagono continuava a ripetere che le truppe iraquene erano li, ma non vedevamo nessuna forza iraquena in Kuwait o perlomeno solo un 20% di quello che avevano proclamato.
Jean Heller scrisse un pezzo per il "St Petersburg" nel gennaio 1991 su questo dilemma. I Media nazionali rifiutarono di pubblicare questo articolo, ignorandolo, nonostante l'editore del giornale propose il pezzo all' "Association Press" due volte e anche al " Scripps-Howard News Service". Secondo Heller: " Le truppe, che si sarebbero ammassate a ridosso del confine saudita e che avrebbero rappresentato la minaccia per il paese, giustificazione per gli USA di inviare i propri soldati, non appaiono nelle foto satellitari. E quando è stato chiesto al Dipartimento per la difesa americano di portare delle prove per contraddire le foto satellitari, il dipartimento si rifiutò. Probabilmente, penso, che la mancata pubblicazione della storia sia dovuto alla evidente vicinanza temporale con l'inizio della guerra. Ed inoltre e più importante, non penso che la gente voglia sentire che siamo stati ingannati. Diversi reporter che hanno letto l'articolo, pensano che sia dinamite, ma molti editori, sembrano avere l'attitudine del tipo: A questo punto a chi interessa? Se la guerra finisce male con molti feriti, molti più di quelli che l'Amministrazione USA ci aveva pronosticato, forse sentiremo questa storia ancora." Allo stesso tempo, quelle stesse foto, che avrebbero dovuto provare l'accumulo di truppe iraquene al confine saudita, hanno invece mostrato una presenza statunitense che non era prevista in Arabia Saudita. Secondo Zimmerman :"Possiamo vedere 5 C-141s, un C5A, 4 piccoli aerei da trasporto, probabilmente C 13, oltre ad una lunga fila di aerei da combattimento, F111s, F15, nel mezzo del campo di aviazione si notava un 'area tecnica semicamuffata."Diversi paesi si opposero a questa travolgente forza portata contro l'Iraq, ma hanno pagato le conseguenze di questa mancanza di sentimento pro-USA. Aiuti furono velocemente tagliati alla Giordania, il cui leader, l'ultimo re Hussein, fu messo sotto la pressione del suo popolo, per non aver supportato gli Stati Uniti, decidendo poi di divenirne alleato ed informatore nell'area medio orientale. Lo Yemen fu duramente colpito negli aiuti dagli USA per aver votato contro l'uso della forza in Iraq. La versione statunitense di queste votazioni sono selettive- sei libero di votare finche voti per noi- L'utilizzo degli Stati Uniti delle Nazioni Unite è una burla. Fino al 1990 il paese ha sempre considerato l'ONU una organizzazione inutile che aiutava i paesi del terzo mondo. Il disgusto verso l'ONU era cosa risaputa tanto da portare il paese americano a non pagare un cospicuo ammontare di denaro all'organizzazione. Poi, in un voltafaccia, in poco tempo, poco prima del voto di novembre 1990, per l'invasione dell'Iraq, gli USA hanno pagato 187 milioni di dollari all'ONU (è tutto scritto a questo link, ndr). Questa azione "illuminata" rappresenta una piccola porzione del debito che le Nazioni Unite reclamano.
Molti negli Stati Uniti sembravano essere divenuti pazzi in quelle cinque settimane del 1991. Guardavamo politici e politici parlare favorevolmente di quello che stava accadendo. Appariva chiaro che una larga fetta della politica USA era euforica quando descriveva quella distruzione. Purtroppo non vedemmo i milioni di persone sia nel paese che fuori, contrarie a quegli interventi. I Ministri di Italia, Francia e Turchia erano rassegnati al disgusto, ma i Media americani non consideravano l'opposizione meritevole di notizie. Ci fu un vero e proprio black out dei dissidenti.
Nononostante la semplce vittoria sull'Iraq del 1991, gli Stati Uniti hanno visto le ombre di un altro Vietnam. Dopo l'invasione del 2003, una forte resistenza ha preso piede in Iraq, in modo simile al Vietnam, con un numero sempre crescente di soldati USA deceduti (ad oggi più di 4400 soldati, solo americani, ndr)
E' stata usata la storia delle fosse comuni nel sud dell'Iraq come una delle motivazioni per rovesciare Saddam Hussein. Per anni le abbiamo sentite, ma dopo l'invasione illegale dell'Iraq, questa storia è tornata in prima linea. Il numero dei corpi trovati in queste fosse era salito a 400000 cadaveri. Tuttavia il 18 luglio 2004, il Primo Ministro inglese Tony Blair ammise davanti alla propria opinione pubblica che i dati erano gonfiati. I corpi erano 5000 e non 400000 come detto ed erano tutti militari, partecipanti alle insurrezioni contro Baghdad, o combattenti Kurdi del nord del paese morti nella guerra civile Kurda, non civili uccisi da Saddam Hussein. Ulteriori perizie legali hanno dimostrato che alcuni corpi erano di soldati americani del 1991.
L'operazione "Tempesta nel Deserto" con tutte le conseguenze ha virtualmente eliminato un paese dalla faccia della terra. Un paese senza acqua fresca ed elettricità. La prima ispezione delle Nazioni Unite dopo la Desert Storm ha rilevato una paese ritornato ad un'epoca pre-industriale.
Possiamo amaramente conclude "Missione Compiuta" maremmacinghialaaaaaaaaaaa
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