Tuesday, April 1, 2014

Il "nuovo" nuovo Ordine Mondiale


Articolo tradotto dalla redazione di MaremmaCinghiala dal titolo

The New New world Order by Jim Miles (Giornalista canadese indipendente per numerose testate online, tra cui "the Palestine Chronicle").

Le parti in corsivo sono aggiunte dalla Redazione per spiegare, chiarificare alcuni punti.

Il mondo appariva diverso due decadi fa. Il crollo dell'Unione Sovietica sotto Yeltsin, un crollo verso occidente. Quest'ultimo aveva "vinto" la guerra fredda in un 'ottica di giuste spartizioni di pace, promettendo di non estendere la NATO nei paesi dell'est.
L'economia USA, sebbene già seriamente indebitata ed in difficoltà, lavorava con la Cina per una nuova era di prosperità economica, mentre in Russia nascevano nuovi oligarchi e i vecchi business venivano smantellati.
In Israele la prima Intifada era finita, e gli accordi di Pace di Oslo erano in divenire, con L'OLP che venita riconosciuta come rappresentante di un popolo e di un'area, la Cisgiordania, controllata da Palestinesi ed Israeliani.

La pace globale era sul punto di affermarsi.

Un gruppo di uomini si stava chiedendo che tipo di pace sarebbe stata, erano i partecipanti del Progetto Nuovo Secolo Americano (Project for New American Century - PNAC - con esponenti del gruppo Bush, con idee non propriamente di pace, i loro punti chiave sono l'affermazione della potenza americana nel mondo sopratutto a livello militare. E' tutto scritto nero su bianco sia sul sito del PNAC sia su wikipedia ).

Tra loro c'era l'idea di una completa dominazione globale, dove Richard Perle e Paul Wolfowitz (il primo è il fondatore del PNAC, strettamente legato alla destra israeliana, il secondo è stato il presidente della Banca mondiale per due anni, dopo costretto a lasciare l'incarico perchè gonfiava lo stipendio della sua compagna, con doppia cittadinanza, Americana ed Israeliana), sostenevano la forza di colpire per primi in una eventuale guerra atomica. Non c'erano più rivali da combattere per gli Stati Uniti, in terra, mare, aria, spazio, la politica di dominio economico e politico era assicurata. Il gruppo PNAC diceva in aggiunta: "Il processo di trasformazione, anche se porterà un cambiamento rivoluzionario, risulterà molto lungo, se non si dovesse verificare un evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor." (Da li a poco ci saranno gli attacchi alle torri gemelle)
Il gruppo aveva già puntato l'Iraq e sosteneva il suo partner strategico in Medio Oriente, Israele.
E una nuova Pearl Harbor arrivò.
A prescindere dai suoi artefici, il 9/11 creò l'impeto e la propaganda giusti per una nuova generazione di azioni militari in tutto il mondo, sotto la magica etichetta "guerra al terrore". Un'era di sorveglianza e leggi autoritarie che hanno gradualmente indebolito lo stato democratico negli USA e nei suoi paesi alleati.
 A livello finanziario si assistette all'inizio di una fase dove la finanza globale era infestata dai debiti per supportare lo sforzo militare sul pianeta.
Israele cavalcava questi momenti, prendendo le sembianze della "vittima" circondata da un mare di terroristi pronti a distruggerla a prescindere dalla sua predominante forza militare, con centinaia di testate nucleari, e la sua forza finanziaria e di controllo, sempre supportata dagli USA e dai suoi alleati. La strada per la pace non era altro che una montagne di chiacchere, mentre le costruzioni nelle terre palestinesi continuavano.
La pace globale non era più così immediata e la "lunga guerra globale" si inseriva nella normalità della propaganda quotidiana, dei Media. La democrazia e la libertà erano esportante tramite barili, pistole e lanciarazzi.
Ma nonostante le previsioni del PNAC, l'asse USA/NATO si è insabbiato in Iraq e Afghanistan, le vittorie in Libia hanno lasciato sul campo promesse non mantenute ed immense distruzioni.
Il collasso economico del 2007/08, il relativo salvataggio con i petrol-dollari, con la messa in circolazioni di miliardi di dollari da parte della Federal Reserve per salvare il salvabile.
Ma il progetto americano di controllo del mondo ha subito un brusco rallentamento: molti i fattori scatenanti, ma due sono i principali. Il ritorno di una resistenza militare di una rinvigorita Russia, che ha risposto al tentativo di limitarla o altresi disintegrarla. In questa resistenza c'è una forte volontà politica di preservare i propri interessi, e di aumentare il suo potere economico con nuovi legami con l'Europa e il nuovo colosso Cinese.
Secondo, molto legato a quanto detto sopra, il cambiamento del peso mondiale dei petrol-dollari, l'ascesa della Cina come nuovo giocatore nello scacchiere mondiale, e l'immensa voragine di debiti sia interni che esteri degli Stati Uniti. Aggiungiamoci la presa di coscienza del potere dei paesi BRICS (Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica) e la loro ricerca di una valuta alternativa al dollaro per le loro riserve.
Tutto si muove di conseguenza come l'istigazione del colpo di Stato in Ucraina, la Crimea, tutto collegato ai rapporti economici tra Russia, Siria ed Iran.
Mentre il mondo segue queste vicende nell'Europa dell'est, Israele continua la sua pulizia etnica, distruggendo e riorganizzando le sue costruzioni. Le parole di Obama riguardo Democrazia e leggi internazionali sono una doppia ipocrisia, per quello che il suo paese sta facendo militarmente nel mondo e per quello che sta succedendo in Israele, dove l'inetto John Kerry cerca di recuperare una situazione ormai già morta.
Il futuro è speculazione ma Israele potrebbe sorprendersi e sorprendere il mondo trovando nuovi alleati a suo supporto. E' un mini super potenza, ha ampie strutture militari, di sicurezza e di sorveglianza, negoziabili con altri beni e necessità. Gli Usa ed i suoi alleati hanno importanti legami, anche religiosi con Israele, parzialmente attraverso l'estrema destra dei Cristiani fondamentalisti oltre che con gli ebrei locali. Ma con un possibile declino finanziario, valutario e geopolitico degli Stati Uniti, questo piccolo e potente Stato potrebbe cercare altrove nuove "amicizie".
Forse la Russia stessa, o magari la Cina, o qualche paese arabo che sta già facendo affari con la Cina e non avrebbe problemi a chiudere un occhio per Israele, per la sua stessa sopravvivenza.
Per i Palestinesi l'unica via di uscita è nel BDS (un gruppo nato nel 2005 per la delegittimazione ed il boicotaggio di Israele, supportato da 171 organizzazioni non governative palestinesi. Scopo dichiarato è la fine dell'occupazione israeliana, riconoscere i diritti dei palestinesi ed il ritorno in patria dei rifugiati. Diversi paesi tra cui Norvegia, Olanda, Nuova Zelanda, Irlanda, Sudafrica, Inghilterra, hanno iniziato a boicottare compagnie israeliane accusate di essere coinvolte in qualche modo con l'occupazione del suolo palestinese)
Per ora il BDS sempre l'unica vera arma dei palestinesi per raggiungere la tanto agognata libertà.  Jim Miles

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