Wednesday, April 13, 2011

In petrolio we trust



In Libia l'intervento umanitario per salvare i pozzi di petrolio con le sterili promesse di non coinvolgere i civili, ma addirittura di proteggerli, si sta rivelando l'ennesima bufala. La gente è oramai immune dalle falsità e assolutamente abituata a convivere con un sistema informativo che mente ogni giorno, abile, simultaneamente, a distrarre con la stessa velocità e la stessa frequenza. Difatti i morti civili in Libia ci sono, ed aumentano giorno dopo giorno. Almeno 13 persone sono state uccise in un raid aereo della Nato,nella zona di Brega. L'UNICEF chiede l'immediato cessate il fuoco a Misurata dove l'aumento di decessi infantili e la scarsità di cure sono alla base di questa situazione. L'organizzazione internazionale riferisce che a Misurata sono stati uccisi anche bambini di 9 mesi, almeno 20 sono morti e molti di più sono rimasti feriti a causa di schegge di mortai e ferite da proiettili. Come dimenticare, del resto, le trionfalistiche parole di Obama di qualche giorno fa, che definiva la guerra....ops... Missione umanitaria, in Libia "un successo", forse il presidente si riferiva ai profitti del settore bellico USA, che non conoscono crisi.
Noam Chomsky, intelletuale, politologo, scrittore, nonche professore emerito di linguista al MIT (Massachusetts Institute of Technology) e tra i maggiori critici delle politiche espansionistiche americane, non si è risparmiato nemmeno per questo intervento militare in Libia. Chomsky in una intervista al "Manifesto" dichiara: "L' attacco militare alla Libia da parte del triumvirato imperiale di Gran Bretagna, Francia e Stati uniti e dei riluttanti "volenterosi" non ha nulla di "umanitario". È una guerra, punto e basta. Le motivazioni addotte dai leader politici ed opinionisti per questo intervento invocando scopi "umanitari" è inesistente, perché ogni ricorso alla violenza militare viene da sempre giustificata, anche dai peggiori mostri come Hitler, per autoconvincersi della verità di quanto asseriscono. Basti pensare a Mussolini, quando invase l'Etiopia. I massacri della popolazione civile vennero vantati «per apportare I benefici della civilizzazione alla popolazione oppressa e l'apporto di un futuro meraviglioso». Questo sarebbe quello che chiamiamo umanitario? . ed ancora :"Un dittatore affidabile o clientelare non si tocca. Di fatto non c'è stata nessuna reazione né imposizione della no-fly zone da Washington quando la dittatura saudita è intervenuta solo venti giorni fa in Bahrein, massacrando la popolazione che insorgeva per le riforme. Il Bahrein è uno Stato fondamentale, geostrategico per gli Stati uniti. la tattica perseguita è sempre la stessa: per gli Stati uniti, quando il dittatore-cliente è nei guai lo si appoggia e lo si sostiene fino a quando è possibile. Quando non è piu possibile ecco che segue una pletora di dichiarazioni ispirati all'amore per la democrazia e dei diritti umani. Il tentativo ultimo è quello del salvataggio del regime del dittatore diventato scomodo. La casistica è noiosamente familiare: Duvalier, Marcos, Ceaucescu, Mobutu, Suharto ed oggi Tunisia ed Egitto. La Siria per ora non presenta alternative che possano far comodo agli obiettivi che stanno a cuore agli Stati uniti. In Yemen un intervento militare creerebbe maggiori problemi a Washington. Così tutti gli esercizi di violenza cui stiamo assistendo con massacri della popolazione in rivolta, sollecita soltanto pietose dichiarazioni in nome della «democrazia» e dei diritti umani. Per la Libia è prevedibile una spartizione del paese in due parti: una parte in mano agli insorti, ricca di riserve petrolifere con giacimenti sul territorio ancora non sfruttato, fortemente dipendente dalle potenze imperiali dell'occidente; ed un'altra parte che resta con un Gheddafi depauperato del suo potere. E in una Libia di fatto più impoverita. Una volta assicurato il controllo dei pozzi petroliferi potremmo trovarci dinanzi ad un nuovo «emirato libico», quasi disabitato, protetto dall'Occidente e molto simile geostrategicamente al resto degli emirati del Golfo Persico".
Neil Clark, giornalista inglese, dalle colonne del "The Guardian" si chiede :" L'intervento in Yugoslavia del 1999 era necessario per fermare lo sterminio di Milosevic, il nuovo Hitler, ma le atrocità avvenivano sia sul fronte Yugoslavo che su quello Kosovaro appoggiato delle forze occidentali. In Iraq nel 2003 l'attacco andava lanciato contro Saddam Hussein, che poteva in 45 minuti attivare le famose Armi di Distruzione di Massa, sappiamo tutti, poi, rivelatesi un mucchio di fesserie". quindi si chiede Clark: " I nostri governanti ci hanno mentito sia nel 1999 che nel 2003 per giustificare i loro interventi umanitari, perchè non dovrebbero farlo anche in questo attacco alla Libia?". Se è davvero un intervento umanitario, perchè non si protegge il Bahrain o lo Yemen dove 45 civili che protestavano sono stati brutalmente uccisi?".
Alla faccia della crisi mondiale, il costo di gas e petrolio, ha subito una brusca impennata anche grazie a questo conflitto: appena un anno fa il petrolio era a circa 90 $ al barile e adesso è intorno ai 106 $, per non parlare del gas dove la speculazione, anche bellica, contribuirà ad aumentarne il costo. L'effetto domino rischia di colpire il settore alimentare, che è quello strettamente connesso con le fonti energetiche. Secondo la FAO i paesi arabi teatro delle rivolte, sono a rischio crisi alimentare, sopratutto per i cereali. Rispetto ad un anno fa, sempre da fonti FAO, il prezzo dei generi alimentari registra un + 27%, con conseguenze negative per i meno abbienti, per i mercati di tutto il mondo, specialmente quelli che dipendono dalle importazioni. La guerra in Libia, fino al 30 marzo, è costata 550 milioni di dollari all'amministrazione Obama, con una stima di circa altri 40 milioni fino alla metà di aprile, l'Italia solo nella prima settimana di guerra ha già speso 12 milioni di euro, ogni uscita di un jet tornado costa 300.000 euro, un missile 2 milioni di euro.
Soldi di tutti bruciati per gli interessi ed i vantaggi di pochi, gente che non si indigna ma che addirittua definisce "necessaria" o "un successo" l'aver speso milioni di dollari/euro in armi di distruzione invece che in welfare, scuole, progetti di sostegno per le classi meno agiate, inteventi per aiutare le imprese a riprendersi da una crisi che assomiglia sempre di più ad un veleno iniettato volontariamente da quegli organi di potere che hanno tutto da guadagnarci nella disperazione e nell'indigenza di intere classi sociali. Non fatevi ingannare dalle parole, siamo in un tempo in cui la parola "terrorista" si adatta sempre di più per chi combatte contro dei torti subiti e non accetta delle regole mutate in "soprusi feudali", mentre le parole "umanitario e sostegno" danno il via libera a grappoli di bombe, e di morti innocenti. Questo è il presente, il nostro presente, non molto diverso dal passato, proiettato in un futuro di ulteriori ingiustizie, ulteriori morti "umanitarie" ed altre assurdità, dove chi non combatte, chi non boicotta, chi rimane totalmente passivo sarà un complice silenzioso ed asservito......maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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