Tuesday, April 6, 2010

Tempo di Rivedere gli Obiettivi del Millennio?



Il sito www.worldpress.org propone articoli dai più importanti organi di stampa del mondo, ne proponiamo uno tradotto dal paziente lavoro della nostra redazione, intitolato
" Time to Revisit the Millenium Development Goals?" di Justin Frewen, consulente dal 1997 presso l'ONU, numerose le sue esperienze in programmi di sviluppo per Asia, Africa, Medio Oriente e Stati Uniti. Uno dei suoi libri è stato riconosciuto tra i migliori nel 2008 del quotidiano inglese "The Indipedent".
Leggere per capire, leggere per essere liberi, leggete per alimentare la vostra curiosità.

Nel mezzo allo scioglimento dell'economia globale che continua a consumarsi intorno a noi, la difficile situazione dei poveri e dei bisognosi tende a rimanere in secondo piano. Solo quando un disastro, come il recente terremoto di Haiti, ci colpisce ci confrontiamo con le quotidiane lotte per sopravvivere che molti affrontano ogni giorno. Mentre si sono mobilitati enormi sforzi per gli aiuti umanitari per Haiti, milioni di persone continuano a vivere in povertà, la loro miseria passa inosservata da un mondo ignorante.
Nello sforzo per contrastare i problemi causati dalla povertà, nel 1996 viene lanciato il "Millenium Development Goal" (MGD), l'Obiettivo di sviluppo del Millennio, dalla FAO (Food an Agricolture Organization). L' MGD fu creato per aiutare ed assistere i milioni di persone che vivono in estrema povertà. Per "Estrema Povertà" si definisce quel tipo di miseria che uccide, privando individui dei mezzi per sopravvivere e che fronteggiano fame, malattie e rischi ambientali. L'MDG aggiunse:" Quando una persona soffre di una povertà estrema, mancando pur di minimi redditi, quali quelli di sopperire ai bisogni primari, un singolo episodio di malattia, o siccità, o epidemia che distrugge un raccolto, può rappresentare la differenza tra vivere e morire.
L'MDG comprende 8 obiettivi, che includono povertà e mancanza di cibo, salute delle madri e dei bambini, sopportando per una educazione universale. Ogni traguardo è diviso in una serie di risultati specifici. La data per il loro raggiungimento è il 2015. Per molti commentatori, questi obiettivi, erano la prova del nove per i leader mondiali se i loro progressi sociali ed economici fossero divenuti sostenibili.
La costituzione dell'MDG non è stato il primo programma di sviluppo di questo genere nella storia. Infatti traguardi di sviluppo sono stati stabiliti delle Nazioni Unite fino dal 1960. Comunque, la mancanza di effettivi meccanismi contabili e la disgregazione di queste iniziative tra troppi protagonisti, hanno sempre contribuito ad un regolare fallimento.
Per di più, mentre l'articolazione dell'MDG ed i suoi obiettivi erano indubbiamente un passo positivo, non intendevano, in realtà, agire come una panacea universale per la fame e la povertà di tutto il pianeta. Sicuramente l'MDG è stato, fin dal principio, tormentato da bisticci sulla sua reale funzione.
Nei dibattiti preparatori, la disputa maggiore era se l'MDG fosse inteso come un impegno per dimezzare il "numero dei poveri e dei denutriti" in relazione alla "percentuale dell'aumento della popolazione", oppure " al rapido aumento della popolazione solo nei paesi sottosviluppati". Può sembrare meramente burocrazia, ma in realtà la sfumatura può significare la vita o la morte per milioni di persone.
Thomas Pogge, professore di filosofia e affari internazionali all'università di Yale, calcola che adottare il secondo tipo di approccio può significare una riduzione del 36%, piuttosto che del 50%, nella diminuzione del numero dei poveri e malnutriti. Comunque , nel 2001, il raggiungimento del traguardo meno ambizioso possibile non era così buono. Addirittura per il 2015 ci potrebbe essere un trend in aumento di povertà e denutrizione rispetto al 1996. Nel 2005 anche il rapporto sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite (Human Developments Reports) era pessimistico riguardo la possibilità di raggiungere i traguardi esposti dell' MDG, rimanendo indetro su molti degli obiettivi dichiarati. Lo stesso report notava che il tema ricorrente per una nutrito gruppo di paesi era il mancato ottenimento di progresso per almeno il 20% della popolazione.
E' stato stimato che l'obiettivo di ridurre la mortalità infantile è indietro di 4.4 milioni di bambini, l'equivalente di tre volte il totale dei bambini sotto i 5 anni in Londra, New York e Tokyo. Questo potrebbe aumentare a più di 41 milioni i bambini che muoiono per la povertà tra il 2005 ed il 2015, questo sarebbe il dato, se le finalità dell'MDG non saranno raggiunte nel 2015. Similmente, il proposito di una educazione primaria rischia di deragliare se 47 milioni di bambini non andranno a scuola per il 2015.
Il report dell'MDg del 2009 è altrettanto pessimistico circa la possibilità di raggiungimento di buoni target per il 2015. I dati riportano spettacolari miglioramenti in alcune aree, come la riduzione massiccia di quelli che vivono sotto la soglia di estrema povertà in certe regioni in via di sviluppo, dalla metà della popolazione a leggermente sopra un quarto di essa. Ma non si può dire lo stesso per quanto riguarda il mondo in generale. Difatti i progressi maggiori sono stati fatti Asia ed in particolare in Cina. Oltretutto l'attuale mancanza di crescita economica, la riduzione delle risorse e della sicurezza alimentare stanno rendendo la realizzazione di questi obiettivi anche più diffcili.
Il maggior ostacolo per il traguardo dell' MDG è stato il fallimento da parte delle nazioni ricche di onorare i loro impegni di sviluppo. Alla "Conferenza sui Finanziamenti allo Sviluppo" di Monterrey, nel 2002, le nazioni sviluppate avevano promesso di fare passi concreti per rispettare la risoluzione del 1970 dell'ONU che stabiliva uno 0.7% del PIL a favore di aiuti internazionali. Raggiungere questo obiettivo significava circa 200 miliardi di aiuti. L'anno seguente ha visto i 22 paesi più ricchi fallire questa promessa: il totale di assistenza allo sviluppo ammontava ad appena 69 miliardi di dollari, circa 130 miliardi di quel 0.7% non è stato mantenuto. Nonostante un aumento degli aiuti ufficiali allo sviluppo, il 2007 ha visto appena lo 0.28% del PIL dei paesi sviluppati come contributo.
Per di più, il modo in cui l'impegno dell'MDG è stato compilato lascia potenzialmente compatibile un miglioramento con un aumento delle ineguaglianze. Se una riduzione dei livelli di povertà è sicuramente benvenuta, sopratutto se fornisce la possibilità di vivere liberi dalla fame e dai bisogni essenziali, è possibile che le ineguaglianza crescano allo stesso modo. Questo succede se chi migliora le proprie condizioni sociali e di reddito lo fa in maniera troppo rapida rispetto ai livelli più poveri della società. Il risultato è lungi dall'essere desiderabile, con alti livelli di disuguaglianze che conducono a fenomeni più acuti di marginalizzazione tra chi guadagna meno, riducendo la coesione sociale, riducendo il benessere per le persone povere.
Thomas Pogge mette in primo piano una ulteriore critica che limita gli obiettivi del MDG. Pogge scrive che :" Le promesse non devono accantonare i problemi, i nostri governi, prevedono che anche nel 2015 ci saranno ancora 420 milioni di poveri, con circa 9 milioni di decessi in un anno. A questo livello si può passare sopra? Con una riduzione costante di circa 474.000 morti in meno all'anno per fame, il piano prevede 250 milioni di morti per stenti nei prossimi 19 anni. E' un dato enorme ma va visto positivamente perche' si pone su una visione generale di riduzione? L'MDG è lontano da un approccio adeguato per contrastare povertà, ineguaglianze e fame. Grazie all'MDG, comunque, un certo numero di persone possono beneficiare di aiuti, ma bisogna sempre considerare coloro che hanno ed avranno la vità distrutta da ingiuste ed ineguaglianze.

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