Monday, March 15, 2010

Iraq: tutto Risolto?


Qualunque persona dotata di un pò di buonsenso vorrebbe porre la parola "fine" al lungo e sanguinoso conflitto che ha sconvolto l'Iraq e la sua popolazione. I mezzi di informazione sono stati spesso un dannoso amplificatore delle bugie che Bush e la sua cricca di impostori hanno fornito nel corso di questi anni. Era il lontano maggio 2003, quando la guerra in Iraq veniva definita "vinta" dallo squadrone americano: " La guerra è finita, missione compiuta", proclamava Bush. Parole del tutto prive di qualsiasi significato, fuori contesto e completamente infondate dalla prima all'ultima sillaba. Da quel lontano maggio del 2003 ci sono stati circa 95 mila morti tra i civili e più di 4000 morti tra i vari soldati impegnati in questa scellerata missione, numeri di un paradosso, che dovrebbero fare pensare quali e quante bugie questi criminali producono ogni giorno, con la copertura e l'appoggio sistematico di numerosi mezzi di informazione, fortunatamente non di tutti .
Per tutta la durata delle elezioni in Iraq, si sono susseguiti sanguinosi attentati che hanno ucciso più di 30 persone, nonostante questi episodi di violenza, l'affluenza al voto ha toccato il 62%, un messaggio chiaro che il popolo vuole cambiare e cercare di tornare lentamente alla normalità.
Ma numerosi giornali hanno riportato notizie parziali, con commenti imprecisi ed una frenesia inspiegabile, che ci ricorda tanto quel Bush nel 2003 che dichiarava la fine di una guerra appena iniziata.
L'analisi di Daniele Atzori per "l'Agenzia Italia " o AGI che si vanta di essere una fonte di informazione " attendibile e completa, tempestiva ed obiettiva, da oltre 50 anni" , ci pare tutto fuorchè obiettiva e completa. Nel suo articolo intitolato " Democrazia mette radici, Iraq verso la Normalizzazione", vengono omessi alcuni passaggi chiave nella ricostruzione del conflitto iraqueno, offrendo una immagine sbiadita ed imprecisa. Secondo il pezzo "il paese dopo 30 anni di una feroce dittatura, sta finalmente consolidando le proprie istituzioni democratiche". Queste elezioni sembrano il punto d'arrivo secondo l'articolo e non il punto di partenza per un lungo e difficile cammino che il paese dovrà affrontare. Si ricordano i 30 anni di dittatura sanguinosa sotto Saddam Hussein, ma si dimenticano i 7 anni di morti, distruzioni e disintegrazione di qualsivoglia istituzione irachena, che la guerra (iniziata con una balla colossale, lo ricordiamo ancora) ha prodotto nel paese. Secondo Atzori "L'Iraq è ancora occasionalmente agitato da violenze, che attraggono facilmente l'attenzione della stampa e dell'opinione pubblica." Sembra quasi di leggere tra le righe che una parte della stampa enfatizzi ancora quei pochi episodi che sono definiti "occasionali", come se i morti avessero un valore solo al di sopra di un certo numero, al di sotto divengono episodi sporadici. Secondo "L'Iraq Body Count" una organizzazione che dal 2003 registra tutte le vittime civili del conflitto nel paese, nei primi due mesi del 2010 gli "avvenimenti occasionali" hanno fatto perdere la vita a 530 persone, se questo è un valore di normalizzazione, viene da chiedersi quando bisogna iniziare a preoccuparci.
Nel proseguo dell'articolo di Atzori si legge: "Anche Marwan Bishara, analista di Al Jazira e forte critico dell'intervento americano, ha riconosciuto i grandi progressi dell'Iraq sulla strada della Democrazia. Bishara sottolinea in particolare la tenacia con cui gli iracheni stanno ricostruendo il proprio paese." Questo passaggio è vero in parte: difatti il giornalista arabo evidenzia la tenacia e la voglia di ricominciare del popolo iracheno solo nella seconda metà del suo articolo, tutta la prima parte dell'articolo, che si intitola "Iraquis against all Odds", è un attacco diretto ed obiettivo sulle responsabilità americane. "Se l'Iraq è riuscito ad allontanarsi dal baratro, non è certo grazie alle politiche Usa degli ultimi 7 anni...Non era il tempo di dichiarare "missione compiuta", ma la completa nozione di "vittoria Usa" in Iraq è totalmente senza senso, considerando i costi umani e sociali terribili... La missione Usa ha semplicemente condotto l'Iraq nel caos più totale, smantellando una società, una Nazione ed un Paese". Secondo Atzori le tensioni etniche tra Sunniti e Sciiti erano dovute alla fine del regime di Saddam ed al conseguente scontro tra chi voleva allargare le proprie sfere di influenza a vantaggio degli Sciiti, come l'Iran, e chi cercava di alimentare la lotta dei Sunniti, come i leader di Al Qaeda. Anche qui il pezzo di Bishara prende altri binari: " E' stata l'occupazione Usa che ha introdotto, o almeno esacerbato ed istituzionalizzato gli scontri etnici nel paese...chiudendo un occhio sulle violenze che sopratutto nel 2004 hanno ucciso migliaia di persone...Mentre si celebrano le elezioni come l'inizio di una nuova era, il popolo non può solo vivere per l'elezioni: hanno bisogno di lavoro, cibo, acqua corrente e milioni vogliono tornare a casa, la Democrazia non può essere ridotta a ruoli di maggioranza, specie se quella maggioranza è corrotta, ma piuttosto a governare secondo principi democratici accettati e compresi. Democrazia sono regole e diritti delle minoranze verso i capricci della maggioranza".Informare significa, spesso, denunciare verità scomode, con il coraggio di andare contro il comune pensare dell'opinione pubblica, non per amore dello scoop ma per quello della verità. Le strade già battute sono più facili da percorrere e con meno ostacoli da superare, per addentrarsi su percorsi scomodi e pericolosi ci vuole uno spirito ostinato, curioso e consapevole che il potere rende abituale una menzogna, od una mezza verità. Di questi tempi scrivere la verità può essere molto pericoloso......maremma cinghialaaaaaaaaaaaaa

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