Tuesday, January 5, 2010

Saving Mexico


Articolo tradotto dal nostro staff dal "Wall Street Journal" del 26 Dicembre 2009 sulla guerra infinita tra gli USA, il Messico e il traffico di droga. Costi sociali ed economici enormi, un business che non conosce crisi, a volte sottovalutato nella sua dimensione organizzativa. Un flusso enorme di denaro e droga difficile da arginare e che richiede spese sempre più ingenti. Molti continuano a domandarsi perchè non tagliare di netto questi fiumi di illegalità che alimentano la criminalità organizzata, come? Legalizzando, perlomeno la Marijuana. A voi la lettura, liberi di farvi la vostra idea a riguardo.

In 40 anni fin dalla dichiarazione del Presidente USA Richard Nixon sulla “Guerra alla droga” la sua distribuzione ed il suo uso non è cambiato in nessun aspetto. Le sole differenze: i conti dei contribuenti a più di un trillione di dollari.
Un ufficiale in capo Mexicano, che ha speso più di 20 anni aiutando il Governo alla lotta alla droga, ha riassunto recentemente che cosa ha imparato nella sua lunga carriera : “ Non è possibile vincere questa guerra.”
Appena la settimana scorsa, le Forza Speciali Navali Messicane hanno raggiunto un lussuoso edificio con appartamenti nel centro città ed ha ucciso Arturo Beltran Leyva, un trafficante di droga, la cui organizzazione aveva sostenuto il contrabbando di diversi miliardi di dollari negli Stati Uniti, negli ultimi dieci anni, secondo la DEA (Drug Enforcement Administration).
Dopo pochi giorni dalla morte di Beltran Leyva, i funzionari messicani si stavano già domandando quale luogotenente ne avrebbe preso il posto. Praticamente nessuno si aspettava che la morte di Leyva avrebbe rallentato il business ed il traffico di droga e la relativa violenza che negli ultimi 3 anni ha fatto più di 15 mila morti. Lunedi scorso un cecchino ha ucciso diversi membri della famiglia di un ufficiale messicano, che era stato ucciso nel raid contro Leyva. 4 persone sono state arrestate per questi omicidi, mentre, secondo le autorità messicane, il cecchino è ancora libero.
Un crescente numero di ufficiali Statunitensi e Messicani hanno detto – molti in privato- che il più grande progresso per colpire i cartelli Messicani sarebbe semplicemente legalizzare i prodotti principali: da tempo la maggiore droga illegale mondiale, la Marijuana è responsabile della metà delle entrate nei vari cartelli messicani.
“Economicamente non vi sono altre soluzioni ne argomentazioni se non la legalizzazione” ha detto il primo ufficiale Messicano, come un dato di fatto. L’ufficiale ha ribadito che questa azione probabilmente sposterebbe i produttori di Marijuana in California, dove la sostanza potrebbe crescere in maniera efficiente e vicino ai consumatori. “L’obiettivo del Messico sarebbe quello di rendere autosufficiente, in termini di Marijuana, gli USA.” Ha aggiunto con un sorriso. L’ufficiale non è il solo a pensarla così, precedentemente tre ex ultimi presidenti latino americani, Ernesto Zedillo in Mexico, Cesar Gaviria in Colombia e Fernando Henrique Cardoso in Brasile, conosciuti per le loro idee conservative e di libero mercato, hanno detto che i Governi dovrebbe prendere seriamente in considerazione la legalizzazione della Marijuana come effettivo strumento nella lotta agli assassinii per droga. Se la lotta alla droga ha fallito, sottolineano gli analisti , è in parte perché è stata combattuta senza comprendere come i cartelli lavorino in un vero e proprio business. Per esempio, la politica antidroga degli Stati Uniti ha inavvertitamente aiutato le gang della droga ad aumentare il proprio potere. Alla fine del decennio 1980-90 fu bloccato il trasporto di Cocaina dalla Colombia alle coste USA, passando per i Caraibi. La rotta di distribuzione meno costosa. Questa mossa deviò semplicemente il flusso di coca ad una rotta ancor meno costosa, attraverso il Mexico. Nel 1991 il 50% della Cocaina entrava dal Mexico, ma nel 2004 questo dato è passato al 90%, facendo del Mexico la FedEx del Business della coca. Il cambio nella catena di distribuzione ha significato un colpo per la lotta alla guerra verso alla Colombia, soprattutto per rompere i cartelli di Cali e Medellin in distributori più piccoli. Ma entrambe le mosse hanno aiutato le gang messicane che hanno guadagno potere sui prezzi nel mercato. Adesso i messicani sono diventati come controllori del prezzo non più sottoposti ad esso.
Alcuni ufficiali messicani hanno detto, privatamente, che gli Stati Uniti dovrebbero permettere che la Cocaina passi più facilmente dai Caraibi, per spremere maggiormente le gang messicane. “Preferisci destabilizzare piccoli paesi nei Caraibi, o il Messico? Con cui condividi 2000 km di confine, ed è il tuo terzo partner commerciale con ha una popolazione di 100 milioni di persone?” si domanda un ufficiale.
Oggi, le migliori organizzazioni per il traffico di droga sono state localizzate in Messico. Diversamente dalle gang colombiane degli anni ’80, che erano quasi totalmente legate alla cocaina, le gang messicane sono un punto vendita per ben 4 tipi di sostanze illecite: marijuana, cocaina, metanfetamina e eroina. Il Messico è il secondo maggior produttore di Marijuana (i primi sono gli USA), il maggior distributore di metanfetamine negli Stati Uniti, la zona di passaggio della cocaina dal sud America e il più grande produttore dell’emisfero di eroina.
La diversificazione li aiuta a sopportare eventuali shock di mercato. Le vendite di cocaina negli Usa, per esempio, sono leggermente diminuite tra il 2006 ed il 2008, ma questo declino era ben recuperato dalla crescita nelle vendite di metanfetamine.
In molti modi, le droghe illegali rappresentano le imprese di maggior successo in Messino, dando lavoro a 450000 persone e con profitti di vendite intorno ai 20 milioni di dollari, secondo solo alle esportazioni del petrolio e delle automobili. Quest’anno la rivista “Forbes” ha messo al n° 401 il signore della droga Joquin Guzman, nella classifica dei multimiliardari mondiali (41° on 67 tra gli uomini più potenti del mondo). Diversamente dai loro rozzi zii e cugini, oggi i trafficanti vestono Armani, hanno BlackBerry e vanno in palestra per allenarsi. Il conto in banca di un signore della droga arrestato nel 2006 era di un medio livello di un bancario con 15 anni di carriera.
Recentemente, un deputato del Ministero dell’Agricoltura, Jeffrey Jones, ha detto ad alcuni tra i principali agricoltori che essi dovrebbero imparare un paio di cosette dai trafficanti di droga “E’ un settore che ha imparato a capire il mercato e creare la logistica per raggiungerlo” ha aggiunto. Dopo pochi giorni mr Jones ha dovuto dimettersi, “aveva probabilmente ragione, ma sono cose che non vanno dette in pubblico”. Ha commentato un ufficiale messicano
A cause dei governi che tengono le droghe illegali, il costo associato al trasporto delle sostanze si traduce in più alti prezzi per chi si assume questo rischio. Il prezzo all’ingrosso di un singolo kilo di cocaina, per esempio, costa $1200 in Colombia, $ 2300 a Panama e $8300 in Mexico, e tra i 15 ed i 25 mila dollari negli USA, dipende quanto sei vicino al confine messicano. Per le strade di New York la vendita la dettaglio di coca può salire fino a quasi 80000 dollari. Con un margine di vendita tale, il business obbliga ad attrarre nuovi investitori, non importa quanto il Governo faccia per fermarlo.
Il Governo affronta tempi duri per fermare il mercato della droga anche per le continue innovazioni e migliorie che le varie organizzazioni criminali adottano. Molte dogane si sono imbattute in ingegnosi metodi per il trasporto della coca, come un carico con la cocaina liquefatta in bottiglie di vino rosso. Un altro carico fallito di 800 kili di sostanza, che avrebbe fruttato 40 milioni di dollari, era nascosto in una partita di squalo surgelato.
Dopo che il Mexico ha vietato l’importazione di Pseudoefedrina per rallentare la fabbricazione di metanfetamina, la gang hanno trovato altre sostanza chimiche per produrla, sostanza ampiamente usate nell’industria dei profumi. “Ho sempre pensato che questi uomini possiedono un ramo specializzato nella ricerca e sviluppo.” Ha detto un esasperato ufficiale messicano.
I sostenitori della legalizzazione della marijuana dicono che questa azione taglierebbe i cartelli messicani per almeno la metà. L’erba rende tra il 50 ed il 65% delle entrate dei cartelli messicani, mentre la cocaina ha più ampi margini di profitto, la marijuana ha entrate regolari che permettono di pagare il personale e fare altre attività.
La Marijuana è anche meno rischiosa per il bilancio di una gang. Se un carico di cocaina è bloccato, la gang messicana deve cancellare i profitti calcolati su quella partita oltre al costo per pagare i distributori colombiani, significa perdere il doppio. Ma visto che qui le gang crescono la propria erba, è più facile assorbire una perdita duvuta ad un carico scoperto. I cartelli, inoltre, possiedono i terreni dove la marijuana cresce, questo significa poter avere molte provviste economiche, invece che sborsare denaro ai colombiani per il successivo carico di cocaina.
Alcuni Stati, come California ed Oregon, hanno depenalizzato la marijuana, rendendo il possesso di piccole quantità, un reato minore, come un parcheggio non pagato. La depenalizzazione è vittima della non legalizzazione, perché la vendita e la distribuzione rimangono un crimine. Altra ragione per muoversi in questo senso è il costo e il sovraffollamento delle carceri. Ma se questa strategia può aver senso negli Stati Uniti, al contrario può aver pessimi risultati in Messico, perché la depenalizzazione garantisce un aumento della domanda, visto che non si rischierebbe più il carcere, ma, mantenendo la distribuzione illegale si rafforzarebbe ulteriormente quelle organizzazioni criminali impegnate nella distribuzione.
La legalizzazione dell’erba potrebbe scatenare un aumento di violenza, nel breve termine, nei confini messicani, tra le gang locali per spartirsi una torta economica di droghe illegali divenuta più piccola, ma ridurrebbe le entrate complessive dei cartelli.
Se queste opzioni più estreme di legalizzazione sono impossibili, alcuni analisti, concordano che Washington e Mexico City dovrebbero riorganizzare la battaglia alla droga in differenti termini economici.
Fino adesso la polizia non ha fatto molto caso alle finanze dei cartelli. Durante un raid nel 2006 nella casa di un trafficante a Mexico City, la polizia trovò un libro mastro, scritto a mano, che descriveva il business della cocaina per ogni mese: il prezzo pagato ai distributori colombiani (3500$ per kilo), il prezzo di vendita qui in Messico (8200 $ per kilo) ed il profitto netto del cartello (18 milioni $). La polizia non si preoccupò di tenere quelle informazioni, secondo i testimoni che erano presenti. “Avremmo dovuto attaccare i giocatori, invece che attaccare l’industria. "Dobbiamo ridurre il loro mercato per fare salire i costi delle loro operazioni.” Ha detto Alberto Islas, 40 anni, con una laurea in economia al MIT, che ha una compagnia privata di consulenze in Mexico City.
Per la prima volta il Governo messicano sta considerando più la droga come un vero e proprio business. Un nuova tassa del 2% sui conti correnti bancari superiori a 1250 dollari, ha permesso, al governo di avere una visione migliore delle casse messicane, il denaro dal traffico di droga. Giusto quest’anno, le autorità hanno trovato 5 persone con più di 4 milioni di dollari sul conto in banca, tra questi, uno degli intestatari risultava senza lavoro!
La dogana messicana, per la prima volta, sta cercando di interrompere il flusso di armi e denaro che tornato dagli Stati Uniti, come scambio per la droga. Le gang messicane inviano droga e ricevono armi e denaro di ritorno. Per decenni le persone che attraversavano la frontiera dal Messico verso gli USA era soggetti a rigorosi controlli, ma nessuno controllava chi faceva ritorno in Messico dagli Stati Uniti. Adesso le auto provenienti dagli States sono fermate con un blocco metallico. Le foto delle targhe sono tenute in un database contro la criminalità in Messico City, con controlli tramite scansione dei veicoli per appurare eventuali sovraccarichi di contrabbando, mentre cani addestrati a localizzare armi e denaro si aggirano per l’area.
“Il denaro è il re, ogni quantitativo diretto al cartello viene sequestrato”. Dice Alfredo Gutierrez Ortiz, il capo dell’autorità fiscale. Ma Gutierrez è stato a lungo per il paese, sapendo che non si può schiacciare il traffico di droga completamente. “Dobbiamo raggiungere i costi di transazione, fare del Messico una piattaforma troppo costosa per esportare negli altri paesi”. Continua Ortiz. Per poi chiedersi: “ ma andrà mai via del tutto.” Articolo di David Luhnow

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