Monday, December 7, 2009

Copenhagen...Ultima Fermata..?


Lo Staff di Maremma Cinghiala non potrà esser fisicamente a Copenaghen, per il Vertice sul clima che inizierà oggi 7 dicembre, ma grazie ad internet ad alla decina di fonti da cui possiamo trarre informazioni, che ovviamente non troverete nei telegiornali e nei media, forniremo un punto di vista come al solito indipendente e mirato ad i fatti più importanti.

Riportiamo qui di seguito il rapporto dell'organizzazione "Friends of Earth" (una delle più autorevoli nel settore ambientale) intitolato "Avoid a Dangerous Deal" tradotto con cura dal nostro Staff, su proposte e consideraioni sul Summit in Danimarca.

"Questo sommario pone le richieste di "Friends of Earth" per gli incontri di Copenhagen.
Contrastare le emissioni di gas serra nell'ambiente è solo una della sfide che l'umanità deve affrontare. Il culmine delle emissioni globali per il 2015 ed una rapida diminuzione subito dopo sono necessari per assicurarsi una garanzia di salvezza per tutti. Storicamente i paesi ricchi contribuiscono ai 3/4 delle emissioni globali, nonostante rappresentino solo il 15% della popolazione globale. Essi hanno, dunque, un dovere morale di condurre la battaglia contro i cambiamenti climatici e sostenere la crescita pulita nei paesi in via di sviluppo, oltre che a risarcirli per averli danneggiati.
Mentre comincia il convegno di Copenhagen rimangono profonde le divisioni tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. I primi hanno fallito nel soddisfare molti impegni, continuando a promuovere politiche pericolose e squilibrate come quella sull'indennizzo del carbone. Questi ostacoli e queste mancanze di ambizioni politiche dovranno essere superate per evitare un certo tipo di accordo pericoloso a Copenhagen. Oltre alle richieste classiche per i prossimi colloqui a Copenhagen, "Friends of Heart" chiede che i governi contrastino i punti cruciali del cambiameneto climatico come i modelli di sfruttamento economico quali i consumi eccessivi ed i finanziamenti alle fonti fossili.
Le Richieste
- Tutti i paesi aderenti al protocollo di Kyoto dovranno tagliare almeno del 40% le emissioni nocive sui parametri del 1990 entro il 2020, senza tentativi di indennizzi.
- I tagli sulle emissioni degli Stati Uniti dovranno essere equiparatii agli sforzi di riduzione degli altri paesi sviluppati.
- Un nuovo meccanismo finanziario sotto la supervisione della UNFCCC ( United Nation Framework Convention on Climate Change) per finanziare adeguatamente i paesi in via di sviluppo ed il loro recupero, fondi recuperati dalle risorse pubbliche dei paesi sviluppati.
I paesi dovranno altresì rifiutare:
- L'uso delle foreste per il commercio del carbone.
- Gli indennizzi per produttori di carbone ed i meccanismi di commercio.
- Qualsiasi ruolo finanziario della Banca Mondiale sui cambiamenti climatici
I negoziati di Copenhagen:
Agli incontri sul clima a Bali nel 2007, tutti i paesi si accordarono su due processi per i successivi due anni: Il protocollo di Kyoto e il Protocollo del Convegno. Questi due percorsi impegnavano i paesi aderenti a Kyoto a seguire regole ben precise, regolati dall UNFCCC. entrambi i punti sono nei programmi dell'incontro di Copenhagen.
Il percorso di Kyoto
Friends Of Earth chiede che il raggiungimento di determinati obiettivi di Kyoto sia predominante negli incontri di Copenhagen. Le ultime analisi scientifiche hanno dimostrato che per evitare future castrofi ambientali, le riduzioni delle emissioni di gas serra dovranno essere almeno del 40% entro il 2020. Ma i paesi sviluppati sono riluttanti a raggingere quegli obiettivi, che gli scienziati si auspicano essere in maniera così consistente. Peggio ancora, questi paesi stanno minacciando di abbandonare i loro impegni sotto il protocollo di Kyoto, per tranquillizzare gli Stati Uniti, desiderosi, quest'ultimi, di porre solo obiettivi volontari abbandonando il sistema che, pena una sanzione, vincola obbligatoriamente . Gli USA, però, si sono accordati nel 2007, sotto la Linea del Convegno, per trovare un punto di incontro sugli sforzi degli altri paesi sviluppati. Questo è di vitale importanza per far si che l'Unione Europea, la Russia, il Giappone, il Canada e l'Australia e gli altri paesi mantengano i loro impegni. Mancare questi accordi sotto il secondo ciclo del Protocollo di Kyoto, indebolirebbe i legami sui cambiamenti climatici, ed il conseguente principio di Responsabilità Storica sancito dall' UNFCCC.
Protocollo del Congresso
I Negoziati sono regolati dagli accordi di Bali, che cercano di abilitare in maniera piena, effettiva e sostenibile le attuazioni del Congresso, attraverso cooperazioni a lungo termine da ora, fino e dopo il 2012. Il piano d'azione di Bali è un impegno di riduzione delle emissioni di tutti i paesi industrializzati, inclusi gli Stati Uniti, regolando in maniera più mite questi obblighi per i paesi in via di sviluppo con adeguati finanziamenti, politiche specifiche per la deforestazione, aumentandone azioni ed adeguamenti ed aumentando la cooperazione per mobilitare finanziamenti e tecnologie.
Friends Of Earth si è concentrata su 4 punti chiave: Finanza sul Clima, Negoziazioni sul Emissioni, Foreste e Diritti Umani.
Finanza sul Clima: Si deve sviluppare un sistema di finanziamento dei paesi in via di sviluppo, sotto l'egida dell'UNFCCC, per sostenerli nel contrasto ai cambiamenti climatici. I paesi sviluppati sono debitori dei paesi in via di sviluppo per il loro danno storico che ha causato i cambiamenti climatici. Il risarcimento verso i paesi in via di sviluppo per i danni da cambiamento climatico è un obbligo puro e semplice. In più, siccome non a tutti i paesi si può chiedere azioni decisive verso il clima, per ridurre la crescita delle fonti fossili, è richiesto un ulterirore risarcimento verso i paesi poveri, per finanziare i costi aggiuntivi, come d'accordo sotto L'UNFCCC. Una nuova ricerca pubblicata dal Dipartimento di Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, stabilisce tra 500 e 600 miliardi di dollari i finanziamenti annuali necessari per recuperare questi paesi. E' anche definito come queste risorse dovrebbero provenire da fonte pubblica. Molti paesi continuano ad evitare di fornire questi aiuti, tentando invece, di considerare la via del finanziamento privato, attraverso dei risarcimenti come intesa dei loro impegni per ridurre le emissioni, nonostante il taglio delle emissioni e i finanziamenti pubblici siano due cose ben diverse. Il tentativo di giustificare l'espansione di questi risarcimenti privati attraverso nuove forme di credito e di commercio, per finanziare i paesi in via di sviluppo deve essere eliminato dalle negoziazioni. I paesi sviluppati devono invece impegnarsi a contrastare le loro emissioni domestiche attraverso finaziamenti pubblici e leggi dirette, usando tassazioni progressive e risorse innovative come fiscalizzare le transazioni monetarie, nell'ambito di raggiungere i risarcimenti internazionali richiesti. Tutto deve svolgersi in maniera democratica, trasparente e lineare. Molti paesi sviluppati chiedono alla Banca Mondiale di assumere il controllo dei finanziamenti sul clima. Questo nonostante il palese conflitto di interessi tra la Banca Mondiale ed il suo patetico passato impegno verso il sociale e l'ambiente. Questi finanziamenti dovrebbero essere approvati dal consenso pubblico. i fondi dovrebbero essere assegnati in base ad un criterio equo e che rispetti i diritti e la sovranità del popolo, specie delle persone più vulnerabili. I fondi dovrebbero dare la priorità alle tecnologie e conoscenze locali, ed all'uso dell'energia, delle foreste e dell'acqua. I lavoratori coinvolti in industrie ad alto utilizzo di carbone dovrebbero essere supportati attraverso una transizione in un lavoro dignitoso e sostenibile.
Negoziazioni sulle emissioni
Friends of Earth richiede che questo sistema sia eliminato, essendo ingiusto, imperfetto e immodificabile. Esso rinchiude il carbone nei paesi sviluppati, ritardando le azioni che richiedono un intervento urgente. Questo sistema è ampiamente discreditato perchè non garantisce ulteriori tagli sulle emissioni e secondo molti documenti a un impatto devastante sulle comunità, trasferendo le responsabilità di riduzione dei gas dai paesi ricchi ai paesi poveri. L'unico rimedio è la riduzione delle emissioni del 40% entro il 2020.
Foreste
Ogni accordo sulle foreste dovrebbe essere scritto per fermarne la deforestazione e l'impoverimento, visto il loro contributo a prevenire i pericolosi cambiamenti climatici, conservare la biodiversità e la sostenibilità. Non concentrarsi solo sui ritardi o i tagli delle emissioni. Gli accordi sulle foreste devono esplicitamente riconoscere e rispettare i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, inclusi usi e costumi locali. Più di un miliardo di persone, inclusi 60 milioni di indigeni dipendono dalle foreste per il loro sotentamento, per cibo e medicine.
Ogni accordo contro la deforestazone deve riconoscere che le piantagioni non sono foresta e si devono aumentare le politiche che salvaguardano le foreste dalle espansioni delle piantagioni. La riduzione delle emissioni e delle deforazioni non dovrebbe essere utlizzato per finanziare l'aumento delle piantagioni a discapito delle foreste. Quest'ultima azione rischia di portare via terra e creare ulteriore povertà, mentre permetterà ai paesi con alta intensita di carbone a consumarne sempre piu ad un passo instostenibile. Questi meccanismi impediscono ai paesi sviluppati di allontanarsi dalla infrastrutture di sfruttamento del carbone, mettendo a rischio la nostra abilità di consigliare come evitare il disastro. Ci sono modalità non commerciali per prevenire la deforestazione, come proibizioni e moratorie, soluzione nelle comunità locali, e fondi per vigilare sulle foreste. E' essenziale contrastare le cause delle deforestazione che sono : le agricolture per produrre benzine, coltivazione di soia, consumo eccessivo di carta e carne, sfruttamento industriale, minerario, di gas e di petrolio.
Diritti Umani
Gli effetti delle reazioni sui cambiamenti climatici stanno avendo impatti negativi sui diritti umani di numerose popolazione sul pianeta.Per proteggere le comunità e gli individue vulnerabili ai cambiamenti del clima i diritti umani dovranno essere integrati in tutti gli aspetti degli accordi climatici. Consentendo a queste popolazione di fare parte di questo cambiamento, gli individui e le comunità dovranno avere accesso alle informazioni sulle risposte politiche fino ai cambiamenti climatici, nonche la rapida ed equalitaria partecipazione alla giustizia.

Il cambiamento climatico non è semplicemente una sfida ambientale, ma è fondamentale per lo sradicamento della povertà, dello sviluppo, della sovranità dei popoli e dell'ambiente e della giustizia sociale.....

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