Thursday, May 16, 2013

Termovalorizzatori, Inceneritori, Truffatori. A fuoco le coscienze



Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una lettera di un utente su tale sito "Burnabynow.com" con il titolo "La strategia rifiuti zero è impossibile". Le motivazioni del navigatore sono quanto di più insensato e illogico si possa trovare tra i sostenitori dell'unico (secondo loro) metodo presente per smaltire i rifiuti: bruciarli in un bel inceneritore.
La mancanza totale di una cultura del riutilizzo fa si che i critici dello "zero rifiuti" cadano spesso in ragionamenti senza la minima nozione del caso. L'utente in questione cita come esempio il riutilizzo di un vecchio frigo che tra costi di riparazione e recupero non produrrebbe nessun tipo di vantaggio alla società, e che da sempre gli uomini, in epoche diverse, hanno prodotto rifiuti, come testimoniano i ritrovamenti degli archeologi su e giu per il globo.
Un po come dire che l'uomo ha sempre fatto le guerre, o ha sempre prevaricato sui più deboli quindi l'umanità deve continuare su questo sentiero, tutto il resto è utopia.
Rifiuti zero non vuol dire riparare un vecchio televisore per rivenderlo al mercatino delle pulci, ma passarlo a ditte specializzate che lo smonteranno dividendo tutte le sue componenti: ferro, plastiche, gomme, e metalli vari per poi riutilizzarli per altri televisori o elettrodomestici o qualsivoglia apparecchio, oppure fondere le parti inutilizzabili per nuovi apparecchi. In questo modo niente è bruciato, niente è perso, niente è sprecato in una società che sta di fatto esaurendo le sue risorse, sia minerarie che naturali.
Nel mondo dell'informazione ci sono così tanti esempi concreti di singoli, di enti, di intere città, di piccoli resort, che hanno deciso di avvicinarsi nuovamente ad uno stile di vita meno predatorio, meno consumistico, meno egoistico, dove l'uomo puo davvero vivere in simbiosi con Madre Natura. Un modo per restituire ogni volta ciò che il nostro pianeta ci fornisce senza scontrini, fatture, od eventuali cambiali, uno scambio di risorse, in una visione equalitaria tra la Terra e tutte le sue specie. Non siamo padroni, ma occupanti a tempo, di questo dovremmo ricordarci ogni giorno.
Nell'isola di Langkawi, nel nord della Malesia, esiste un Resort ecosostenibile dove uomo ed ambiente viaggiano di pari passo. Il suo propretario, Anthony Wong, beve acqua da dei canali di scolo del suo Resort, davanti allo sguardo inorridito del giornalista, spiegando che queste acque hanno tutte riconoscimenti di potabilità da ogni laboratorio di analisi, il segreto? Diverse specie di piante acquatiche che si nutrono di sostanze inquinanti e batteri restituendo tutta la purezza dell'acqua. Si coltivano ortaggi e verdure senza pesticidi ma con fertilizzanti naturali offerti gentilmente dagli innumerevoli uccelli della zona. Si raccolgono i rifiuti di piante e alberi da frutto per farli fermentare in apposite vasche ed ottenere altri ottimi fertilizzanti. Si usano pannelli solari e si recicla l'acqua piovana. Nei muri sono stati installati pezzi di bottiglie di vetro che fanno risplendere ogni locale con la luce del sole.
Quanti politici trattano di politiche  " Rifiuti Zero" ? Quanti promuovono questo stile di vita? !Quanti ancora supportano in Parlamento per garantire la fine dello spreco per ogni società che si proclama "civile"?
Quello che viene sostenuto e finanziato, invece, è la cultura dell'Inceneritore e di un blando reciclaggio. In Italia, il tasso di rifiuti reciclati è ancora fermo al 21%, contro il il 36% del Belrgio, il 45% della Germania,  il 32% dell'Olanda, il 34% della Slovenia, il 31% della Danimarca.
In questi anni, specie in Italia,  tonnellate di rifiuti sono stati stoccati nelle discariche (quando va bene) o lasciati marcire in cumuli per le strade, come tristi opere d'arte di una generazione che non sà più riutilizzare o riparare, ma sa gettare, sprecare, sporcare il vicolo sotto casa, la discarica, la falda acquifera, il fiume cittadino, e passo dopo passo il nostro pianeta. Il popolo, popolino in questo caso, crede che la causa di tutto sia quel nauseabondo monte di sporcizia sotto casa. I mezzi di disinformazione hanno invaso le TV ed i giornali con immagini di roghi tossici, di strade bloccate dell'immondizia, si guarda ai sintomi non alla malattia. Non si enfatizzano stili di vita consumistici che di fatto riempiono gli armadi con il nuovo e le discariche con il "vecchio", dove la tecnologia va sostituita ogni due anni come l'auto; Non si invita la gente a pensare a forme alternative di riuso, oppure non si parla di una San Francisco, dove il reciclo ha raggiunto l'80%, con una media americana nazionale del 34%, dove l'obiettivo è il 100% di rifiuti zero, zero nella discarica e zero nell'inceneritore.
Chi parla di Inceneritori dovrebbe tenere a mente i CIP6, gli incentivi statali (ma guarda che caso) che permettono a questi colossi di continuare a vivere. Ma il CIP6 si attua solo con impianti ambientali e da fonti rinnovabili e "assimilate", quest'ultimo vocabolo stravolge completamente il senso della definizione, rendendola vaga e applicabile anche a chi non rinnova ma brucia. Nel solo 2006 sono stati erogati per i soli inceneritori 1136 milioni di euro, contro i 196 milioni per l'eolico. Soldi letteramente estorti dalla fonti rinnovabili vere, con il solito trucco all'italiana per far contenti tutti, o quasi. Questo importo o gabella, che gli italiani pagano tra le varie voci della bolletta energetica, è aumentato da 54 euro MWh nel terzo trimestre del 2007 a un 68.77 euro MWh per il terzo trimestre del 2008. Questo ha messo in tasca all'inceneritore di Brescia, per esempio, 78 milioni di euro nel 2007, per fonti rinnovabili inesistenti, o comunque bruciate via. Tutto questo incide tra il 6/7% sui costi per il contribuente medio.
Tutto questo rientra in un piano europeo di salvaguardia del clima verso la deriva.
Il 16 aprile scorso il Parlamento Europeo ha bocciato la riforma dell’Emissions Trading Scheme (ETS) dell’Unione Europea, assumendo una decisione particolarmente importante. Ponendo in discussione lo strumento principale della politica ambientale europea. L’ETS è stato lanciato nel 2005, in pratica l’ente regolatore, in questo caso la Commissione, stabilisce in un dato territorio la quantità consentita di emissioni di agenti che contribuiscono al surriscaldamento globale (in questo caso anidride carbonica) emettendo una quota di permessi che pareggi le emissioni previste. I permessi vengono quindi allocati presso gli operatori economici, che potranno in un secondo momento scambiarli in un apposito mercato. A causa del rallentamento dell’economia e dell’eccessiva offerta da parte dell’UE, il prezzo dei permessi è pericolosamente sceso, toccando i 5 euro per tonnellata all’inizio del 2013, rispetto ai 30 euro del 2011. Tale riduzione del prezzo rende molto meno efficace l’ETS, in quanto le imprese devono sopportare un costo molto minore per ottenere nuovi permessi e non sono incentivate a introdurre nuove tecnologie di produzione sostenibili per il territorio. Tutte questi giochini permettono a chi inquina di comprare quote "pulite" da chi inquina meno, e pertanto di continuare ad inquinare, anche con la coscienza apposto. Senza dimenticare che l'ETS copre solo 12mila industrie a livello europeo, ancora lontani da ottenere un controllo globale su settore industriale europeo.
Secondo studi da Bruxelles entro il 2020 l'Europa si troverà un conto da 100 miliardi di euro per i danni da cambiamenti climatici.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un quadro già visto, dove il potere e gli affari, gli interessi privati ed i monopoli sono ancora troppo saldi tra loro per sperare in un drastico cambimento di marcia. 
Il popolo si modella tra giornali che non sanno altro che parlare di politica del non fare, scandali da 5 pagina, tanto sport e niente per sviluppare idee o coscienze collettive, si modella con una TV che sa soltanto rigurgitare il marcio nei salotti dei benpensanti.
In Italia si toccano record su record, come il Debito pubblico salito a 2034 miliardi di euro, giusto qualche giorno fa. Avete visto titoloni sul giornale? Inchieste, servizi televisivi? Niente di tutto questo, meglio parlare di navi da recuperare in un mare di bugie, processi per delinquenti che la galera non la vedranno mai, riforme da un Governo che nessuno ha eletto, qualche suicida di lavoro, un bel pò di cronaca nera e tanti culi. Le pecore stanno nel loro recinto convinte di essere libere ed informate........maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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