Wednesday, January 23, 2013
Da Bush ad Hollande - Dall'Afghanistan al Mali
La sintesi scarna ma efficace di qualsiasi intervento militare in qualsiasi parte del mondo è che la guerra si basa su menzogne. Dal lontano 11 settembre del 2001 le potenze militari di mezzo mondo hanno usufruito di una carta truccata in più da giocare sul tavolo di un 'opinione pubblica disinformata e frastornata, quella del terrorismo. Si incarcerano senza prove o con processi sommari presunti terroristi, si lanciano bombardamenti con droni (aerei senza pilota) in Medio oriente che uccidono donne e bambini per eliminare pericolosissimi terroristi, un bel giorno dobbiamo bombardare un paese sperduto nel cuore dell'Africa e ottenere l'approvazione internazionale, si può dire che c'erano cellule terroristiche in azione.
Il presidente francese Francois Hollande come un vecchio Bush o un novello Obama ha deciso di adeguarsi alla moda del momento: l'intervento militare nel continente africano. Questa volta non servono prove o documenti falsi, come ai tempi delle armi di distruzione di massa in Iraq. Il discorso di Hollande lo scorso 11 gennaio ha qualcosa di allarmante nei termini fin troppo semplicistici con cui si giustifica una pioggia di bombe e morte in un altro paese africano ( Libia, Somalia, dovrebbe insegnare qualcosa?). Da oggi soldati francesi stanno sostenendo l'offensiva dell'esercito maliano contro i fondamentalisti islamici e resteranno nel Paese fino a quando sarà necessario, le truppe francesi hanno fornito questo pomeriggio il loro supporto per combattere elementi terroristici, poche parole, fantasia zero, ma forse la fantasia non serve, se hai paesi ed organi internazionali che suffragano le tue frottole. Non ci sono differenze sostanziali tra Sarkozy, Hollande o qualsivoglia capo di Stato: ognuno soccombe alla volontà dei colossi dell'energia, vuoi petrolio o vuoi uranio, ognuno si dipinge come un paladino ed un promotore del cambiamento, perdendo per strada la belle parole, i sorrisi amichevoli, per mostrare il vero volto del potere, lo stesso da sempre.Come al solito risultano solo banali coincidenze notare che il Mali sia ben fornito di risorse minerarie di ogni sorta.
Il Paese è il terzo produttore di oro al mondo, ci sono riserve di diamanti, bauxite, manganese e ferro ancora inesplorate, secondo studi già del 1970 vi sarebbero ingenti risorse di petrolio, ed infatti sono riprese i monitoraggi per eventuali trivellazioni. L'Autorità Francese per la ricerca petrolifera (AUREP) ha confermato le potenzialità del sottosuolo. Ovviamente non possiamo dimenticare la risorsa numero uno del paese, che colloca il Mali al terzo posto nel mondo: l'Uranio. Presente nelle regioni confinanti con la Nigeria, dove vi sono già compagnie francesi che estraggono questo minerale (L'AREVA su tutti) essenziale per la sopravvivenza delle numerose centrali nucleari presenti sul suolo francese, circa il 78% dell'elettricità nazionale.
Ma le ragioni neo-colonialiste della Francia possono solo collocarsi ad un livello intermedio di comprensione, il passo successivo rientra in questioni ancora più generali e inserite in un contesto geopolitico. Come in un perfetto risiko dietro a questi attacchi c'è il supporto logistico di Washington, impegnato a contrastare l'invasione cinese nel continente africano. Gli accordi commerciali tra l'Africa e la Cina sono cresciuti del 1000% (!!!!) dal 2000 al 2008, ponendo il colosso asiatico come primo partner commerciale. Gli Stati Uniti in quanto potenza imperialista deve cercare con ogni mezzo e strategia di contrastare questa inviasione gialla. L' AFRICOM è una organizzazione americana, responsabile per le operazioni e relazioni militari con 53 paesi di tutta l’Africa. La sua funzione principale è quella di garantire stabilità e sicurezza militare nei paesi africani, come supporto delle politche estere americane. Un presidio strategico per garantire il controllo di una delle tante colonie americane. Non esiste sovranità popolare, i governi africani devono rispondere a Washington per qualsiasi azione militare ed economica, altrimenti l'intervento militare è dietro l'angolo. Il Pentagono ha previsto un dispiegamento di circa 4000 soldati per addestrare le truppe locali, niente è lasciato al caso. Gli Stati Uniti intendono aumentare i loro approvvigionamenti energetici dall'Africa dall'aatuale 18% al 25% entro il 2015, c'è da frenare la corsa cinese.
Il gioco di armare da un lato gli estremisti e di combatterli dall'altro non è nuovo alle politiche statunitensi. Basti ricordare i talebani finanziati dalla CIA nell'invasione Russa in Afghanistan a cavallo degli anni '70/80. Le strette di mano con Saddam Hussein, le foto di rito con Gheddafi e così via. Durante il secondo mandato di George W. Bush, le forze speciali erano state molto attive a fianco dei Tuareg e degli algerini. Durante la prima amministrazione Obama, hanno iniziato a sostenere il governo del Mali contro i Tuareg. Recentemente, inoltre, il giornale satirico parigino "Le Canard Enchaine" ha fatto notare come un alleato chiave della Francia, il Qatar (visitato di recente da Hollande) ha stipulato un contratto con il gigante petrolifero francese Total per lo sfruttamento del Sahel e allo stesso tempo finanzia i gruppi radicali ed estremisti come gli MNLA, AQMI, MUJAO (jihad nell'Africa dell'Ovest). Queste palesi contraddizioni non fermano l'esaltazione patriottica di numerosi Media francesi, che esaltano la fermezza ed il coraggio (tanto in battaglia mica ci va lui) di Hollande, dimenticando tutte le ragioni geopolitche di questa guerra, dimenticandosi i civili uccisi e le critiche di organizzazioni internazionali quali la Croce Rossa, Human Right Watch, Amnesty International . Per il resto la NATO e la maggioranza delle potenze mondiali sostiene questa Francia in salsa americana.
Anche l'Italia ha dato suo pieno appoggio all'intervento unilaterale francese senza "se" e senza "ma". Da Bersani a Monti, passando per Napolitano, con un pieno appoggio logistico. Tutti a scodinzolare davanti alle richieste americane, tutti ignorando o raggirando l'articolo 11 della Costituzione italiana (L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo). "L'operazione militare contro i jihadisti che controllano il nord del Mali è perfettamente in linea con la risoluzione 2085 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu" ripeteva il ministro degli esteri Terzi. Un risoluzione a tempo, approvata a dicembre che in realtà parla di supporto alle truppe africane in Mali, e non viceversa, con l'attacco unilaterale di Mr. Hollande.
La storia insegna anche in questo caso che i politici italiani eseguono ordini dettati dalle gerarchie internazionali con buona pace del popolo votante: si promette in campagna elettorale ciò che qualche organismo internazionale renderà successivamente nullo, per il bene di qualche banca o gigante energetico del momento. Prevale chi è più credibile, non chi è più onesto.
Il discorso di Obama, come al solito seguito in prima pagina dai principali quotidiani italiani e mondiali (potere dell'impero a stelle e striscie, e poi non siamo una colonia americana?!?), ha formalizzato la fine di un decennio di guerre, ma quale sia la ricetta nessuno può saperlo. "La guerra al terrorismo è stato un gigantesco fiasco", ricorda in un articolo Seumas Milne sul "The Guardian" che rincara la dose " Invece di eliminare il terrorismo l'intervento occidentale l'ha alimentato: dall'Afghanistan al Pakistan, dall'Iraq allo Yemen e adesso al Nord Africa. Con rapimenti, torture, bombe che hanno investito i paesi arabi da oltre un decennio."
Il decennio di guerre non sembra affatto concluso, ma anzi rinvigorito da una caccia al terrorista che continua ad avere contorni indefiniti. Una lotta che anno dopo anno diventa sempre più ampia, che coinvolge sempre più paesi africani e medio orientali, che lascia sul campo soldati e civili, sacrifici umani di una folle corsa verso le ultime risorse del pianeta. Un teatrino creato ad arte da abili burattinai per rendere questa guerra all'uomo nero interminabile ed incontrollabile......maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa WAKE UP!!!!
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