Thursday, April 29, 2010

Tempesta Greca




Grazie ad una finanza globalmente incontrollata ed una economia fondata sulla speculazione selvaggia, figlia di una civilta' dove il fine (profitto) giustifica qualsiasi mezzo per ottenerlo (prodotti finanziari drogati), numerosi paesi sono ad un passo dal tracollo finanziario. Poi chi ci rimette sono sempre i cittadini della classe media ed i ceti piu' deboli.

La Grecia e' solo la punta di un iceberg che rischia di risultare molto esteso nella sua parte nascosta, in questo caso nascosta non dal mare ma da governi che continuano a sostenere politiche economiche insensate e deleteree.

Secondo il CMA, una Agenzia di informazioni e proiezioni statistiche economico/finanziarie, con uffici a Londra, New York e Singapore, molti sono i paesi a rischio "Default", cioe' cosi' indebitati da non potere pagare piu' il proprio debito dichiarando la "Bancarotta".
Questa tabella ci mostra i prossimi paesi a rischio:


Highest Default Probabilities


  • Grecia

  • Venezuela

  • Argentina

  • Pakistan

  • Ukraine

  • Iraq

  • Dubai

  • Portogallo

  • Islanda

Se invece consideriamo i paesi che hanno un rischio elevato di entrare, entro pochi anni, in questa, non invidiabile, classifica, a cause di una economia verso il collasso troviamo:

Sovereign Tighteners


  • Portogallo

  • Irlanda

  • Spagna

  • Norvegia

  • Slovacchia

  • Polonia

  • Italia

Le tabelle complete sono a questo link

Ma ecco un interessante articolo che ci spiga in maniera chiara la situazione in Europa al momento


"Quando il Debito diventa Spazzatura"dal sito antefatto.it del 28 aprile 2010


Le agenzie di rating declassano Grecia e Portogallo. Ormai la crisi dell’indebitamento pubblico è esplosa

di Superbonus

La Grecia ammette che non può più rifinanziare sul mercato il proprio debito pubblico: cioè all’asta del 19 maggio non troverà abbastanza investitori disposti a prestarle i 9 miliardi di cui ha bisogno. Il ministro delle Finanze, George Papaconstantinou, confessa che il deficit nel 2009, nel calcolo definitivo, risulterà anche superiore alla stima del 13,6 per cento del Pil. Non stupisce quindi che Standard&Poor’s, l’agenzia di rating, abbia deciso di declassare il debito greco al livello di junk, spazzatura. Appena meglio quello del Portogallo, declassato al livello A- di affidabilità. Le Borse crollano: Milano perde oltre il tre per cento.

L’INCENDIO. "Se la casa del vicino brucia bisogna correre in soccorso perché altrimenti rischia di bruciare anche la propria" dice il ministro Tremonti, ma come e perché avviene la propagazione dell’incendio e di chi è la colpa ?

L’Avenida José Malhoa a Lisbona è il miglior simbolo della bolla del debito creata dall’establishment europeo e di come si sta propagando il contagio della crisi. Tanti alberghi e uffici nuovissimi e sempre più vuoti. Il Paese è cresciuto sull’onda del deficit pubblico e della bolla immobiliare che si alimentavano l’un l’altro. Il debito pubblico aumentava grazie alle previsioni di crescita del governo che proiettava nel futuro una situazione economica che invece volgeva al termine. Nel 2009 le abitazioni costruite in Portogallo sono state 27 mila contro le 127 mila del 2008, un crollo verticale a cui nessuno era preparato. Da ieri i portoghesi si sono risvegliati bruscamente: si sono accorti che tutto quello che li circonda è fabbricato altrove, i taxi di Lisbona sono automobili prevalentemente tedesche, così come ascensori, scale mobili e persino i sottomarini recentemente acquistati dal governo sono made in Germany. Il Portogallo viveva di debito proprio e altrui e ora il mercato presenta il conto. Per finanziarsi a due anni il governo lusitano dovrà pagare un tasso d’interesse di quasi il 5,5 per cento annuo. E le cose possono ancora peggiorare. La Germania, che è stata il maggiore beneficiario del potere d’acquisto gonfiato dei portoghesi, sembra ora voltare le spalle ai problemi che stanno esplodendo a Lisbona. La Spagna, con un’economia molto più grande di quella del Portogallo, è troppo impegnata a salvare se stessa: ieri è stato reso noto che la disoccupazione riguarda il 20 per cento della popolazione. La Spagna da oggi pagherà il tre per cento per finanziarsi a due anni e le cose peggioreranno anche qui, la prossima vittima dell’esplosione della bolla del debito degli Stati è già entrata nel mirino e non potrà sottrarsi senza aiuti esterni.

LA SPECULAZIONE. Quelli che oggi gridano alla speculazione – lo ha fatto ieri il premier greco George Papandreou parlando di "terrorismo psicologico" – sono gli stessi governanti, commissari europei e banchieri centrali che hanno creato la bolla del debito. Combustibile della crisi e misura del contagio è la quantità di deficit corrente (quanto uno Stato spende in più rispetto a quanto incassa) e di debito accumulato, l’Italia non è fuori pericolo. E’ soltanto l’ultima della lista (per ora). Il mercato si aspetta qualcosa che, per chi vive in Italia, scontato non è. E cioè che il governo Berlusconi farà una manovra da 70 miliardi di euro in 3 anni. Un salasso in un tempo relativamente breve per tranquillizzare i mercati, per non accumulare altro debito e per dare, almeno, la speranza, che potrà ripagarlo in futuro. Per questo si ha l’effetto ottico che i titoli di Stato italiani perdono meno percentualmente rispetto agli spagnoli e i portoghesi. Se la casa del vicino brucia, la nostra è piena di 1800 miliardi di liquido infiammabile, cioè debito pubblico. Il ministero del Tesoro ha fatto sapere ieri che il governo ha pronto un decreto legge per autorizzare gli aiuti da 5,5 miliardi di euro (su 30 promessi dai 16 Paesi dell’Eurozona) per sostenere Atene. E nonostante le smentite pubbliche del governo di Berlino, anche la Germania avrebbe pronta una "Legge per mantenere la stabilita nell’Unione monetaria" anticipata ieri dalla Reuters che sarebbe pronta a scattare il 10 maggio, dopo che la Grecia avrà approvato l’ennesimo pacchetto di misure di austerità. Se non sarà già troppo tardi.

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