Thursday, April 10, 2014
Israele, il figlioccio viziato del Mondo Perbene
Non si sa mai da che parte incominciare nella situazione israelo-palestinese. Tonnellate di parole, risoluzioni, libri, documentari, accordi, firme, negoziati, missili, abusi, minaccie, accuse, hanno reso questo dramma permanente quasi normale, qualcosa cui farci l'abitudine, quasi istituzionalizzato dalla storia o dalle convenienze dei potenti. Questo conflitto senza fine è la sintesi manifesta di tutte le contraddizioni della politica mondiale, che promette "Democrazia" e "Giustizia" mentre sostiene militarmente ed economicamente Stati "Canaglia". Un recente report di "Amnesty International" ha richiesto lo stop immediato del business delle armi tra Stati Uniti, Europa verso Israele. Lo Stato spende addirittura il 6.2% del proprio PIL per la difesa ( dati del SIPRI), considerato che gli USA arrivano al 4.4% del PIL, stiamo parlando di un paese armato fino ai denti. Il Paese è tra i primi dieci al mondo per numero di soldati rispetto alla popolazione civile, il primo risulta l'Azerbaijan seguito dalla Corea del Nord, dall'Ossezia del Sud, Singapore e Cuba.
Israele risulta primo anche nella classifica del "Global Militarization Index", un indice che quantifica il peso militare di un paese rispetto alla sua spesa sanitaria, all'incidenza sul PIL, al rapporto numerico tra medici e militari, e a quello tra presenza di armamenti pesanti e numero di civili. Al secondo posto troviamo Singapore, al terzo la Siria.
Israele è il decimo esportatore mondiale di armi, tra i cui clienti troviamo quasi tutte le Nazioni mondiali, che da una parte condannano l'occupazione in Palestina e dall'altra fanno affari con il "condannato". Australia, India, Germania, Colombia, Brasile, Italia, Russia, Peru, Singapore, Spagna, USA (fonte SIPRI). Israele non aderisce, insieme a Pakistan, India, Corea del Nord, al Trattato di non Proliferazione Nucleare, pur possedendo qualcosa come 80 testate nucleari.
Lo Stato, sentinella del Medio Oriente ha ricevuto nel corso dei decenni servizi e denaro da numerosi Stati: tra il 1953/61 un discreto flusso di tecnologia e armamenti arriva dalla Francia, Nasser disturbava gli interessi israeliani, tra cui il canale di Suez e non era accettabile.
Tra il 1961/69 i legami tra Israele e gli Stati Uniti si fanno più stretti, il classico figlioccio adottivo a cui tutto è permesso e perdonato. Pieno appoggio alla Guerra dei Sei Giorni, anche quando un jet israeliano colpisce una nave della flotta americana, uccidendo 34 soldati, scuse accettate, anzi un bel regalo dal Presidente Johnson: la vendita di aerei da Guerra Phantom allo Stato ebraico che cresceva forte e sano.
Anche durante la guerra del Yom Kippur il Presidente Nixon dispiegò un notevole flusso di armi per il conflitto tra Israele e alcuni Stati Arabi. Sotto l'era di Reagan il flusso di denaro toccava i 3 miliardi di dollari all'anno e continua tutt'ora. Qualche critica per l'assedio di Beirut, qualche richiamo per l'Operazione "Babylon" quando un attacco israeliano distrusse un reattore nucleare in costruzione nei pressi di Baghdad. Ma anche il famoso veto con cui Reagan rifiutò un embargo di armamenti proposto contro Israele dalle Nazioni Unite e dall'Unione Sovietica.
E così via anno dopo anno, Presidente dopo Presidente, occupazione dopo occupazione, bombardamento dopo bombardamento, la Palestina era il violento terrorista, Israele aveva solo esercitato un diritto di difesa.
Fino all'attuale Presidente Obama, unico nella storia ad aver venduto allo Stato Ebraico le " bunker buster bombs", per distruggere bersagli nel sottosuolo.
Rapporti sempre più interconessi, tra lobby israeliane, multinazionali americane, tonnellate di dollari e di interessi che annullano di fatto ogni riprovevole azione contro la Palestina, sempre più devastata come Stato e come popolo.
Secondo l'Autorità Palestinese per gli affari sociali oltre 1500 bambini sono stati uccisi dalle forza israeliane dal 2000, 6000 sono stati feriti ed oltre 10000 arrestati. Anche L'UNICEF ha denunciato, con uno studio, gli arresti sommari e le detenzioni illegali di ragazzi palestinesi, violando ogni qualsivoglia legge internazionale sui diritti dei minori. Nel Giugno del 2013 l'Ufficio per i diritti sui minori dell'ONU ha evidenziato che migliaia di bambini palestinesi sono sistematicamente arrestati, torturati e usati dalla forza israeliane come scudi umani. Secondo il rapporto sono oltre 7000 i minori, tra i 9 ed 17 anni.
Tutto questo entro i confine palestinesi, senza contare le decine di migliaia di rifugiati che non hanno mai nemmeno potuto mettere piede nella loro patria. Nella martoriata Siria ce n'è uno dei più grandi, è quello di Yarmouk, con oltre 100.000 palestinesi, creato nel 1957, una mini cittadella con una urbanizzazione caotica. Vi sono scuole ed ospedali, ma nonostante alcuni articoli, anche su Wikipedia, lo definiscano uno dei migliori campi profuughi in termini di vivibilità, la realtà è ben diversa. La lunga guerra civile siriana ne ha peggiorato le condizioni. Un recente articolo sul "The Guardian" mostra migliaia di palestinesi in coda per beni di prima necessità, manca acqua, riso, medicine. La distribuzione di viveri da parte delle Nazioni Unite non riesce a coprire minimamente questa emergenza umanitaria. L'alta densità abitativa e le scarse condizioni igieniche sono un altro fattore per il rischio di epidemie.
Il gigante delle bibite Coca Cola ha recentemente donato circa $ 100.000 in aiuti alimentari per il Yarmouk, un atto lodevole di beneficenza. Dobbiamo però constatare come la stessa Coca Cola, dal 1966, sia uno dei primi sostenitori dello Stato Ebraico, ogni anno la multinazionale finanzia la Camera di Commercio Israeliana con migliaia di dollari. cosa dire di quando nel settembre 2009 in una delle sedi della Coca Cola fu premiato per il suo operato il Generale Binyamin Ben-Eliezer, tra le sue lodevoli azioni c'è quella di aver eliminato oltre 1000 egiziani durante la Guerra dei Sei Giorni. Quindi le donazioni del gruppo Coca Cola sono semplice propaganda per migliorare l'immagine di questo marchio diffuso in ogni angolo della terra.
Gli aggettivi, per descrivere e condannare quello che avviene quotidianamente nei territori occupati, hanno perso il loro reale peso specifico, sono stati svuotati del loro significato dal susseguirsi di eventi talmente criminali, talmente inumani da essere paradossalmente inseriti nel flusso mediatico della "normalità".
In un mondo con dei principi morali abbastanza integri, con dei valori ancora sostanzialmente sani non sarebbe permessa una simile atrocità storica lunga più di 60 anni.
Ed invece chi va al potere, chi comanda le Nazioni non ha il minimo imbarazzo a salire sui palchi, a rilasciare dichiarazioni di pace, giustizia, speranza, libertà. Governanti che spendano ogni anno miliardi di dollari per vendere arsenali di distruzione e sofferenza al loro figlioccio ebraico. I Media tutelano queste menzogne, diventano complici in tutti quei momenti che avrebbero dovuto fare delle domande scomode ed invece hanno preferito il silenzio e la sottomissione ad un sistema marcio e criminale.
Il grande Charles Bukoswky avrebbe finito così:" La vita era davvero insopportabile, solo che alla gente era stato insegnato a fingere che non lo fosse. Ogni tanto c'era un suicidio o qualcuno entrava in manicomio, ma per la maggior parte le masse continuavano a vivere fingendo che tutto fosse normalmente piacevole". Maremmacinghialaaaaaaa
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2 comments:
Mah... con questo articolo, se va come al solito, ti beccherai il classico appellativo di filo-nazista, filo aq-quaedista, nemico della pace ecc. ecc.
A suo tempo, per una cosa simile (le cosiddette missioni aeree di pace prima russe e poi americane in afghanistin cui si colpivano anche cortei nuziali o funerari scambiandoli per movimenti di ribelli) mi sentii ribattere dai miei stessi genitori "Non è vero niente, in tv non hanno detto nulla di questo..."
Si piu o meno lo steso con i miei. Bisogna anche capire, o almeno io ci provo, che sono crescitu con la TV, direi che l'hanno vista nascere e crescere, quindi è difficile fargli capire che è solo un mezzo di propaganda. La scusa del filo-nazista non regge più, la loro pulizia etnica in Palestina non ha giustificazioni.
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