Tuesday, May 11, 2010

Nucleare da Bere



La brillante opera umana sta compiendo l'ennesimo capolavoro ambientale tra il Golfo del Messico e le coste della Louisiana. Uomini esperti, tecnici affermati, completamente padroni della situazione, stanno cercando con ogni mezzo (inutile) di tappare la falla che sta sputando in mare tonnellate di petrolio. Questi idraulici dell'ultima ora stanno, come sempre, purtroppo, pregiudicando e contaminando un'altra fetta del nostro mare, che appare sempre meno una creatura vivente e sempre più una discarica economica, dove buttarci di tutto.
Il petrolio continua a dominare i mercati energetici mondiali, nonostante i passi avanti di alcuni paesi nelle energie alternative. L'odore dei soldi, la bulimia incurabile di tentacolari Multinazionali sparse in tutto il mondo sembrano sempre averla vinta. Non c'è legge che tenga, protesta che risvegli più coscienze possibili, rivolta che possa fermare definitivamente questa razzia ai danni del pianeta che ci ospita.
In Niger sta avvendendo una situazione simile, non ci sono giornalisti a fare foto, o filmati con pennuti incatramati, ma ci sono i morti: silenziosi, dimenticati e nascosti agli occhi di un mondo sempre più cinico. Qui si muore di radiottività, un veleno forse ancora più subdolo e spietato della marea nera che sta investendo i mari del Centro-America.
Qui il mostro prende le sembianze della francese AREVA, che guarda caso sarà il partner ufficiale dell'Italia per le future Centrali Nucleari in programma nei prossimi anni. Un reportage di Greenpeace, tradotto dalla sua versione in inglese da "MaremmaCinghiala" per capire ancora un volta che cambiano i nomi ma le balle e le scuse sono sempre quelle......

AREVA'S DIRTY LITTLE SECRET

In una delle Nazioni più povere del mondo, il gigante francese del Nucleare AREVA, sta estraendo una preziosa, e mortale, risorsa naturale, guadagnando miliardi con la sua Compagnia "Fortune 500", mentre la gente ne paga il prezzo.
Il nostro ultimo report (questo è il documento) ci mostra le pericolose condizioni per le popolazioni del Niger, causate dai tentativi di AREVA di creare nuove rivoluzioni nucleari. AREVA è presente in oltre 100 paesi, promuovendo in modo aggressivo l'energia nucleare nei nuovi mercati globali. Il suo team di operatori lavora senza sosta per convincere i Governi, gli investitori e l'opinione pubblica che l'energia nucleare è adesso sicura, pulita e tecnologicamente avanzata. Mentre l'industria nucleare è impegnata a farci credere che le scorie possono essere cancellate, seppellendole sotto qualche montagna, dimenticandosene per qualche migliaio di anni o che le centrali, che generano energia mortale, sono sicure, si nascondono gli effetti mortali nel prelevare la sostanza per far funzionare gli impianti. Più del Niger ,ben pochi altri posti nel mondo, , possono riportare questi effetti nocivi. Un arido deserto, scarse terre arabili, ed una acuta povertà sono già enormi problemi, insieme a disoccupazione, educazione minima, analfabetismo, infrastutture fragili e politiche instabili. Ma il Niger è ricco di risorse minerarie, come l'uranio, e l'AREVA l'ha estratto li per anni. La metà dell'uranio dell'AREVA viene dal Niger, uno dei più poveri paesi africani, nonostante sia il terzo produttore al mondo di Uranio da più di 40 anni! AREVA, il leader mondiale nella produzione di energia nucleare e la principale compagnia di lavoro locale hanno firmato un accordo per avviare una terza miniera nel deserto per il 2013 0 2014. Siamo andati in Niger per verificare l'impatto sulla popolazione e sulla terra là dove AREVA sta estraendo il prezioso uranio per il pianeta. Analisi, sviluppate in collaborazione con la Commissione francese indipendente di radiottività "CRIIRAD", mostrano che la contaminazione da uranio, in 4 su 5 campioni d'acqua, superano i limiti posti dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità. Abbiamo trovato anche tracce di Radon e gas radiottivi dissolti nelle acque. Ci sono enormi nubi di polveri, causate dalle detonazione e dalle perforazioni minerarie, montagne di rifiuti industriali e fango ammassati in cumuli. Lo spostamento di tonnellate di terra e rocce stanno pericolosamente bloccando le fonti d'acqua, che sono esposte a contaminazioni ed al rischio di scomparire a causa dell'eccessivo sfruttamento industriale.
L'esposizione a radiottività può causare problemi respiratori, malformazioni alla nascita, leucemia e cancro. Infezioni e scarsa salute abbondano in questa regione ed il tasso di mortalità per problemi respiratori è il doppio rispetto al resto della regione. Il fallimento di AREVA è concreto, per non aver condotto studi indipendenti nelle zone delle estrazioni e nelle cittadine minerarie, con successive decontaminazione e bonifiche. Le gente locale non è stata educata sul rischio associato ai materiali radiottivi ed abbiamo ascoltato dichiarazioni di molti che non sanno nemmeno che cosa sognifichi la parola "radioattivo". Infatti la Compagnia di AREVA che controlla gli ospedali è stata accusata di aver fatto disgnosi sbagliate per casi di cancro ed HIV (questo è il documento di prova)
Se questo non è scandaloso abbastanza, la multinazionale ha addirittura dichiarato che non vi è mai stato un caso di cancro, attribuibile alle estrazioni, in 40 anni che le attività minerarie esistono in Niger! Il dettaglio mancante è che qui gli ospedali hanno dottori da poco tempo, rendendo impossibile la relazione tra la malattia ed il lavoro minerario. L'Agenzia Governativa che dovrebbe monitorare la condotta di AREVA è senza personale e senza fondi. Una stima complessiva e seria sull'impatto delle estrazioni di uranio non è mai stato fatta. Chiediamo uno studio indipendente intorno alle miniere di Arlit and Akokan, seguite da opere di bonifica. Areva deve iniziare ad agire da Compagnia responsabile, quale dichiara di essere. La popolazione di Arlit e Akokan continua ad essere circondata da aria avvelenata, suolo contaminato ed acqua inquinata, mentre AREVA continua a fare miliardi dalle risorse di questo paese. La gente locale ha il diritto di vivere in un ambiente pulito e sicuro, dividendosi i profitto e le ricchezze che il paese produce da questo sfruttamento.

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